Capitolo 1

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"Ciao papà, sono tornata a casa"
Nessuna risposta.
Mi tolsi la giacca e lasciai cadere lo zaino, il quale si accasciò al muro. Mi avviai verso il piano superiore e, mentre salivo le scale, sentii un rumore di singhiozzo, quasi soffocato. Mi diressi verso la porta della camera dei miei genitori e, nel frattempo, il piagnucolio di fece più intenso.
Aprii la porta e mi trovai davanti mia madre in lacrime con un fazzoletto in mano, seduta su un lato del letto.
"Ehi, che succede?" Le chiesi visibilmente preoccupata.
"Oh Riley.." e mi abbracciò.
Io ricambiai l'abbraccio e le accarezzai la schiena. "Mamma, perché piangi? E come mai papà non è ancora arrivato?"
Di solito era sempre puntuale: alle 2 staccava al lavoro e verso le 2:40 ci raggiungeva a casa, per poi riattaccare alle 6:00 fino alle 12:00.
"Riley.." fece tra un singhiozzo e l'altro, "io so che sei forte..".
Non capivo, cosa stava succedendo? E perché non c'era ancora papà per consolarla?
"Mamma, dimmi che è successo, mi stai facendo preoccupare", la pregai mentre il mio cuore, piano piano, accelerava.
"Stamattina c'è stato un incendio nella fabbrica di tuo padre..." parlava piano, troppo piano.
Avevo capito. Il fatto che papà non fosse ancora arrivato e che mia madre stesse piangendo a dirotto mi avevano fatto intuire che non sarebbe più tornato a casa.
"Tuo padre... l'hanno portato in ospedale, ma era troppo tardi, non si è salvato... " pianse.
I miei occhi divennero umidi e il mio cuore perse un battito. Come poteva essere successo? Com'era possibile che non si fosse salvato?
Scoppiai in lacrime.
Mio padre era tutto per me,mi aveva insegnato ogni cosa, tranne come vivere senza di lui.

Mi svegliai di soprassalto.
Era un sogno. Era un periodo in cui ne facevo parecchi su mio padre, nonostante fossero passati 4 anni dalla sua morte.
Ero sudata e in lacrime, perciò andai in bagno e mi sciacquai il viso con dell'acqua tiepida e poi tornai a dormire.
Per fortuna, non feci altri sogni così quella notte, ma questo perchè non avevo più chiuso occhio.
Alle 6.00 suonò la sveglia e mi alzai; andai in bagno,mi lavai e poi tornai in camera per vestirmi.
Alle 6.30 presi le chiavi dalla mia scrivania, diedi una veloce occhiata alla foto di me e mio padre qualche anno prima, mentre giocavamo al pallone e poi uscii dalla mia stanza.
Salutai mia madre e mi diressi alla porta.
La mattina era la parte che preferivo perché, per raggiungere il College, dovevo andare in treno con i miei amici ed era bellissimo poter iniziare ogni giornata sentendo le loro risate e chiacchierando di qualunque cosa.
Fra loro c'erano Layla e Tyler, i miei due migliori amici.
Lei era sempre sorridente e pimpante.
Aveva dei lunghi capelli neri e Gli occhi verdi.
Lui, invece, era un ragazzo molto timido e dolce, che sapeva far ridere chiunque. Aveva i capelli ricci e castani, che si intonavano al color verde smeraldo dei suoi occhi.
Loro erano le persone più importanti per me; Layla l'ho conosciuta a 9 anni in un parco giochi in cui mi portava spesso mio padre e Tyler l'ho conosciuto a 11 anni, eravamo in classe insieme alle medie.

Arrivai in stazione e li vidi: erano seduti su una panchina mentre discutevano sui loro gruppi musicali preferiti.
"Buongiorno fiorellino", mi salutò Tyler sghignazzando,probabilmente a causa della mia orribile cera.
"Buongiorno" feci io, andando ad abbracciarli.
Salutai anche gli altri ragazzi del nostro gruppo: Jack, Elly, Alexa e Stefan.
Dopo 5 minuti arrivò il treno e salimmo, prendendo possesso dei primi posti che trovammo.
Layla parlò a me e a Tyler di come stava procedendo il suo progetto di scienze.
Amavo quando parlava,sapeva intrattenerti e renderti partecipe di qualunque cosa parlasse, ma ero persa nel mio mondo e non la stavo seguendo.
Ripensavo al sogno della notte precedente...

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Ciao a tutti!
Spero che la nuova storia vi interessi!
Al prossimo capitolo, baci🌺

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