Capitolo uno

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Un altro pomeriggio di questo spoglio Ottobre, Draco lo aveva passato sdraiato sul divano di velluto verde della sala comune dei Serpeverde, a lanciarsi e a rilanciarsi una mela nella mano. Senza pensare a niente, senza escogitare un piano per portare a termine ciò che Lui, gli aveva ordinato di svolgere.

Eppure Draco ci provava e riprovava, ma non trovava una soluzione.

"Forse, perché non c'è, non c'è una soluzione a tutto questo. Non sono adatto, non lo so proprio." Pensò.

Ma non poteva rinunciare , doveva farlo, per forza, per il bene della sua famiglia, per evitare che venissero uccisi.

Decise di non pensarci, rimandando il tutto al giorno dopo, così come tutti i giorni di quel sesto anno ad Hogwarts.

"Hogwarts.." Volse gli occhi al cielo. "Questa patetica imitazione di scuola, lo sfregiato la considera la sua casa. Bah, vallo a capire." Pensò.

Ma era lì che Draco aveva delle persone a lui care, che lo accettavano per la sua freddezza e la sua costante superbia: Blaise Zabini e Theodore Nott.

I suoi migliori amici erano seduti su un divanetto accanto a lui, immersi in una animata conversazione sul Quidditch.

Draco volse lo sguardo su tutta la sala: c'erano due ragazzini del primo anno, dal volto terrorrizzato, che giocavano a scacchi magici in un minuscolo angolo, evitando di dare fastidio a ragazzi più grandi.

Spostò lo sguardo su cinque ragazze, probabilmente del quarto anno, che gli lanciavano delle occhiate ammiccanti, convinte di risultare sexy o seducenti.

"Credono davvero di avere qualche possibilità con me? Oche illuse." E un ghigno beffardo comparse sul suo viso.

Dall'entrata della sala continuavano a uscire ed entrare ragazzi, probabilmente diretti o in biblioteca o nei dormitori.

Spostò lo sguardo ancora una volta, verso il camino che emanava una tiepida luce nei bui sotterranei, e li vicino vide una ragazza seduta per terra, le gambe piegate come una sirena, china verso un tavolino, impegnata a eseguire i suoi compiti.

Il viso era coperto dai suoi riccioli dorati e Draco non riuscì a riconoscerla.

Ad un tratto, spostò i suoi riccioli dall'altra parte del volto e Draco intravide il suo orecchio destro con cinque orecchini, cinque smeraldi verdi, che a parer di Draco, le donavano molto.

Nonostante questo tratto parecchio riconoscibile, l'identità della ragazza era ancora ignota.

Decise così di interrompere la discussione sul Quidditch, e di interpellare Blaise, che sapeva tutto di tutti.

«Zab, chi è quella ragazza di fronte al caminetto?»

«Christine Bluelight, 15 anni, Purosangue da generazioni.» Blaise sapeva che era un'informazione importante per Draco.

«Ci credi se ti dico che non l'ho mai vista?»

«Certo! Non si vede spesso in giro, passa molto tempo da sola nel suo dormitorio. È soprannominata l'Isolata, qualcosa del genere. Infatti è molto strano che sia qui in Sala Comune.» rispose Blaise.

«È impegnata?»

Zabini rimase allibito dalla domanda del suo amico.

«No, certo che no! Perché me lo chiedi?»

«Perché ho intenzione di andare da lei e parlare, e nessuno deve disturbarmi.» rispose deciso Draco.

«Scusa, perché ti interessa? È più piccola, per niente popolare, non è neanche tutta questa bellezza...» Nott era entrato nella conversazione.

«Che sia più piccola non mi interessa, è solo un anno di differenza, che non sia popolare...beh si può rimediare e poi, non sarà Miss Mondo Magico, ma chi lo è qui?»

«Santo Salazar, hai un sacco di ragazze che ti vengono dietro e darebbero tutto per te, e non solo le quattordicenni!» aggiunse Theo, dopo un'occhiata spregevole che Draco aveva rivolto alle oche del quarto anno. «Davvero non ti capisco.»

«Beh, forse è perché non fa parte di quelle ragazze che farebbero di tutto per stare con me, e sono deciso a conquistarla: nessuno da resistere al mio fascino!» concluse Draco.

«Di chi state parlando? Dracuccio, di me?» una voce acuta e fastidiosa li raggiunse dalle spalle di Draco.

«No, certo che no, Pansy.» disse Nott duro.

«E smettila di chiamarmi così! Te l'ho detto un sacco di volte!» Draco era infuriato.

«Va bene, perdonami Drachin-... Ehm Draco.» Pansy li aveva raggiunti e il suo muso da carlino era puntato verso Draco, il ragazzo che lei amava da ben 6 anni.

Un silenzio imbarazzante li avvolse: Pansy li aveva interrotti sul punto di conquistare una ragazza.

Blaise decise di rompere quel silenzio.

«Beh, io e Nott andiamo a fare, ehm, un giro al lago nero, vero amico?» stava mentendo spudoratamente e Draco se ne accorse.

«Sicuro.» e in men che non si dica erano tutti e due in piedi.

Draco lanciò un'occhiata a Blaise del tipo *io e te ne parleremo più tardi* un attimo prima che sparirono dalla sala.

Pansy, che non aspettava altro, buttò le braccia al collo di Draco.

«Allora, che cosa facciamo? Siamo rimasti da soli...»

«Niente Pansy, niente!» si scrollò dalla stretta del carlino «Con te, niente!»

Si alzo e si diresse al camino, sapendo di essere stato duro con lei, e lasciandosela dietro con gli occhi lucidi e pieni di lacrime.

«Hei bella.» Draco si era avvicinato a Christine, e si stava sedendo dall'altro lato del tavolino, di fronte a lei, per terra.

Il fuoco del caminetto emanava un tiepido calore. Da vicino poteva ammirare i suoi capelli: boccoli ben definiti le cadevano sulle spalle, erano parecchio lunghi, e dorati.

Non aveva mai amato quel colore oro, per il semplice fatto che rappresentasse la casa dei Grifondoro, ma ora gli sembrava il più bello sui suoi capelli.

Christine era ancora chinata a scrivere una pergamena, che Draco notò solo ora, riguardava Aritmanzia.

«Draco Malfoy.» disse lei in tono severo e tirando su il volto dal compiti per la prima volta.

Draco vide che i suoi occhi erano di un azzurro intenso, come il cielo, e lo fissarono intensamente per qualche secondo. «A cosa devo il tuo allontanamento così brusco dalla tua fidanzata?» Accennò un sorriso.

Draco era sorpreso: come sapeva? Sicuramente si era voltata a guardarli senza che lui se me fosse accorto. «Non è la mia fidanzata.» ribatté duro. «E sono venuto qui per aiutarti con i compiti, sai, sono un anno più grande, il mio aiuto può esserti prezioso.» disse mostrando il suo solito ghigno.

«Si Draco, so perfettamente che sei un anno più grande, qui tutti sanno tutto di te.» Questa affermazione non allontanò il ghigno dal volto del ragazzo biondo. «Comunque è molto gentile da parte tua, ma ho appena finito. Grazie lo stesso.» sorrise. «Ah, e puoi dire al tuo caro amico, credo che sia Zabini giusto? Si, lui, che non passo il tempo nel mio dormitorio, bensì in biblioteca o al limite della Foresta Proibita. Ma credo che sia stata una supposizione, dato che sono posti da lui poco frequentati.» accentuò ancora di più il suo sorriso e raccolse le sue cose dal tavolino.

«Ma-ma...tu...?» Draco era sbalordito, non comprendeva come avesse fatto, aveva un udito così sviluppato?

«Per tua informazione, caro Draco, ho una particolare predisposizione per la Legilimanzia, abilità di famiglia. Prova a riferire anche questo a Zabini, avrà qualche informazione in più.»

Detto questo gli fece un occhiolino, si alzo e, sorridendo, si diresse verso il suo dormitorio, lasciando accanto al caminetto, un Draco senza parole.

Un amore da conquistare. (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora