L'antidoto perduto

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Essere omosessuale nel 2018 è più difficile di quanto qualcuno oserebbe pensare o credere. Perché esserlo negli anni cinquanta forse significava nascondersi, vergognarsi, farlo profondamente perché nessuno poteva capire quello che eri, ti avrebbero additato come un invertito, come un pazzo folle e malato da rinchiudere e curare. Esserlo nel 3000 forse sarà meglio di oggi, o almeno è quello che si augura Martino, perché essere omosessuale nel 2018 significa vivere in un limbo.

Ci sono persone che lo accettano, che lo capiscono e persone che ancora fanno fatica a farlo, che ti vedono comunque diverso, che potrebbero tagliarti fuori dalla loro vita e farlo piano, a piccoli passi, perché nel 2018 tagliare fuori un amico perché è omosessuale non va bene, finisci per sembrare tu quello sbagliato quindi se devi farlo devi farlo con cautela. Martino per fortuna non ha questo genere di problemi perché i suoi amici sono tre sfigati ma con un grande cuore. Sapeva che se avesse parlato a loro di Niccolò, non avrebbero fatto alcun tipo di tragedia. E quindi torniamo al punto della situazione: essere omosessuale nel 2018 significa che quando non riesci tu ad accettarti per primis, le persone che ti stanno intorno ti considerano folle e la prendono anche sul personale perché: "pensavi questo di me? Che sarei stato così retrogrado da non accettarti?"

Il problema di Martino è sempre stato questo, da quando si è ritrovato seduto accanto a Niccolò sul terrazzo della scuola e sentiva le dita che gli tremavano e non per il freddo, mentre reggeva quella canna, sentiva che stava per intraprendere un percorso difficile. Più difficile del percorso che lui e Niccolò avevano usato per arrivare a quel terrazzo. Pieno di ostacoli, di salite, di cancelli da scavalcare. Paure da affrontare, da superare per poter andare avanti. Il problema di Martino non sono mai stati i suoi amici, o sua madre che è depressa, o la cotta stratosferica che Emma si era presa per lui, no. Il problema di Martino è sempre stato soltanto Martino.

Essere omosessuale nel 2018 può comportare pure questo: che tutti sarebbero in grado di accettarti tranne te. Significa voler indossare perennemente una maschera e lanciarla via solo quando sei insieme al ragazzo che ti fa battere il cuore, in sella ad una bici e con Roma alle spalle bella come lo è stata sempre.

Niccolò è arrivato nella sua vita prima a piccoli passi e poi di prepotenza: si è preso tutto, i suoi sorrisi, i suoi giorni felici, i suoi pensieri. Martino ha scoperto per la prima volta in vita sua quanto sia complicato essere innamorato, e lo ha scoperto pian piano, quando in mezzo ad una folla, con sua madre davanti o insieme ad i suoi amici, circondato da un milione di distrazioni, il suo pensiero era sempre quello, sempre lui, come un chiodo fisso.

Niccolò è come un'enigma: di lui sa poco o niente, tranne che ha un sorriso mozzafiato e ci ha messo meno di due mesi a farlo innamorare. Che ascolta musica strana che lui non aveva mai sentito prima, che nasconde l'erba tra i libri e tra le corde di una chitarra, che fa il bene il caffè ma non sa cucinare la carbonara, che ha tanta fantasia e che si sente solo alle feste in mezzo alla gente. Di lui sa che gli ha fatto perdere la testa, completamente, irremediabilmente.

E così, quando si è ritrovato sul punto di crollare, lo ha detto a Giovanni. Perché lo strizzacervelli della scuola per quanto folle possa sembrare aveva ragione, se ti isoli e perdi l'appoggio dei tuoi amici finisci per crollare da solo e non avere nessuno che ti aiuta a rimetterti in piedi.

Parlare con Giovanni gli ha aperto un mondo, gli ha spalancato quel cancello che non riusciva a scavalcare e dato libero accesso allo step successivo, il sorriso di Giovanni gli ha detto tante cose "non devi aver paura di niente, non devi temere nessuno, sarò sempre accanto a te" e gli ha dato così tanto coraggio che parlare con Elia e Luchino è stato più facile di quanto avrebbe mai pensato. Facile, bello, liberatorio. Sedersi allo stesso tavolo della casa al lago e parlare tutti insieme di Niccolò, delle sue stranezze, del suo carattere difficile, della sua continua indecisione. Non era più Martino che pensava, pensava, pensava, che si rivoltava nel letto fino alle quattro del mattino, fino a che il sonno e lo stress non prendeva il sopravvento su di lui, stavolta è stato Martino tra i suoi amici che parla ad alta voce e si lascia consigliare da chi di amore ne capisce forse più di lui.

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