L'incubo

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Toug non si considerava timido. Riservato o discreto. Di sicuro non intimorito. Chiunque avesse conosciuto i gemelli Tex, Ted e Tom, si sarebbe comportato così.

Discendeva da una stirpe di mostri infantili con le più spaventose sembianze mai viste. Denti aguzzi e occhi gialli compresi.

Ma Toug non era come loro. Non ci teneva così tanto al nome della famiglia. Non voleva spaventare nessuno. Ci aveva provato, a spaventare i gemelli, ma quando non c'era riuscito subito, aveva preferito lasciar perdere. Erano tre piccoli mostriciattoli di cinque anni, impossibili da gestire e irrefrenabili.

Così preferì rintanarsi sotto il letto di Ted. Riusciva ad afferrare dolci dimenticati sul copriletto, pop corn caduti sul tappeto, giocattoli abbandonati e una volta persino un libro illustrato. La sua vita gli piaceva, alla fine. Usciva giusto qualche volta, quando non c'era nessuno o di notte, senza disturbare.

Andava bene.

Fino a quella sera.

Il cugino Craig, di otto anni, rimase a dormire con loro un sabato. Craig era un bambino brutto, viziato e violento. Sembrava più uno di loro che un bambino. Un demone. Un incubo. Con un ghigno terrificante nell'incarnato pallido e gli occhi acquosi. Quando lo intravedeva, dall'orlo delle coperte, Toug aveva paura.

Però quando Craig si sedette sulla schiena di Tex, il più gracile, iniziando a dare ordini agli altri, Toug si infuriò. Non si trattavano così i suoi gemelli!

Quando arrivò il momento di dormire, pensò che non si sarebbe mai addormentato. Craig avrebbe fatto del male ai bambini? E a lui? Se lo avesse scoperto, cosa gli avrebbe fatto?

La stanza era buia. Solo le lucine notturne creavano un tenue bagliore che mostrava più ombre che cose reali. Era la giusta atmosfera. Suo padre glielo raccontava spessissimo. Strategie, mosse, coreografie, improvvisamente si ricordò tutto.

Strisciò fuori da sotto il letto e si avvicinò alla brandina di Craig proprio mentre lui si alzava. Toug si fermò prima che lo potesse vedere. Si spaventò e si nascose dietro il comodino. Cosa voleva fare?

Craig saltellava verso il letto di Ted con il suo orribile ghigno. Il cuore di Toug batteva fortissimo. E neanche sapeva di averlo. Spiò ancora il ragazzino e nel momento in cui lo vide allungare le mani verso il bambino, incurante della paura si alzò in tutta la sua altezza, gonfiando le spalle e la testa, e si avvicinò con passo felpato.

Il ragazzino dovette sentire qualcosa perché si girò verso di lui. Il suo viso sbiancò alla poca luce. Era una buona cosa? Gli stava facendo paura? O si sarebbe messo a ridere?

Toug si immobilizzò per un attimo. Doveva sforzarsi: come si spaventa qualcuno? Ma poi, si avvicinò sicuro, alzando le braccia pelose, ringhiando e sputando pezzi di cracker, gridando "Lascia stare i gemelli!" e Craig gridò mentre i suoi occhi spalancati si riempirono di terrore liquido che uscì in copiose gocce.

Toug guardò il ragazzino uscire dalla stanza gridando. Prese il succo sul comodino di Tex e tornò sotto il letto di Ted, soddisfatto. 

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