Parte 1 senza titolo

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La luce filtrava dalle tapparelle socchiuse nel suo monolocale in centro città.

Calliope sedeva alla scrivania e fissava un foglio vuoto, in cui avrebbe scritto le sue ultime parole.

Le sue ultime parole.

Come suonava strano, ma ora guardando quel foglio bianco tutto le sembrava più reale. Era arrivato il momento. Accese la lampada alla sua destra, tirò un sospiro profondo e iniziò a scrivere.

"Non lo volevo fare.

Sono stata costretta J., dopo gli avvenimenti di questa primavera non potrò mai più guardarti con gli stessi occhi. Tu forse non capirai all'istante queste parole scarabocchiate in fretta, ma continua a leggere e forse ti renderai conto di tutto quello che è accaduto per uno sbaglio, o forse era solo il destino.

Marzo 2018, sto affrontando uno dei miei soliti periodi di malinconia e tristezza, dopo che E. è partita per Mosca non sono riuscita ad abituarmi alla sua mancanza. La vedo nella vetrina del Cafè in cui usavamo incontrarci, la immagino davanti a me seduta a sorseggiare il suo thè. Poi chiudo gli occhi e quando li riapro e lei non c'è.

Sento il vuoto che mi pervade, lei era il mio punto di riferimento, a lei volevo più bene di ogni altra cosa. Era la migliore amica che avrei sempre voluto.

E allora mi maledivo perché all'inizio cercavo in te questo appoggio. Ma tu hai preferito andartene, verso la tua grande avventura, verso la conquista di quel posto come insegnante di tedesco a Varsavia. E mi hai lasciato lì senza dire neanche una parola. Dopo l'incidente col mio capo. Dopo che piangendo ti descrivevo ogni minimo dettaglio di come mi aveva bloccata nel retro del bar e molestata. Dopo che una parte di me si è spenta per sempre tu sei solo riuscita a dirmi che non era il caso di farsi ridurre così. Sei uno straccio, sei patita davvero pensi che il mondo giri solo attorno a te Calliope? Davvero pensi che alla persone importi ciò che ti è successo. Purtroppo no, non è così quindi riprendi a mangiare e ritorna a lavorare per ciò che ami.

Lavorare per ciò che ami. Come se lavorare,guadagnare,sgobbare dalla mattina alla sera possano ridarmi l'orgoglio che ho perso in un pomeriggio di Febbraio.

Come se le persone fossero automi. "

Fece una pausa. La lettera era schietta, graffiante, forse troppo. O forse era proprio ciò che J. Si meritava

Continuò.

" Io non ho mai chiesto niente da te. Ma quella volta avrei avuto bisogna di una guida, di qualcuno più realista di me che mi aiutasse a ritrovarmi. Mi sono persa e tu hai solo contribuito alla mia confusione. E poi ho incontrato E. ma era troppo tardi, sarebbe partita appunto a inizio Marzo e io dovevo davvero imparare a cavarmela da sola.

E mentre stavo seduta nel Cafè dove solitamente mi incontravo con E. lo rividi. Il mio capo, con sua moglie passeggiare lungo la via principale.

A lui non era cambiato niente. Probabilmente neanche si ricordava di me. E io intanto osservavo, distrutta,stanca, incazzata la sua figura robusta attraversare la via, guardare le vetrine e baciare sua moglie.

Che schifo questo mondo, pensai, i serpenti, i vigliacchi se la cavano sempre e lasciano affondare nel proprio pantano i sensibili, i fragili in questa società perversa.

E li capii cosa dovevo fare. Ciò che avevo sempre fatto : dovevo andarmene.

E qui tu riderai, tu dirai che avevi ragione che sono codarda e debole. E io ti dico invece che la debole sei tu cazzo, che ti lasci guidare da tutte queste regole e divieti che appartengono a questa parte di mondo.

Io piangerò e soffrirò più forte ma almeno un giorno avrò da ricordare emozioni, forti, strazianti ma pur sempre emozioni. Tu invece ti chiuderai nella bolla di realismo che ti sei sempre creata.

Quindi io ora faccio le valigie e salgo sul primo treno verso Nord

Tu fai ciò che vuoi di questa lettera una volta letta, bruciala, stracciala, a me non interessa.

Basta che ti ricordi bene ciò che ti ho scritto.

Addio

CALLIOPE. "

Posò la penna e pose la lettera sul suo letto.

Era ora di dirigersi verso la stazione. Nel viaggio Calliope guardava fuori dal finestrino del tram e sospirava, chissà cosa le sarebbe successo, chi avrebbe incontrato e se sarebbe guarita da quello stato di intorpidimento.

Chissà se avrebbe imparato ad amare.

Il sole tramontava pallido all'orizzonte, famiglie, coppie e bambini affollavano le strade e anche la stazione era piena. Tutti che aspettavano quel treno che li avrebbe riportati a casa, dai proprio cari, o in un luogo sconosciuto dover poter ricominciare tutto da capo.

Dover poter reimparare a vivere.

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⏰ Last updated: Dec 08, 2018 ⏰

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