Prologo

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<<Gentili signori, il volo AZ0782 è pronto al decollo, siete pregati di spegnere tutte le apparecchiature telefoniche e posizionare i bagagli nelle apposite cappelliere, grazie dell'attenzione>> Sto davvero lasciando Londra. La città che in un anno è riuscita a cambiarmi, a farmi finalmente essere me stessa. Sto tornando lì, nella città che per me ha rappresentato l'inferno.

<<È stato appena effettuato l'atterraggio all'aeroporto di New York, grazie per aver scelto di volare con noi>> Non sono psicologicamente pronta a rivedere la mia famiglia. Blake, mio fratello gemello, è una delle persone a cui tengo di più al mondo, nonostante da un anno circa si sia allontanato sempre di più, fino a non riuscire a scambiarci più di 3 parole. È anche per lui se sono partita, dopo che Cody, il mio ex ragazzo, mi ha lasciata perché secondo lui sembravo "una balena gigante" per i troppi chili in più e una "tigre" per le mie smagliature, invece di starmi vicino, ha preferito smettere di parlarmi. Avrei preferito la sua presenza a quella di mille altre persone, persino a quella di Julie. Quando Cody mi ha lasciata e ha continuato a deridermi ero già decisa a partire, ma quando persino mio fratello ha smesso di parlarmi ho deciso di prendere in mano la mia vita e cambiarla, e dovevo farlo lontano da qui.
Non sono pronta neanche a rivedere i miei genitori, che dopo anni continuano ancora a sperare che la loro bambina si trasformi magicamente nel loro prototipo immaginario di sedicenne perfetta. Ma io non sono perfetta, almeno non secondo loro. Sono una specie di piccola camionista, volgare e per nulla raffinata come vorrebbero. Prima di partire ero anche terribilmente goffa e impacciata, per colpa della mia insicurezza non riuscivo ad essere sicura nemmeno nei movimenti. Poi, durante quest'anno passato all'estero sono cambiata un bel po', sia fisicamente che caratterialmente. Ho perso un bel po' di peso, mi sono iscritta in palestra, ho iniziato a curarmi di più, e grazie a questo cambiamento estetico sono anche riuscita ad essere più sicura di me, a non aver paura del giudizio della gente. Come ho sempre detto e dirò sempre "sei ciò che vuoi essere". Io ho voluto cambiare e l'ho fatto.
Adesso sono felice, sto aspettando la mia famiglia in aeroporto e mi sento stranamente tranquilla. Ho sempre avuto timore del loro giudizio, sono terribilmente presuntuosi. Ma questa volta no, questa volta non mi farò abbattere dai loro giudizi. Sono una ragazza sicura di sè. La loro ossessione per la perfezione e il lusso hanno sempre fatto leva sulla mia vita, ma stavolta non sarà così, ho intenzione di fargli capire che il lusso non è un valore importante, almeno non quanto la famiglia. Già, mio padre è un imprenditore molto famoso, e mia mamma una chirurga cardio toracica molto richiesta, quindi in pratica siamo ricchi. Non che la cosa mi faccia piacere, anzi, detesto quando dico il mio cognome e per poco la gente non mi bacia i piedi, o quando qualcuno si avvicina a me solo per i miei soldi.
Odio questo aspetto della mia vita.

<<Sophia!>> urla mia mamma, venendo ad abbracciarmi. Ma tutto quest'affettività quando l'ha sviluppata?
Piano piano si aggiungono tutti all'abbraccio, persino Blake con in braccio Harper, nostra sorella minore di 6 anni. Ci stacchiamo da quel momento "affetto" solo quando mio padre riceve una chiamata. <<Scusa tesoro, ma devo assolutamente rispondere>> si giustifica e poi si allontana di qualche metro dall'uscita dell'aeroporto, dove ci troviamo adesso.
<<Sorellona!>> urla Harper scendendo dalle braccia del mio gemello per venire ad abbracciarmi. Mio fratello mi sta osservando da quando sono arrivati, non capisco a cosa stia pensando. Noi, al contrario di altri gemelli, non ci leggiamo nel pensiero e non siamo telepatici. Caratterialmente siamo molto diversi, fisicamente abbiamo solo lo stesso colore di capelli, solo che io li ho lisci e lui un po' mossi tendenti al riccio, gli occhi, che  entrambi abbiamo azzurri-verdi abbastanza intensi, e il sorriso, del resto siamo completamente diversi.
Finalmente si decide ad aprire bocca <<S-sei b-bellissima, Soph>> dice, balbettando.
Gli scoppio a ridere in faccia, mentre la sua espressione muta da sorpreso a stupito.
Andiamo! Non sono cambiata poi così tanto, ho solo perso peso e imparato a truccarmi, ma probabilmente la cosa gli fa ancora più strano del normale, dato che mi ha sempre visto come la sua piccola e asociale sorellina senza un minimo di voglia di vivere. Averlo stupito mi provoca un piacere assurdo, insomma, mi ha addirittura fatto un complimento, e non me ne ha mai fatto uno. Adesso la stupita quasi quasi sono io.
Si avvicina e mi abbraccia, cosa che mi lascia a dir poco sorpresa, ma quando mi sussurra <<Mi sei mancata da morire sorella mia, scusa per tutto>> con la voce incrinata e sul punto di scoppiare a piangere, resto completamente spiazzata. L'unica cosa che posso fare è abbracciarlo più forte mentre lui mi ricopre la faccia di piccoli bacini, è uno dei migliori momenti fraterni che abbiamo mai vissuto, e tutto ciò sta accadendo all'uscita del JFK airport di New York, wow.
Intanto anche Harper si aggiunge al momento affettivo e diventa finalmente un vero e proprio abbraccio fraterno, ora che ci siamo tutti e tre.
<<Ragazzi, dobbiamo andare, è arrivato George>> dopo le parole di mia mamma ci stacchiamo e raggiungiamo la macchina di George, il nostro autista da quando ne ho memoria. Quando entro papà è già seduto sul sedile anteriore e mi sorride, mentre io e Blake andiamo a sederci negli ultimi sedili, essendo una macchina con tre file di posti, quella anteriore, quella in mezzo, e l'ultima, dove siamo seduti noi due.

Dopo aver trascorso tutto il viaggio con la testa appoggiata alla spalla di mio fratello, finalmente arriviamo a casa, dove ad aspettarmi trovo "una sorpresa" come dice la mamma. Salgo le scale ed entro in camera mia, appena entrata mi accorgo che c'è una persona seduta sul mio letto.
Julie.
La mia migliore amica da sempre, le nostre mamme migliori amiche dai tempi del liceo e sono sempre rimaste unite, infatti abita nella casa accanto alla mia. Non la vedevo da quando sono partita, la sua mancanza è stata una delle cose che più mi ha fatto soffrire dell'andare a Londra, ma adesso eccola qua, sul mio letto, ad aspettare un mio abbraccio. Non la faccio più aspettare, mi fiondo su di lei e ci abbracciamo per svariati minuti, con in sottofondo solo i nostri singhiozzi.

Dopo esserci riprese ed aver parlato con Julie di tutto ciò che è successo durante l'anno, siamo scese giù per cena, ad aspettarci abbiamo trovato entrambe le nostre famiglie, già sedute a tavola.
Dopo una breve chiacchierata su ciò che ho fatto quest'anno a Londra durante lo scambio culturale, dato che sono andata lì appositamente in una famiglia di bravissime persone, mi è stata posta la fatidica domanda: <<Sophia, sei pronta a tornare a scuola, domani?>>
Sono pronta ad entrare dentro quel luogo infernale, dove troverò tutti coloro che fino a un anno prima godevano delle mie disgrazie, eccetto praticamente mio fratello?
Forse sì, forse no, ma stavolta sempre e comunque a testa alta.

Spazio autrice
Ehii guys!
Eccovi il prologo di questa nuova storia, è la prima che scrivo, quindi siate clementi e capitemi ahahahah
detto questo, vi dico che cercherò di aggiornare il più spesso possibile, infatti domani stesso pubblicherò il primo capitolo.
lasciate una stellina e un commento, ciao tesori💗

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