Regina degl'Inferi

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Regina degl’Inferi

Quella mattina non avevo la minima intenzione di alzarmi dal letto, l'unico raggio di sole che aveva accesso alla stanza mi colpiva dritto sul viso. La sera scorsa avevo fatto tardissimo mentre mi dedicavo alle mie attività, non potevo uscire di casa, almeno mi divertivo con ciò che era in mio possesso. 

A differenza di molti ragazzi e ragazze ero costretta ad andare a scuola praticamente tutto l'anno, per me non esisteva un sabato o una domenica, la mia vita era tempestata di lunedì lunghi ed estenuanti, ma almeno avevo gli amici di sempre ad accompagnarmi in quell'interminabile viaggio. 

Decisi che era ora di alzarsi, anche se non avevo la minima idea dell'orario, la sveglia non aveva ancora iniziato ad infastidirmi, il che significava che doveva essere presto. Aprii lentamente gli occhi uno alla volta, la sveglia sul comodino segnava le sei e mezza del mattino, questo significava che avevo più di un'ora per prepararmi ad una giornata costellata d'odio e sonnolenza continua. 

La scuola non mi aveva mia appassionato molto, ma ero brava, o almeno riuscivo a rimanere sulla soglia dell'otto, anche se nell’Istituto che frequentavo i voti non contavano molto, la pratica di ciò che studiavamo era molto più richiesta, dovevamo saperci difendere e almeno che il libro non uccidesse un mostro la teoria era inutile. Era terribile vivere la vita a nascondersi e contare su un solo istituto per sentirsi protetti, molti non potrebbero capire i miei discorsi, ma sapevo che i miei amici potevano capirmi, perché erano semidei come me, l'unica differenza era che io dovevo stare più attenta, essere figlia di Ade Dio degl'inferi non era una gran cosa per il mio status. 

Ade, insieme a Zeus e Poseidone, era uno dei pezzi grossi dell'Olimpo, quindi la mia nascita era una potenziale minaccia per chiunque, non solo perché ero molto potente, ma anche per il fatto che mio padre fosse a capo degl'Inferi e questo mi dava un vantaggio sulla morte e sui rapporti con essa.

Quando mio padre mi riconobbe come sua legittima figlia non fu una delle cose migliori, passarono mesi a fissarmi come se fossi un mostro, anche perché nessuno poteva credere che io fossi sua figlia, l'immagine che si dava ad Ade e i suoi figli era molto cupa: occhi neri e spenti, pelle pallida, adoranti della morte e del tutto distaccati dal mondo vivente. Invece per me non era così, avevo preso molto di mio, l'avevo visto forse due, tre volte ma l'avevo trovato tutt'altro che tetro, aveva un sorriso dolce e una pelle rosea che forse nessuno immaginava, amavo i suoi occhi azzurri brillanti, peccato non avessi preso da lui quella caratteristica, i miei occhi erano nocciola, nulla a che veder e con i suoi; in più aveva capelli biondo scuro più o meno lunghi, tutt’altro che i miei, castani e mossi. 

Raccolsi i capelli in modo che non mi intralciassero mentre mi preparavo, tolsi il pigiama lanciandolo sul letto, non ero molto ordinata, ma non me ne facevo un problema, era camera mia e ne facevo ciò che volevo, mia madre non si azzardava neanche ad avvicinarsi alla mia stanza, sapeva che era un disastro ma solo così riuscivo a trovare tutto senza fatica. Indossai un paio di jeans scuri, stretti ed una canotta bianca, sembrava una giornata calda anche se non avevo alzato la tapparella, misi sopra la canotta una felpa blu elettrica e mi avviai verso la finestra per scorgere il tempo fuori, ci misi forse una decina di minuti prima di riuscire ad alzarla, quella tapparella era difettosa e mia madre si dimenticava sempre di darle un'occhiata. Fuori il sole era caldissimo e il traffico di Malibù iniziava a frasi sentire, essendo una città vicina al mare non c'era un momento del giorno tranquillo, le macchine andavano e venivano dalla spiaggia e i mortali non perdevano tempo a farci capire quanto fossero contenti che le vacanze estive fossero iniziate. Aspirai l’aria con gli occhi socchiusi, a gomiti poggiati sul bordo della finestra e assaporai il sapore di salsedine che accompagnava il rumore delle onde fino a me. Mi allontanai dalla finestra e recuperai le converse azzurre un po' consumate ma ancora in buone condizioni e le indossai mentre uscivo saltellante dalla mia camera.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 04, 2014 ⏰

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