Capitolo 1.

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Avete presente quando tutto sembra ti si stia ritorcendo contro? Quando ogni cosa che avete programmato da una vita non va secondo i vostri piani? E' così che mi sentivo fino a quando non arrivò  il tanto atteso momento di un cambiamento.

Tutto ebbe inizio una mattina d'autunno precisamente il 15 novembre.

Quel giorno avrei dovuto iniziare a lavorare alle 8 in punto in una caffetteria a Manhattan, ma come previsto arrivai in ritardo per colpa di troppi e dico davvero troppi imprevisti.

La mia vita non è mai stata facile fin da piccola faticavo a fare amicizia con altri bambini, non sono mai riuscita ad avere una migliore amica o un fidanzato e non ho nemmeno mai baciato nessuno nonostante abbia 19 anni, diciamo che sono sempre stata una bambina molto timida e riservata.

Mentre camminavo per le vie della Grande Mela con lacrime che rigavano il mio volto a causa del lavoro perso, quindi di un altro obiettivo non raggiunto e con la consapevolezza che la mia vita ogni giorno andava sempre di più in frantumi, caddi rovinosamente a terra, non so nemmeno io il motivo, forse qualche buca sul marciapiede, comunque il risultato fu doloroso ma anche piacevole sotto un altro punto di vista.

"Serve una mano?"

Mi domandò un uomo che avrà avuto più o meno 25/27 anni a giudicare dall'aspetto.

"Bè credo di non essermi fatta nulla di grave tranne il ginocchio tagliato."

L'uomo mi porse una mano e mi aiutò ad alzarmi.

"Ehm grazie."

Sussurrai leggermente imbarazzata.

"Se vuoi venire io lavoro nell'ufficio qui di fronte cosi potrei medicarti il ginocchio."

"Ok."

L'uomo mi porse di nuovo la mano e mi guidò verso il suo ufficio.

Entrati c'era un grande salone con un ascensore al centro che noi prendemmo fino al decimo piano.

Mi fece accomodare nel suo ufficio scomparendo per ritornare pochi secondo dopo con un kit per le medicazioni.

Prese una garza ed un disinfettante ed iniziò a ripulire la ferita, dovevo ammettere che bruciava parecchio ed infatti dalla smorfia che feci lui sembrò accorgersene.

Finito di medicarla ci mise un cerotto, dopo di che ripose il kit al suo posto in ordine.

Imbarazzata mi alzai dalla sedia ringraziandolo infinitamente.

"Io sono Trevor, Trevor Lightwood."

"Lidia, mi chiamo Lidia."

Lo salutai e mi avviai verso la porta, ma sentì una voce richiamarmi.

"Lidia, perché stavi piangendo?"

Trattenni qualche secondo il respiro e lo ignorai dirigendomi verso l'uscita.








*Spero che come inizio via sia piaciuto, lasciate qualche commento e fatemi sapere! Rosie*

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⏰ Last updated: Dec 13, 2018 ⏰

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