❝ ʆove you ❞

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« Ti amo, amore mio. » Jeongguk sorrise dolcemente, passando le sue falangi nei capelli scuri del ragazzo; musica classica riempiva la camera, avvolgendo i due amanti con la propria passione. Rise, Taehyung, inclinando la testa per far combaciare le loro labbra gemelle ed immediatamente, entrambi, si buttarono in quel fragile bacio.
« Sono felice. » ammise il maggiore, guardandolo nei occhi sorridenti. Jeongguk passò delicatamente una mano su quelle guance ambrate, trasmettendo in quelle carezze tutto il suo amore « Come mai? » chiese, subito dopo con il suo solito sorriso. «Perché finalmente non devo più nascondere quanto il mio corpo e la mia mente impazziscono per te. » rispose Taehyung, posando ad occhi chiusi la testa sul petto del suo maknae che, guardando come se racchiudesse tutta la bellezza del mondo, lo strinse protettivo fra le sue forti braccia e il più grande si lasciò avvolgere serenamente da Morfeo.

Singhiozzi riempivano uno dei due bagni di casa Bangtan; Taehyung si trovava seduto sulle fredde mattonelle, gli occhi gonfi di lacrime che guardavano il soffitto bianco, senza vederlo davvero. Continuava a chiedere, avvolto dal suo tormento doloroso, il motivo per cui non poteva essere felice? l'amore è una cosa bella, no? Pensò, mentre i ricordi dell'ultimo periodo cercavano di soffocarlo.

Rivide il disprezzo racchiuso in quei occhi che, appena tre mesi prima, sembrano brillare gioiosi ogni volta che si puntavano sulla sua figura; gli insulti delle persone, che un tempo erano invece regali dei fan, lo colpivano come il più terribile dei tsunami; le espressioni deluse di chi un tempo lo guardavano fieri di quanto fosse migliorato dal debutto. Tutto lo stava colpendo nel suo momento più fragile.

All'inizio ignorava tutto, chiudeva gli occhi e continuava il suo percorso senza troppi ostacoli. Aveva i BTS, aveva Jimin, aveva Jeongguk; dei altri, se avesse avuto loro, cosa sarebbe importato? Erano solo deboli voci che insistenti, cercando inutilmente di farlo cadere, sussurravano maligne alle sue orecchie.
Quel bacio traditore, le mani del suo ragazzo - le stesse che erano strette insieme a quelle di TaeHyung quando annunciarono al mondo il loro amore - sui fianchi di colui che amava considerare il suo angelo custode - spalla fedele nelle sue sofferenze -, mentre quest'ultimo nella passione scompigliava quei capelli color magenta. Ecco, era bastata quella scena raccapricciante a farlo, per la felicità di chi lo odiava per ciò che aveva mostrato di sé, diventare un fragile castello di carte durante un uragano. Urlò.

Mani cominciarono a battere freneticamente sulla porta, provocando solo ancor più caos nella già instabile mente di Taehyung, mentre persone - famigliari e amate - chiamavano il suo nome con tutta la disperazione possibile; prima solo due voci, poi tre ed infine quattro.
Si strinse ferocemente le mani nei capelli biondi appena, con i singhiozzi mischiate con parole intrise di dolore, comparve quella di Jimin; cosa ci faceva là, ad implorarlo di uscire? Non desiderava vederlo morire? Dopotutto era stato lui il primo peccatore. Senza di lui sarebbe stato felice, perché non lo lasciava stare?
Chiedeva di essere odiato perché, parole sue, ciò che aveva fatto era imperdonabile; piangeva - erano ben udibili i suoi singhiozzi, anche se attutiti dalla porta - mentre gli gridava di lasciarsi cullare da tutti gli altri, lui se ne sarebbe andato se Taehyung avesse voluto. Eppure, quest'ultimo, continuava ad affondare in tutto il suo dolore, sordo di tutte quelle parole sincere e pentite. Una forte botta, poi tutto tacque all'improvviso.

Sussurri seguirono gli istanti di silenzio, anche Taehyung si era zittito, esausto; gli occhi spenti fissi sulle scarpe poste sull'uscio della porta - rotta dalle potenti spallate ricevute, guidate dal terrore di perderlo -, soprattutto su un paio di Timberland dolorosamente famigliari. Perché lui era là? Non voleva vederlo.

Jeongguk si mosse lentamente, senza far movimenti bruschi con la paura di spaventare la persona amata, divenuto lo spettro di sé stesso. Gli altri Bangtan osservavano senza fiatare la scena, stringendosi le mani fra di loro con speranza; solo il maknae poteva mettere fine alla sofferenza di Taehyung, lo sapevano tutti.

Il minore si inginocchiò davanti al giovane, obbligando quest'ultimo ad intrecciare i loro sguardi; non dissero nulla, bastavano gli occhi per comunicare le più sincere emozioni dentro di loro. « Ho rifiutato il suo amore, non era te. Nessuno può essere te.» esordì con delicatezza, imprimendo la giusta serietà in quelle parole nate con lo scopo di rassicurare un cuore infranto. Jimin ebbe un lieve sussulto, ma stesse zitto: la sua felicità non valeva nulla se significare dolore nei suoi due migliori amici. Aveva già fatto abbastanza.
« Perchè?» si decise a bisbigliare Taehyung, con la voce roca a causa delle precedenti grida. Jeongguk sorrise con estrema dolcezza, azzardando una carezza su quel viso scavato dalla sofferenza « Come posso preferire camminare su terre aride quando potrei volare, fino a toccare con le mani il mio Paradiso? » rispose il maknae, poggiando la fronte su quella dell'altro.
Lacrime ricominciarono a solcare con lentezza il viso di TaeHyung, piccoli singhiozzi scossero il suo corpo mentre il rosso intrecciava le loro dita - catene metaforiche del loro eterno legame.
« Basta piangere, mh? » gli disse lui con un sorriso intenerito e TaeHyung ubbidì, passando le mani, avvolte delle maniche del maglione azzurro, sui occhi, cercando di cancellare le lacrime in procinto di uscire. Era così bello il suo piccolo, sapere quando aveva sofferto gli spezzava il cuore; Jeongguk promise a sè stesso che nessuna lacrima avrebbe sfiorato quel viso etereo.

Jimin provava solo felicità nel cuore, nonostante le lacrime del rifiuto brillavano nei suoi occhi; Hoseok lo abbracciò da dietro, stringendolo con tutto l'amore silenzioso che provava. Yoongi con le mani nelle tasche della felpe fissava orgoglioso Jeongguk, il suo amato fratellino non sanguineo; Seokjin e Namjoon semplicemente si guardarono sorridenti, occhi brillanti persi in quelli del compagno.

Jeongguk fece combaciare dolcemente le sue labbra con quelle del biondo, in quale ricambiò all'istante con gli occhi chiusi e lacrime secche sulle guance. Il minore strinse fra le braccia l'altro, accarezzando con movimenti circolari la sua schiena mentre il maggiore gli circondò il collo; entrambi stavano volando in un cielo ricco dei colori dell'alba, sfiorando con le dita le soffici nuvole e riempiendo l'aria di risate.
« Sono felice. » ammise a bassa voce, le labbra a bocca distanza da quelle del rosso; questo fece strofinare i loro nasi con affetto, poi spinse con delicatezza il viso dell'amato contro la sua spalla.
« Ti amo, amore mio. » e udendo quelle sincere parole, Taehyung, lasciandosi cullare dalle carezze di Jeongguk, sorrise con gioia. Tutto, ora, sarebbe andato per il meglio.

Fine

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 11, 2022 ⏰

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