Il raduno era appena finito ed Ermal era appena uscito dall'Estragon, pronto a farsi le sue due ore e mezza di macchina per tornare a Milano. Nevicava, lì a Bologna. Le strade erano quasi interamente bianche ed Ermal si prese un momento per contemplare quell'enorme distesa di neve. Alzò la testa e lasciò che qualche fiocco gli cadesse sugli occhi. Era felice, era tremendamente felice. Si avviò verso la macchina e, una volta entrato, prese il cellulare. Voleva condividere la sua felicità con l'unica persona che in quell'anno gliel'aveva ridata, la felicità. Digitò velocemente il suo numero e mise le cuffiette, voleva sentire la sua voce. Uno, due, tre squilli e poi...
"Ricciolè"
"Bizio"
Il sorriso sul volto di Ermal si allargò all'inverosimile e, anche se non poteva vederlo, sapeva che dall'altro lato anche Fabrizio stava sorridendo
"Come stai? Come è andato il raduno?"
"Benissimo. Sono felicissimo, Bizio, davvero. Ogni tanto mi chiedo cosa abbia fatto di tanto bello da meritarmi tutto questo amore. Avresti dovuto vederli, molti di loro sono venuti da lontanissimo eppure avevano tutti un bellissimo sorriso sul volto e mi si riempie il cuore d'amore pensando di aver contribuito anch'io a quel meraviglioso sorriso"
"Sono così felice per te, ricciolè. Sei una persona splendida Ermal e meriti questo e molto di più"
"Mi manchi Bizio. Oggi è stato perfetto, ma sarebbe stato ancora più bello se ci fossi stato anche tu con me"
"Anche tu mi manchi ricciolè, non sai quanto"
"Raccontami qualcosa, dai, che hai fatto oggi?"
Fabrizio sorrise pensando a quanto Ermal ci tenesse a quelle piccole scene di quotidianità e pensò a quanto sarebbe stato bello poterle vivere con lui giorno dopo giorno e non raccontargliele per telefono
"Ma niente di che, so stato coi bambini, abbiamo finito l'albero con le ultime decorazioni che ha fatto Anita all'asilo come lavoretto. Libero ha messo un regalo sotto l'albero per te, non mi ha voluto dire che cos'è e ha detto che se provo ad aprirlo non mi parla più fino ai 18 anni"
Ermal, dall'altro lato del telefono, rise tantissimo e Fabrizio non poté fare altro che seguirlo. Quel bambino lo stupiva ogni giorno di più
"Bizio"
Ermal pronunciò quel nome con tutta serietà che era riuscito a recuperare
"Ma perché un regalo per me?"
Ci fu un attimo di silenzio tra i due, ma Ermal avrebbe potuto giurare che dall'altro lato Fabrizio stava sorridendo
"Ti vogliono bene ricciolè, non c'è un perché, sono bambini"
"Anche io gli voglio un bene dell'anima"
"Sai, quando gli ho detto che avresti passato il Natale con noi, sono stati felicissimi. Anita dice che non vede l'ora di farti vedere tutti i disegni che ha fatto all'asilo e Libero aspetta con ansia la tua cioccolata calda. Non vedo l'ora che sia Natale, ricciolè"
"Anche io Bizio, anche io... Non ho mai festeggiato il Natale e non l'ho mai neanche amato particolarmente, ma quest'anno sono sicuro che questa festa avrà un sapore diverso e il merito sarà soltanto tuo"
"Ti amo tanto Ermal"
"Anche io Fabrì"
Per un paio di minuti nessuno dei due seppe più cosa dire, le parole sembravano superflue e già solo sentire ognuno il respiro dell'altro bastava per far finta di essere insieme.
Ermal nel frattempo era quasi arrivato a Milano. Lì non nevicava ancora, ma il tempo non prometteva bene.
"Ermal"
Fabrizio lo riscosse dai suoi pensieri ed Ermal si aggiustò la cuffietta per sentire meglio
"Si?"
"Stai guidando?"
"Si Bizio"
"Vai piano, nevica"
Il sorriso sul volto di Ermal si allargò a dismisura
"Certo Bizio, stai tranquillo. E poi qui a Milano non venica ancora"
"Ma è brutto tempo e fa freddo, quindi stai attento. Resto a telefono con te finché non arrivi a casa, va bene?"
In qualsiasi altra occasione Ermal avrebbe riattaccato senza pensarci due volte. Non sopportava quando qualcuno lo trattava come un bambino, ma conosceva Fabrizio e con lui anche la sua ipocondria e il suo cuore non poteva che riempirsi di gioia quando Fabrizio si dimostrava così protettivo nei suoi confronti. Ermal aveva sempre pensato che la frase "scrivimi quando arrivi a casa" fosse la dichiarazione d'amore più bella di sempre, ma "resto a telefono con te finché non arrivi a casa" l'aveva decisamente battuta a mani basse. Da fuori magari sarebbe potuto sembrare un gesto stupido, ma per Ermal era la conferma di quanto lui fosse importante per Fabrizio e questo non poteva far altro che fargli esplodere il cuore d'amore.
"Bizio, puoi restare a telefono con me anche fino a domani mattina, se ti va"
"E poi chi lo sente Pastorino se domani mattina ti presenti in studio come uno zombie? Nono, dormi che ti fa bene"
Ermal scoppiò a ridere talmente forte che quasi gli vennero le lacrime. Lo amava, non aveva più alcun dubbio. Amava Fabrizio in un modo così semplice e genuino che quasi si chiedeva se fosse possibile. Eppure gli era stato così facile innamorarsi di lui.
Fermò la macchina sotto casa sua e scese.
Il telefono ancora premuto contro l'orecchio.
Un fiocco di neve gli si posò sul naso e sorrise quando altri gli si iniziarono a posare sugli occhi.
"Bizio, avevi ragione, nevica."Angolo me 🌌
Salve a tutti, sono ancora viva 😂💛💛
Questa è una piccola storiella scritta in poco tempo e ispirata al raduno di oggi. Non ha molte pretese, è un attimo di quotidianità rubata.
Spero vi sia piaciuta e ne approfitto per ringraziare la mia squad unaMETAfincheMORO per supportarmi (e sopportarmi) sempre e non lasciarmi mai sola. Vi amo ragazze 💞