Azioni e rimedi

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Soffro di attacchi di panico.
Non da sempre. Due o tre mesi all'incirca. Due o tre mesi che vivo con l'ansia che da un momento all'altro, possa cogliermi all'improvviso un attacco di panico. In qualsiasi posto, con chiunque io sia, qualsiasi tipo di situazione.
Mi inizia a mancare il respiro.
Ansimo.
Iperventilazione.
Mi gira la testa.
Mi batte forte il cuore, ad una velocità non del tutto normale.
Ogni volta lo stesso ripetersi di eventi.
Ed ecco che comincia il panico.
Non sai dove guardare.
Niente, nessuna cosa ti da sollievo.
Ogni persona intorno a te sembra non poterti aiutare in alcun modo.
Ti senti come appeso ad un filo, un filo sottilissimo, in bilico tra vita e morte. Si, ti sembra di morire, è quello che spaventa.
Dura un'ora più o meno. Un'ora di angoscia, sempre così.
Mi si annebbia la vista, ora mi gira forte la testa.
E ti accorgi di quanto è lunga un'ora in questi momenti. È davvero, davvero, davvero lunga.
Mi chiedo sempre come mi vedano esternamente.
Faccio pena?
Provoco tristezza? Agitazione?
Oppure sono solo un peso in quel momento?
Chissà, non so se qualcuno può rispondere a questa domanda. Fatto sta che ogni volta mi assale questo pensiero, questo punto interrogativo. No, non ci pensi quando stai avendo l'attacco di panico, però dopo si, e mi vergogno un po'.
Vi chiederete cosa c'è che mi turba così tanto in quest'ultimo periodo. Bè, non lo so.
'Va tutto bene' , dico sempre.
In famiglia siamo tutti in salute.
Ho molti amici che mi vogliono bene.
Una persona al mio fianco che mi rende molto felice.
Un lavoro a tempo indeterminato, e mi piace molto il mio lavoro.
Quindi non riesco a capire cosa genera questi attacchi di panico.
E mi innervosisce questa cosa, non sapete quanto.
Sono uno che ama tenere tutto sotto controllo, e questa cosa non riesco a controllarla, perciò mi innervosisce.

Seguo una terapia di psicoanalisi, e prendo lo Xanax, una vera e propria droga legale (consiglio personale, non utilizzatelo, davvero).
Penso che la terapia sia una cosa molto bella, almeno dal mio punto di vista; me lo ha detto anche un'amica, che faccio bene, che non è cosa da tutti, e la ringrazio molto per questo pensiero.
In ogni caso, non è che mi piaccia l'idea di essere in cura. Però penso che parlare con qualcuno che, oltre ad ascoltarti davvero, riesce a cogliere il significato nascosto delle parole che dici, la ragione intrinseca per cui pronunci proprio quelle parole.
È davvero una cosa forte.
E funziona, funziona davvero. Ti fa capire cosa si nasconde dietro tutto quello che ti succede.
E in effetti la situazione piano piano sta migliorando. Gli attacchi di panico si fanno meno frequenti (sono passato in poco tempo da averli tre, quattro volte in una settimana, a non averne per giorni). E forse incontro dopo incontro sto riuscendo a realizzare quello che scatena tutto ciò, la goccia che ogni volta fa traboccare il vaso.
Non ve ne parlo ancora però, prima ho intenzione di terminare questo ciclo di terapia. Quando avrò risposte certe aggiungerò un pezzettino a questa storia, così che se leggendo qualcuno dovesse essere nella mia stessa situazione, possa, se non riesce a trovare la soluzione, quanto meno sentirsi un po' confortato.

Comunque la psicoanalisi è affascinante, una scienza imperfetta basata sulle parole, sulle parole cazzo.
La persona con cui parli riesce ad entrarti nella testa attraverso quello che racconti. E questa cosa è tanto fantastica quanto strana.
Un po' come il nostro cervello, una macchina eccezionale, ma allo stesso tempo complicatissima.
Che strana la mente umana, davvero strana.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2018 ⏰

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