~Conoscersi~

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Caleb si poggiò contro il muro dell'istituto, mentre ascoltava il preside -palloso a parer suo- fare un -inutile secondo lui- discorso di inizio anno. Iniziò a dar retta a ciò che diceva, solo quando iniziò ad assegnare le camere. Era proprio curioso di sapere con quale sfigato inferiore a lui sarebbe capitato. Le stanze erano quasi tutte a gruppetti di tre o quattro persone, tranne le ultime cinque, che erano semplicemente a coppie. E il punk capitò proprio in una di quelle.
«Stonewall Caleb, Sharp Jude. Stanza 148»
Caleb raccolse il proprio zaino da terra e andò subito nella stanza, senza preoccuparsi di vedere il compagno di stanza. Buttò le proprie cose accanto al primo letto che trovò, e si stese accavallando le gambe. Qualche minuto dopo, qualcuno entrò.

Jude stava con il suo amico David ad ascoltare il discorso -per lui interessante- di inizio anno del preside -un brav'uomo a parer suo-. E fu ancora più interessato, quando iniziò ad assegnare le camere. Sperava di capitare col suo migliore -ed unico- amico, che conosceva da sempre. Purtroppo, non fu così. Infatti, capitò in una stanza a coppia, con un altro ragazzo.
«Stonewall Caleb, Sharp Jude. Stanza 148»
Notò subito un ragazzo dirigersi verso quella stanza senza degnare nessuno di neanche mezzo sguardo. Sospirò silenziosamente e, tenendo stretto lo zaino con le proprie cose che aveva compostamente sulle spalle, lo raggiunse. Entrò nella stanza, trovandolo già steso su uno dei due letti.

Caleb aprì un occhio e scrutò il suo compagno di stanza. Aveva i rasta castani chiari legati in una coda alta, camicia bianca perfettamente chiusa, jeans senza neanche mezzo strappo e dei ridicoli occhialini da aviatore.
Che sfogato pensò subito, mentre scorgeva gli occhi nascosti dell'altro, scrutarlo a loro volta.

Jude osservò attentamente il ragazzo. Aveva un ciuffo castano con ciocche bianche, il resto della testa rasata. Portava una maglia a maniche corte nera con un coltello sopra, jeans scuri strappati e gli occhi verdi. Lo stava scrutando.
Che teppista... fu il suo primo pensiero.
Dopo qualche attimo, sistemò ordinatamente le proprie cose dall'altra parte della stanza.

«Dovresti mettere a posto» disse Jude, notando tutte le cose del castano buttate a terra accanto al letto.
«Tsk. Sono cazzi miei, non trovi sfigato?» mormorò acido Caleb, con un ghigno divertito e maligno in volto. Ma il rasta non gli diede corda e restò pacato.
«Ti conviene farlo adesso che c'è tempo, tra poco iniziano le lezioni»
«Nessuno ha chiesto il tuo parere, rasta»
Jude roteò gli occhi, decidendo di lasciar stare. Si mise a controllare le aule e le lezioni che avrebbe dovuto frequentare, e dopo una decina di minuti si diresse verso l'aula di matematica. La lezione sarebbe iniziata tra un quarto d'ora, e lui si sedette tra i primi banchi, iniziando a studiare il programma che avrebbero fatto quell'anno. Dopo altri dieci minuti, fu felice di vedere che quella lezione la condivideva con David. L'azzurro si sedette accanto a lui e iniziarono a parlare un po. Jude venne a sapere che il suo amico era in una stanza a coppia, il suo compagno si chiamava Joe King ed era gentile, anche se un po riservato.
«Almeno tu, stai con qualcuno di simpatico»
«Mh? Stonewall ti dà problemi?»
«Diciamo solo che più lo evito, e meglio sarà per me»
«Okay, capito. Allora cercherò di farti studiare da me più tempo possibile»
L'aula iniziò a riempirsi, il professore arrivò, e dopo essersi presentato iniziò subito a far lezione, nonostante vari mormorii di disapprovazione provenienti da tutti eccetto il rasta che, subito, iniziò ad intervenire ed alzare la mano ogni volta che poteva.

Caleb entrò nell'aula di italiano esattamente un secondo prima che la campanella suonasse, ed andò a sedersi agli ultimi banchi accanto a Joe. I due chiacchierarono sottovoce durante la lezione, e il punk venne a sapere chi fosse il compagno di stanza dell'amico. Un certo David Samford. L'arancio non faceva altro che ripetere che fosse parecchio bello ed interessante, tanto che Caleb dovette anche comunicare con lui, invece che ascoltare e basta come al solito.
«Ed il tuo compagno?»
«Uno sfigato perfettino. Sarà divertente stuzzicarlo un po»
«Sei il solito baka»
«Ma taci»
Di tutta la lezione, nessuno dei due seguì niente. L'unica cosa che riuscirono a capire, furono i compiti assegnati per la volta a venire.

Stronzi non si nasce, lo si diventa per necessità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora