VIOLA

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La lezione di storia medievale era appena finita, e ancora una volta i crociati, furono sconfitti e buttati fuori da Gerusalemme e dalla Terra Santa, dal grande condottiero islamico Saladino.

Là professoressa ricordò ai presenti che l'indomani mattina, la lezione si sarebbe svolta al polo Carducci , per motivi di manutenzione dell'aula in causa.

Viola aveva seguito la lezione molto attentamente, visto che la storia le era sempre piaciuta in tutte le sue sfaccettature, ma allo stesso tempo quella mattina, la sua testa gli poneva domande lontane dallo studio medievale.

Fece per lasciare l'aula quando con la spalla sbatté contro qualcuno, facendo rovinare a terra tutti gli appunti presi "Scusami non ti ho avevo visto" disse senza nemmeno guardare chi fosse.

"Tranquilla non è niente" disse gentilmente.

Viola alzò lo sguardo "Riccardo... ma cosa ci fai qui?" domandò abbracciando il suo amico.

"Beh, forse te lo sei dimenticato, ma anche io studio all'uni di Lettere" sorrise contraccambiando l'abbraccio.

"Ma no che non me lo sono dimenticata, ma non mi ricordavo che frequentavi anche il corso di storia medievale" si sistemò la sua felpa grigia, abbozzando un sorriso.

"In effetti non la seguo, ero venuto a cercarti" gli rivelò.

"A cercarmi? Per cosa?"

"Volevo parlarti di una cosa" disse misterioso.

"Così mi metti ansia Riccardo, non tenermi sulle spine dai!" Viola si spostò dal viso una ciocca dei suoi capelli rossi.

"Si tratta di Nicola, sai che se ne è andato?" si sistemò gli occhiali.

Viola cambiò: il suo sguardo si fece più cupo e la sua gamba iniziò a ballare nervosamente "Si lo so" disse abbassando gli occhi.

"Immaginavo, le voci corrono veloci come il vento qui dentro. Te lo ha detto Lisa?"

Con il capo gli fece cenno di no, poi strinse i suoi appunti tra le mani "Mi ha lasciato una scatola e un biglietto davanti la porta, con una viola e c'era scritto che se andava" la sua voce era tremolante.

"Capisco..."

"È stata colpa mia, sono stata troppo dura con lui quella sera..." sospirò "...ma non potevo pensare che se ne sarebbe andato... per sempre."

"Come per sempre? Tornerà ogni tanto, poi non è detto che ci resti".

"Non so... quello che era scritto sul biglietto, lasciava intendere così" spiegò.

"Comunque Viola non è stata colpa tua, ha ricevuto una proposta di lavoro che non poteva perdere assolutamente, ed è andato via. Tu non c'entri niente" cercò di consolarla per non farla sentire in colpa, anche se sapeva che era soprattutto lei la causa scatenante per la sua partenza.

Viola lo guardò allargando la bocca in un sorriso cieco, con le lentiggini che spiccavano sul suo carnato chiaro "Grazie Riccardo."

"Di niente, ho solo detto la verità su d..." ma la ragazza lo interruppe.

"Non voglio sapere altro di lui, se ne è andato via e va bene così... se voleva farmi sapere qualcosa, veniva a salutarmi di persona" poi uscì fuori salutando Riccardo, che rimase lì come una statua di ghiaccio senza poter dire una parola di più.

Erano arrivate le sedici in punto, e la sua lista di impegni non si era ancora accorciata: doveva sempre portare gli appunti ad una sua amica, fare la spesa, passare dalla posta ed infine andare a casa per farsi una doccia e prepararsi per andare a lavoro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 01, 2018 ⏰

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