chapter two!

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L'indomani sera, il biondo era in preda ad una crisi isterica mentre sceglieva cosa diamine mettersi.
Cioè da quando in qua non sapeva cosa indossare? Guardò ad una ad una le maglie, poi passò alle camicie e alla fine ai pantaloni.
Afferrò una maglia di lino trasparente, uno skinny nero e le vans.
Passò una mezz'ora a sistemarsi i capelli, prese il cellulare e scese le scale passando accanto allo specchio vicino l'ingresso e guardando la sua figura. Non gli piaceva come era vestito, doveva per la millesima volta cambiarsi.
Era sul punto di salire il primo scalino quando la voce del suo migliore amico da dietro le spalle lo fece voltare e fermarsi.

«Non ti cambi per la dodicesima volta, vero? Cioè sei più in ansia tu per un invito a cena da un ragazzo che un adolescente il giorno di primo superiore» Federico ritornò sui suoi passi quando Yuri lo bloccò afferrandolo dalla vita e facendolo scontrare contro il suo petto e farlo girare verso la porta.
«Tu adesso vai da quel Benjamin e non voglio vederti tornare a casa prima di mezzanotte, intesi? E porta questa bottiglia di vino»

Federico si stupì che l'amico si ricordasse il nome di quel ragazzo poiché non si ricordava nemmeno il nome della sua ex dopo che ci erano stati per due anni.

«Ma Cenerentola dovette tornare a casa prima di mezzanotte e non dopo»

«Tu non sei Cenerentola, sei Federico. Adesso vai idiota, prima che ti spedisca io a calci nel sedere»

«Okay, vado»

Il biondo uscì dall'appartamento diretto alla via indicata dal ragazzo il giorno prima. Svoltò una volta a sinistra, procedette dritto attraversando due incroci e girando alla fine a destra notando il nome della strada.
Finalmente dopo una ventina di minuti a piedi era arrivato, pensava che fosse abbastanza lontano e invece si sorprese.
Vide l'unica casa celeste e suonò se non prima di sistemarsi il ciuffo.
Un Benjamin a petto nudo con dei jeans e senza scarpe con un grembiule bianco che gli ricopriva dalla vita fino al ginocchio era davvero troppo.
Federico non sapeva nemmeno più come si respirasse e non sapeva perché di quella sua azione.

«Ehy Federico, vorresti rimanere tutto il tempo lì ad ammirarmi o vorresti entrare?» mormorò il moro.

«Oh sì, entro» disse il biondo cercando di bagnarsi la gola secca con la saliva.

«Detta così sembra avere un doppio senso»

«E tu pensi al doppio senso sempre?» si avvicinò Federico porgendo il vino e facendo il suo ingresso nella casa.

Era abbastanza piccola e accogliente e anche ordinata per un ragazzo.

«Non posso farci nulla. Vieni di là che ho già cucinato e manca solo di impiattare» e il biondo lo seguì.

Si misero seduti al piccolo tavolo, uno difronte all'altro mentre due sedie rimanevano vuote e passarono la loro cena in silenzio. Nessuno dei due voleva proferire parola e di tanto in tanto si scambiavano sguardi pieni di malizia.
Federico pensò di non aver mai mangiato cose così buone, superavano di gran lunga ciò che cucinava sua madre.
Poi Yuri aveva scelto del buon vino e si chiese anche da dove fosse spuntata quella bottiglia. Di solito in casa avevano solo confezioni di birra ma vino o liquori non li compravano mai. Avrebbe dovuto domandare all'amico.

«Di dove sei?» uscì questa frase dalle labbra del moro.

«Modena e tu?» chiese di rimando Federico.

«Darwin, Australia»

«Anche il ragazzo del chiosco è di quelle parti, non è che lo conosci?» domandò il biondo ricordandosi della foto che aveva pubblicato quel suo amico in cui c'era il ragazzo che adesso era di fronte a lui.

¡Moscow Mule! //Fenji//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora