Come foglie d'autunno

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Mentre guardava il paesaggio cambiare, dal finestrino di una macchina, Annabeth si chiese cosa l'avesse, davvero, spinta a lasciare la città dove era nata e vissuta per trasferirsi a New York.
Non ci era mai stata prima, non si era mai spostata da San Francisco.

Percy aveva sempre vissuto a New York, era sempre stato uno di quei ragazzini sottovalutati e lasciati da parte, a guardare la vita degli altri; almeno finché, al liceo, non era entrato nella squadra di nuoto, ma anche lì, restò sempre quel ragazzino un po' schivo e solitario.
Ma ha sempre saputo di essere nel posto giusto, il luogo adatto a lui, proprio come le foglie d'autunno, ai piedi dell'albero dal quale sono cadute.

Era da quando aveva finito il liceo che, Annabeth, sentiva il bisogno di cambiare aria, e anche se New York era più caotica di San Francisco, era anche una ventata di aria fresca.
Così, a distanza di due settimane dalla fine dell'estate, aveva fatto i bagagli ed era partita.
Non sapeva cosa aspettarsi.
Ma munita di coraggio, di spirito di iniziativa e di quella leggera euforia che avvolge le persone prima di una partenza aveva cercato un posto dove stare e aveva trovato una fattoria, sulla costa di Long Island, che sarebbe stato il luogo dove avrebbe vissuto, la sua nuova casa, e non sapeva cosa aspettarsi.
Nonostante questo, quella città la stava chiamando e lei sarebbe partita.

Poco prima della fine del liceo, Percy, decise di lasciare la casa della madre e del patrigno e di cercare un posto dove andare ad abitare, di cercare la sua strada. Venne attirato da un annuncio di una fattoria, sulla costa di Long Island, al cui proprietario serviva un aiuto, ed era disposto anche a dare alloggio; l'opportunità perfetta per iniziare il suo viaggio, come l'arrivo della stagione autunnale per le foglie viandanti.

Annabeth guardando, fuori dall'auto, gli alberi, ormai spogli, pensó di sentirsi come le foglie adagiate ai rami, un piccolo essere alla ricerca della libertà e, anche, della felicità.
Le foglie d'autunno, gradazioni di rosso, si staccano dalla madre, porto sicuro, per volare nel vento, libere ed infine esauste ma soddisfatte, si adagiano alle radici, felici, per concludere il loro viaggio.
Così si sentiva Annabeth, una foglia d'autunno che si era appena staccata dal proprio ramo, alla ricerca di qualcosa di più.
Con questi pensieri, non si accorse di essere arrivata nel posto che avrebbe iniziato a chiamare casa.
Non si accorse del tassista fermo per farla scendere dall'auto e non si accorse dell'uomo sullo stipite della porta di ingresso che aspettava il suo arrivo.
E non si accorse delle piccole foglioline aranciate che, sulla brezza marina, danzavano per lei.

Così, Percy, dopo pochi giorni dalla vista dell'annuncio, andò a visitare la fattoria che lo aveva tanto incuriosito, seguito dalla madre che era restia a lasciare andare il suo bambino, ormai non così tanto piccolo.
Fu così che, poco più di una settimana dopo, Percy,si ritrova ad abitare in un'altra casa, ad avere un altro porto, un altro rifugio.

Annabeth scese dal taxi con le sue due valigie, e si fece coraggio, come le foglie d'autunno che iniziano il viaggio, ed entrò nella fattoria che l'avrebbe ospitata; era certa che sarebbe stata una piacevole permanenza.
Chirone, l'uomo che la stava aspettando alla porta, le mostrò la sua camera, la stanza che sarebbe diventata il suo rifugio, il suo porto sicuro; le mostrò il resto della casa e, finito il giro della casa, la fece riposare e disfare i bagagli nella sua nuova stanza.
Scesa per cena e sedutasi a tavola, incrociò gli occhi azzurri di un ragazzo, più o meno della sua età.
E capì.
Capì che non era la città a chiamarla, era lui.

Allo stesso modo, appena Percy, incrociò gli occhi grigi della ragazza che si trovava davanti, la ragazza che si era appena trasferita, capì.
Capì, la curiosità per quella fattoria, un po' sperduta, alla periferia di New York.
Capì che lo portava a lei.

Entrambi, occhi di diverso colore, si incrociarono un pomeriggio autunnale, seduti a tavola, in una fattoria sulla costa di Long Island.
Distratti e allontanati, poi, dalle parole del padrone di casa, continuarono a cercarsi, costantemente e incessantemente, perché trovandosi, avevano capito che le parche, il fato o il destino, chiunque esso sia, aveva incrociato i fili della loro vita; così come si erano appena incrociati i loro occhi, e come si incontrano, scontrano e incrociano le foglie d'autunno che danzano al vento; e aveva fatto si che gli occhi grigi di Annabeth arrivassero a New York per incontrare gli occhi azzurro mare di Percy, in una fattoria alla periferia di New York.
Mentre fuori le foglie cadono dai rami, il loro viaggio finisce e loro, serene, si addormentano sulle radici del proprio albero, o magari sono ancora in volo e ballano sui venti e infine si adagiano sui marciapiedi, o, le foglie incontrano persone che le raccolgono e ne ammirano la leggerezza e ne sono invidiose, perché le foglie possono volare mentre loro, piccoli puntini nell'universo, non ne hanno la capacità. O almeno, non lo sanno ancora, che sono in grado di volare, se non con il corpo, gli uomini, ingegnosi esseri, hanno molteplici modi per imparare a volare: la fantasia, grande potenzialità che l'uomo ha, permette di viaggiare attraverso mille mondi, e infondo sono le foglie ad essere gelose, per non poter viaggiare così lontano.
E invidiano i due amanti silenziosi e inconsapevoli, che con gli occhi, sono stati capaci di volare.

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