«Quanti anni hai?»
«Dodici.» ti risposi fiero ma Renjun come sempre mi corresse.
«Non è vero, ne hai undici. Jeno yah nessuno ti ha detto che le bugie non si dicono?»
Ed ero lì che ti sorridevo imbarazzato ma tu invece di ridere di me mi sorrisi con due occhi brillanti.«Ottimo, anche io ne ho undici.»
E non sapevo che quel dolce sorriso che mi avevi rivolto mi avrebbe accompagnato per molto tempo.ꕥ
«Omiodio ma domani è il tuo compleanno!»
«Jeno, oggi è l'undici agosto non il dodici.»
Ti lanciai uno sguardo confuso prima di portare una mano sulla mia fronte.
«Cavolo Min hai ragione. È che sono eccitato e voglio che tu apra il tuo regalo.»
«Beh potresti darmelo adesso.» uno sguardo furbo scintillava sul tuo volto.
«No, non è il tuo compleanno. Te lo darò il tredici come è giusto che sia.»
«Jeno, non per dire nulla ma Renjun me lo ha dato a maggio.» rise il ragazzo mostrando il braccialetto di pelle che portava al polso.
«Sì ma Renjun è stupido quindi.»
E mentre mi sorridevi con la trepidazione e la curiosità di voler sapere cosa mai fosse incartato nel pacchetto poggiato nell'angolo della mia stanza io sentivo le farfalle nel mio stomaco impazzire.ꕥ
«Jeno?»
«Mh?»
«Posso darti un bacio?» Non sapendo bene cosa risponderti voltai la testa e ti guardai sorpreso e imbarazzato. Una tua mano lentamente si poggiò sulla mia guancia e vedendo che rimasi fermo ti avvicinasti e mi diedi un bacio, un altro e un altro ancora.
ꕥ
«Sono le 23:23 esprimi un desiderio.» mi sussurravi con un filo di voce mentre mi lasciavi un leggero bacio sulle labbra che io ricambiavo con passione.
Come era sciocco da parte tua pensare che avessi un qualche desiderio da esprimere avendo te al mio fianco. Tu eri il mio desiderio, non avrei voluto nient'altro.
ꕥ
«Com'è andata oggi a scuola?»
«Bene, ho preso undici.»
Sul tuo volto comparve uno sguardo perplesso che subito si trasformò in uno divertito.«Come hai fatto a prendere undici su un massimo di dieci punti.»
«Non ho specificato che undici era un singolo voto.»
E allora sospiravi, tiravi fuori il libro di inglese dal tuo zaino e mi trascinavi seduto vicino a te mentre tentavi di spiegarmi cose che tanto non avrei mai capito.
ꕥ
«Oggi è l'undici novembre.»
«Lo so.» mi avevi risposto con occhi furbi, le mani nascoste dietro la tua schiena. Sapevo benissimo che li dietro c'era un regalo fin troppo bello e semplicemente perché eri tu a donarmelo.
«Tadaan.»
Il pacchetto da dietro la tua schiena passò nelle mie mani ed emozionato lo aprii. Avvolto nella carta rossa c'era una nostra foto racchiusa in una cornice dal bordo dorato. Sorrisi mentre il mio cuore si sciolse nel vedere il tuo bellissimo volto immortalato in quella foto che avrei potuto tenere con me per sempre.ꕥ
Sentivo il rumore della pioggia che cadeva leggera sul tetto del tram mentre il paesaggio incupito dal brutto tempo mi scorreva davanti. La voce registrata del tram annunciò la fermata successiva che purtroppo non riuscii a sentire a causa del rumore della pioggia e del chiacchiericcio delle persone attorno a me. Spostai lo sguardo dal finestrino avanti a me alla schermata di avviso della prossima fermata solo che davanti ai miei occhi non trovai il nome della fermata ma al contrario l'ora e la data di quel giorno.
14:33 del 11/11
Il mio sguardo rimase fisso sulla data mentre una punta di amarezza e malinconia si fece strada nel mio cuore. Era l'undici novembre eppure io non ero con te, non avevo neanche un'idea di dove tu fossi, non ricordavo più il tuo profumo né il suono della tua risata. Non ci sentivano da troppo tempo e la mia mano spesso digitava il tuo numero di telefono senza però mai chiamarti, senza averne il coraggio. Speravo semplicemente che tu fossi felice e soddisfatto e che quel tuo sorriso incantevole spuntasse ancora sulle tue rosee labbra.