Euphoria

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One Shot

E U P H O R I A

C'è qualcosa che mi entusiasma quando una mattina ti svegli e riesci a percepire l'inverno sempre più vicino. Non so, sarà perché manca meno di un mese a Natale e le città cominciano a dipingersi di bianco... O forse è perché questa stagione mi fornisce l'ennesima scusa per farmi stringere tra le braccia di Jungkook.

Il sole splende pallido al di là delle finestre e, a giudicare dall'ora, sarà buio presto. L'orologio appeso alla parete, proprio sopra il tavolo, segna infatti le quattro e qualche minuto. Mi passo una mano tra i capelli mentre con l'altra gioco col cellulare per evitare di leggere e rileggere sempre le stesse conversazioni con Kookie.

Non ci vediamo da qualche giorno, ma è come se fossero trascorsi anni nel frattempo. Mi manca averlo attorno e riposare la testa nell'incavo del suo collo, dove le mie narici vengono invase dal profumo di casa e lo sento inghiottire la saliva a fatica se le mie labbra per un istante gli solleticano la pelle della gola. Mi manca la sensazione di quotidianità e normalità che provo soltanto in sua compagnia, il cuore che si calma non appena lo vede, le mani che all'improvviso diventano incapaci di stare ferme nelle tasche e lo devono toccare in un modo o nell'altro. Mi manca essere padrone del mio corpo solo a metà, perché quando si tratta di lui non vorrei fare altro che abbracciarlo e baciarlo, lasciare che la sua bocca tracci il profilo della mia mandibola e il disegno delle clavicole solo per poi tornare alle mie labbra per baciarle e morderle e sorridere nel mentre.

Averlo conosciuto mi ha fatto tornare a essere un adolescente alle prese con la prima cotta. È stato il momento in cui sono stati i piccoli gesti ad assumere un'importanza maggiore rispetto al resto; un po' come quando, durante il nostro primo appuntamento, ho avvertito le sue dita accarezzare timide il dorso della mia mano appoggiata sul tavolo e visto le sue guance farsi rosse dall'imbarazzo. È successo anche quando abbiamo dormito insieme per la prima volta e l'indomani, quando mi sono svegliato, le sue mani erano tra i miei capelli e sorrideva in una maniera così genuina, sincera, che tutto il mio corpo ha di colpo perso consistenza. Di fronte a tale adorazione, di fronte alla felicità che riempiva i suoi occhi quando mi guardava, come potevo restare indifferente? E allora lo baciavo piano, col cuore che palpitava e le farfalle che danzavano nello stomaco, con la medesima euforia di quando da bambino nel parco correvo ascoltando soltanto il rumore del vento e la medesima pace che si irradiava nel mio petto quando mia madre mi dava un bacio sulla fronte prima della buonanotte.

Chiudo il gioco senza salvare i miei progressi e apro la nostra conversazione. Sto per scrivergli di vederci per una cioccolata calda, magari prima di cena, quando il telefono tintinna segnalandomi l'arrivo di un messaggio. Lo fa solo per un breve istante, però, perché colui che me l'ha mandato è la stessa persona alla quale stavo pensando tanto forte.

❄️

Sono già davanti alla porta quando suona il campanello. La apro ritrovandomi così di fronte a un Jungkook spettinato e dall'aria stanca. Ha le guance rosse e un rivolo di sudore gli sta solcando la tempia sinistra. Deve aver appena finito di allenarsi in palestra.

«Volevo vederti, non sono riuscito a resistere fino a domani.» È questa la prima cosa che mi dice alludendo al fatto che domani è sabato e siamo entrambi liberi dai nostri impegni.

«Sono felice che tu mi abbia chiesto di vederci» gli rispondo. «Stavo per farlo io quando mi hai scritto tu» gli confesso ridacchiando nervosamente mentre con la mano gli sposto una ciocca di capelli che gli era finita sugli occhi. Siamo proprio due ragazzini.

Jungkook non parla, muove un passo avanti e mi raggiunge oltre l'ingresso. Le sue labbra trovano presto le mie, e non è un bacio tranquillo quello che mi dà: racchiude la voglia che ha di starmi vicino, il vuoto che abbiamo avvertito costretti distanti in questi giorni, il desiderio di non lasciarsi andare come se dalla presenza dell'altro, in qualche maniera, dipendesse una parte importante del nostro benessere. Porto le mani sulla sua nuca e lo attiro maggiormente a me, per quanto possibile; si stacca un attimo per riprendere fiato e sorride guardandomi dritto negli occhi. Lo ricambio in automatico, malgrado le mie mani e le mie gambe stiano ancora tremando per l'emozione che quel bacio tra di noi ha fatto nascere.

Euphoria / JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora