VICTORIA

capitolo uno

Ed eccola seduta su una sedia della cucina, con le lacrime che gli rigavano il viso, la melodia che la accompagnava era quella dei suoi singhiozzi.

 Non si rendeva conto che la testa iniziava già a girarle per quanto aveva pianto, si chiedeva e richiedeva il perché tutto dovesse andare contro di lei, era mai possibile che non c'era una volta che andava bene anche solo una cosa, no niente. Non voleva pensare a nulla, non ne aveva la forza, i consigli anche quelli più veritieri e affettuosi le sembravano solo semplici frase dette e cosi lontane dalla realtà. In quel momento voleva soltanto stare a guardare il mare, dietro a degli occhiali da sole, con le sue inseparabili cuffiette e stare li per ore e ore, forse perché no anche con una sigaretta in bocca, sapeva benissimo che non era salutare e niente ma sul momento le sembrava l' unica cosa che poteva alleviarle il dolore, eppure non fece nulla di tutto questo se non continuare a singhiozzare e fissare un punto non del tutto preciso della  cucina.

sperava che qualcuno notasse il suo stato d' animo, cosi.. non c'era alcuna parola per descriverla, perché con gli altri indossava un sorriso capace di nascondere anche le sue tristezze e quando era sola cercava di non pensarci, le delusioni le pesavano e le umiliazioni stavano accompagnando soltanto questo percorso altalenante di tristezza e confronti che non portavano altro che ad una lotta con se stessa, e lottava.

lottava perché sapeva che non c'era nient'altro da fare in questa vita se non lottare, e combattere anche quando sei a pezzi, la sua piccola vocina interiore l' aiutava continuamente a dirle sei una combattente, show who you are...

lottava perché in questo mondo non c'era spazio per i deboli, perché non è cattiveria ma semplice legge della natura.

combatteva perché aveva capito che il gioco della vita è questo lottare, combattere e buttarsi nelle cose, provarci fino allo sfinimento.

ma proprio quando sei sfinita, quando non riesci neppure più a piangere perché non ti sono rimaste neanche le lacrime che si fa?