Caro babbo Natale.
Sono parecchi anni che non ti scrivo. Abitavamo ancora nella casa vecchia, ogni anno mia sorella ed io alla vigilia sentivamo le campanelle della slitta e ci nascondevamo in cucina per non farci vedere.
Era bello, l'atmosfera che si creava era magica. Tutto sembrava così reale. Persino quelle campanelle.
Quando si è piccoli, si sa, è molto più semplice essere felici.
Qualsiasi cosa, anche la più apparentemente banale, per un bambino è una gioia. Una nuova scoperta.
Oggi, quando mi guardo indietro, penso che quei momenti andrebbero goduti a pieno perché durano poco e ce li dimentichiamo facilmente.
Crescendo tutto cambia, diventa pesante, intricato e complicato. Cominci a renderti conto che quello che hai vissuto finora era mera illusione, una bolla di sapone che è scoppiata.
In realtà, siamo noi a cambiare. Cambiano il modo in cui vediamo le cose, le prospettive e i pensieri. Affrontiamo tutto con più angoscia, paura, ansia perché abbiamo timore delle conseguenze o del domani. Ci arrabbiamo per qualunque cosa e non riusciamo a comprendere la ragione di ciò che ci accade.
Ecco, io vorrei, almeno un'altra volta nella vita, tornare a sentire quella serenità, quella leggerezza, quella spensieratezza di un tempo. Alzarmi la mattina e sorridere ad un nuovo giorno, speranzosa che mi aspetti qualcosa di bello ed entusiasmante, e non con il timore che capiti una disgrazia.
Lo desidero per la mia famiglia, per chi mi é caro e per coloro che, per un motivo o per un altro, stanno soffrendo in questo momento.
La speranza è l'unica via che resta per farci credere fermamente che le cose possano migliorare. Che esista un rimedio ad ogni problema. Anche quando il buio sembra prendere il sopravvento.
Io ci credo ancora. Credo alla famosa luce in fondo al tunnel.
E' questa la sola cosa che chiedo quest'anno.
Speranza.