3..2..1..BUON ANNO!!!

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La mattina della Vigilia di Natale quando caricammo la macchina per andare dai nonni attesi di vedere Dan saltare il cancelletto. Quante cose erano successe in un anno. Ma partimmo e d Dan nemmeno l'ombra.. Misi le cuffie a tutto volume e ascoltai quello che c'era: estranei a partire da ieri. Arrivati a Milano salutammo i parenti e il ragazzo dell'intercultura che stava abitando dal cugino di mamma: Valerio. Era italo spagnolo. Bello come solo un italo spagnolo poteva essere. Simpatico il tanto di farmi pensare anche ad altro che non fosse la vita che avevo lasciato a Carmignano. Mi presentò quella sera a tutti i suoi amici. Andammo a fare l'aperitivo, e poi a passeggiare per il centro. Prendemmo subito confidenza, mi faceva tanto ridere e quel suo accento spagnolo con cui giocava lo rendeva irresistibile, anche se non abbastanza da farmi dimenticare Daniele. Ma fine serata mi mise il braccio intorno alle spalle mentre passeggiavamo con i suoi amici. Non battei ciglio. E mi invitò alla loro festa di capodanno. Ringraziai di quel diversivo dalla solita cena con i parenti. Mi piaceva la sua compagnia. Natale passò e noi continuavamo a passare l'intera giornata insieme, anche a chiacchierare sul divano della nonna. Ci raccontavamo delle nostre vite 'precedenti' e ridevamo tanto. La sera di capodanno volli farmi bella. Indossai una tuta pantalone nera e oro della mamma, con un paio di tronchetti neri, e il giacchino di pelliccia sempre della mamma, feci una treccia di lato e mi truccai persino: matita nera dentro l'occhio, eyeliner fuori, ombretto oro, tanto mascara, appena di fard e un gloss rosso leggero x dare un velo di colore. Anche mio padre stentò a crederci. La nonna si commosse: "sta diventando grande", anche la mamma che cercò però di sdrammatizzare "cenerentola, attenta ai tacchi della mamma e all'una e mezza a casa, ricordiamoci che hai 16 anni eh". Valerio dietro a tutti mi guardava scendere le scale come Richard Gere guardava Julia Roberts in Pretty Woman, o Leonardo di Caprio con Kate Winslet in Titanic. Mi sentii bella davvero. "Sei.. meravigliosa" mi disse baciandomi sulla guancia, con quel suo accento spagnolo. Salutammo e raggiungemmo l'appartamento in centro della sua amica Flora. Mangiammo e mi tenni a distanza dall'alcool dato l'esito dell'ultimo incontro. Poi mettemmo su la musica e iniziammo a ballare. Mi tolsi le scarpe per riuscire a seguire Valerio. Lui si strusciava su di me ma non mi importava, mi stavo divertendo e questo era l'importante, sin che restava innocuo andava bene. Sentimmo i fuochi d'artificio, e capimmo che era mezzanotte, urla e auguri. Sentii tutto lontano, poiché Valerio mi aveva attirata a sè e mi stava baciando. Ero pietrificata. Ecco qui, innocuo proprio eh. Cercai di scostarlo ma non s mosse sin che non lo decise da solo. "Scusami- disse vedendo la mia espressione scioccata- era di buon augurio" ah ecco certo tanti auguri anche a te, pensai, guarda la coincidenza, hai fatto gli auguri solo a me. "Ok, è tutto ok, tanti auguri anche a te" dissi accettando un flûte di plastica con dello spumante e spostandomi dal possibile raggio d'azione delle sue labbra. Assaggiai a malapena lo spumante e mi rimisi a ballare con gli altri per distrarmi. Ero lì x divertirmi. Quando fu ora chiesi a Valerio di riaccompagnarmi ma era sul punto di vomitare. Ecco bella situazione. Brava. Daniele non ti avrebbe lasciata senza passaggio. Oh-oh di bene in meglio, Daniele. Non piangere per carità Lin, chi piange a capodanno piange tutto l'anno. Così chiamai mio padre e mi feci venire a prendere. Non chiusi occhio, pensavo a Daniele, anche lui aveva certamente baciato la sua Dafne e chissà se s era accorto che quel bacio spettava a me come io avevo pensato a lui quella sera. Un altro bacio che m aveva spaventata per la sorpresa e che non mi aveva dato il benché minimo brivido. Un bacio va vissuto da entrambe le parti per emozionare, mi ripetevo, ne sono pieni i romanzi di queste spiegazioni, deve necessariamente essere così. Chissà. Saremmo ripartiti nel pomeriggio e dovevo riposare. Il due gennaio mentre aiutavo mamma con le pulizie e pulivo i vetri del bagno al piano di sopra vidi dalla finestra il furgoncino del fioraio del paese parcheggiare davanti al cancello della villa. Daniele era lì che rientrava da chissà dove e Giampiero il factotum del negozio lo chiamò e gli disse qualcosa. Daniele prese i fiori perplesso e si guardò intorno prima d leggere il bigliettino, divenne scuro in viso. Venne verso casa mia e gettò in malo modo i fiori sullo zerbino. Scesi di corsa e presi i fiori, margherite gialle. Il bigliettino riportava "scusa per il bacio, penso di essermi innamorato di te. Valerio". E Daniele s era molto spazientito, per essere eufemistica. Siiiiii il mio cuore stava per esplodere. Allora avevo ragione. Non gli ero indifferente! Questa bella notizia, questo gioco di tempismo e fortuna mi diede la giusta spinta per arrivare al rientro a scuola con una nuova speranza. Cioè sempre la stessa, che però s'era andata affievolendo. Mi chiusi in bagno e, come avrei scoperto più tardi, se una donna cambia look ai capelli è perchè sta cambiando qualcosa in lei, presi le forbici da cucito della mamma e mi tagliai il ciuffo trasformandolo in una frangia. Certo non era perfetta, ma s usava anche scalata, chi avrebbe potuto obbiettare? Alla mamma venne un colpo. Ma già all'ora d pranzo ci si stava abituando. Primo giorno d scuola dopo le vacanze. Daniele era alla fermata del pullman davanti casa. La neve aveva coperto di 10 centimetri tutto quella notte e le strade erano troppo ghiacciate per girare in moto. Salì sul pullman e io m sedetti vicino a lui. "Come sono andate le tue vacanze?" Chiesi con fare innocente, "bene" rispose buio mentre guardava fuori dal finestrino da cui aveva appena tolto un velo di condensa. "Hai imparato lì a leggere i bigliettini dei fiori altrui?" Si voltò di scatto come una molla a guardarm, io fissavo le mie invisibili cuticole delle mani e cercò di trovare la posizione "beh viene a me da chiedert come siano andate le tue vacanze ma lo so già quindi la conversazione è inutile", "per me no, dato che non sai cosa sia successo e cosa significasse quel bigliettino. Mai sentito parlare di 'contestualizzazione'? E poi fosse pure, non credi che se fosse stato lo stesso per entrambi non mi avrebbe dovuto chiedere scusa o mandare dei fiori?", sembrò rifletterc ma non me la diede vinta "stai sprecando fiato, non te le ho chieste tutte queste spiegazioni", "oh si, le volevi quando hai buttato le margherita sul mio zerbino. Comunque ora le hai avute. E il tuo bacio di mezzanotte com'è stato?" Non mi ero accorta che stava stringendo i pugni sulle ginocchia. "Non sono affari tuoi" si alzò, mi superò e si sedette dietro di due file. Ok non voleva parlarmi. Ancora. Ma non potevo esserm inventata tutto. A tempo debito, diceva la mia coscienza, a tempo debito parlerete. La mattinata entrò subito nel vivo. A ricreazione pioveva e restammo tutti in corridoio. Entrai in bagno a sciacquarm il viso per rinfrescare anche i pensieri e sentii involontariamente una conversazione che nemmeno la più sorda o la meno pettegola avrebbe potuto fars sfuggire. "Dafny ma non è giusto così. Quel ragazzo ha allontanato tutte le sue amiche per te, questo poi si, ti farà sfilare a Carnevale alla sfilata di beneficenza ma una cosa è darti un lavoro un'altra è darti.. Insomma, no?! C'è differenza che tu c stia andando a letto!" Mi portai le mani alla bocca per soffocare lo spavento, avevo sentito bene. "Ma che te ne frega?! Quello sfigato non m sfiorava nemmeno, aveva ragione chi m diceva ch'era frocio! Senza contare che, ma l'hai vista la sua ex? Un'altra sfigata. Quale uomo cede senza batter ciglio se la donna gli dice devi stare solo con me e non vedere nessun'altra? Un deficiente". Rise di gusto. Capii che parlava di Daniele. La rabbia m infiammò il viso. Ormai però stavo registrando la conversazione. Non l'avrebbe scampata. Stronza! "Peggio per te che c stavi allora Dafny! No guarda, dammi pure della monaca ma io non son d'accordo. E poi lui sta in quinta, è il padre che organizza la sfilata, magari nemmeno t prende poi, e te t sei illusa e regalata così", "faccia come vuole, se devo arrivare al padre non mi scandalizzo d certo. Voglio sfilare, e so che questo è un mondo di maiali, ma io sono disposta a tutto per raggiungere i miei fini!". Mi veniva da vomitare ma rimasi in silenzio. Spalancarono la porta. "Ah sei qui- era Sara- com'è questa storia di Giada?" Merda. Mirko aveva parlato. Uscirono dal bagno Dafne e la sua amica. La prima mi fulminò. Immaginava che avessi sentito magari, ma non che avessi registrato. "Che intendi?" Cercai di recuperare tempo. "Senti non fare la furba perchè con me hai già perso! Perchè l'hai voluta appioppare a noi? Ti fa da informatrice?", mi venne da ridere "ma scherzi? Non lo sa nemmeno che ho chiesto io a Mirko di cercarla", "ecco, vedi d cancellart il numero del mio ragazzo immediatamente perchè questa cosa mi manda particolarmente in bestia!", risi di nuovo e feci per cancellarlo. "Ok, ma credimi, è solo che ho saputo che stava frequentando brutta gente e non mi andava. Con voi avrebbe avuto certamente di che parlare, fosse anche solo per raccontarvi quanto mi odiate". Sara sembrò credermi. Ma uscì comunque dal bagno senza rivolgermi il minimo saluto. Dovevo dire a Daniele cos'avevo saputo. Volevo essere meno brusca possibile. Ma non c fu modo di farmi ascoltare sino a quando salimmo sul pullman, mi sedetti dietro d lui. Gli infilai una cuffia nell'orecchio destro, che scacciò come una mosca. Mentre s voltava a guardarmi. Gli feci segno d fare silenzio. Lui alzò gli occhi al cielo e si girò tenendo premuta la cuffia nell'orecchio. Non arrivai a contare a sette, che Daniele si girò, io stavo piangendo silenziosamente. Non sapevo che fare per lui. Di certo ora stava male ed ero stata io a dargli la bella notizia. Lui m fece segno di passargli anche l'altra cuffia e il mio telefono. La riascoltò e poi s levò le cuffie. Quando scendemmo davanti a casa non mi permisi di dire nulla. Mi diressi a casa mia. Il telefono me lo avrebbe fatto riavere poi. Mi chiamò: "Lin- detto da lui sembra un nome così bello, mi voltai e temporeggiò, si guardava le scarpe e dal cappuccio alcune ciocche ricce si rincorrevano ribelli sul suo viso- ti va d venire a casa mia a pranzo? Non ho fame ma ho bisogno d non rimanere solo" una Medusa sconfitta, a testa bassa. "Certo- mi avvicinai e lo presi per mano- avvisiamo e andiamo dove vuoi". "Ciao a tutti- dissi entrando a casa- mamma sono a pranzo da Daniele- che sollevò la mano in segno di saluto, l'espressione del viso tradiva l'umore- c vediamo dopo". I miei c salutarono e noi uscimmo. Nonostante le gambe notevolmente più lunghe delle mie, Daniele è alto 1metro e 78centimetri e io solo 1,59, me lo trascinavo dietro. Entrammo in casa e lui s diresse in camera al piano d sopra. Io rimasi a salutare la mamma. Mi rivolse uno sguardo interrogativo riferito al figlio "è.. Stata una giornata lunga-cercai di sviare un po' l'argomento- ora mangiamo e poi s riprenderà", sorrisi. Greta tornò ai fornelli e dopo 5 minuti ci sedemmo a pranzare. Mi fece segno di andare quando stavo iniziando a sparecchiare. Mi sentivo diversa. Sentivo il peso del cuore di Daniele sul mio. Dipendeva da me che stesse bene. Ci sedemmo sul letto, come un milione di altre volte. Nessuno parlava. Gli sollevai il viso e con l'altra mano gli sistemai i capelli. Cercavo d sorridere. Una lacrima gli solcò la guancia. Rimasi di pietra. Stava.. Stava piangendo. Mi avvicinai di più e lo abbracciai. Iniziò a piangere e mi straziava il cuore. "Perchè?" Disse, "perchè è una stronza!" Risposi. "No. Perchè sei arrivata solo ora?" Non sapevo cosa rispondere. Era stato lui a rifiutarmi. "Ogni cosa a suo tempo. Dan", singhiozzò e mi strinse di più. Eccola, la sensazione impagabile di stare tra le sue braccia. "L'ho lasciata prima di Natale, non c'è mai stato niente più che un bacio, come hai sentito. Perchè non mi muoveva emozioni, niente d nemmeno paragonabile ad un abbraccio con te- non me l'ero inventata allora, non potevo esultare però, Dan stava cercando di calmarsi, io continuavo ad accarezzargli i capelli- sono stato un idiota ad allontanart perchè me lo aveva chiesto lei, ma speravo che non avendo contatti avrei iniziato a stare meglio. Sbagliavo, volevo venire a Milano a capodanno. Ma nevicava qui e non c'erano mezzi pubblici che partissero. Poi sei tornata. I fiori. Il biglietto. Mi è crollato il mondo addosso". "tutto è cominciato molto prima,lo sai" dissi cercando di risultare comprensiva nonostante tutto, nonostante non capissi perchè mi avesse lasciata.

"Hai ragione,è vero,avevo sentito e visto tutto il vostro incontro. Quel bacio non lo volesti ma.. sapevo che non avresti voluto che io intervenissi.. che non avresti voluto, ancora una volta,che io difendessi io mio ed il tuo onore,con cui lui continuava a giocare. Per cui in qualche modo ho fatto si che la cosa cessasse di riguararmi. È stata dura,ancora di più quando ho notato che ogni giorno ti portava un fiore e che hai cominciato ad uscire con lui, ti ci avevo spinta io nella bocca del leone. Non sapevo che fare. Poi il discorso che gli hai fatto al Pub.. mi ha fatto sperare, e non so perchè ti abbia detto di Dafne in quel modo,non lo so. Volevo solo abbracciarti in realtá. Ho apprezzato che tu fossi molto migliore di me ed abbia insistito a scuola. Solo che poi.. poi tu sei sparita,pensavo di impazzire. Non so come mi sia tornato in mente il nostro nascondiglio. Mi hai chiamato 'amore' e mi si è sciolto il cuore. Mi amavi ancora ed anche io. Quella.. Dafne continuava a farmi scenate per te.. alla fine non ce l'ho fatta più e anche se non sapevo come dirtelo l'ho lasciata, anche se venivamo ancora insieme a scuola.. perchè amo solo te e non voglio stare con nessun'altra". Lo scostai per vederlo in viso e gli sorrisi emozionata. Con i pollici gli asciugai le lacrime. "Non devi piangere più, siamo insieme ora". Lo baciai piano. La magia di un nostro bacio era ancora tutta lì, in quella stanza. Tra di noi. Inutile separare due metà complementari, facessero pure il giro del mondo s rincontreranno e combaceranno ancora. Fu ancora più bello del nostro primo bacio. Ancora più intenso. Ancora più appassionato. Mi prese x i fianchi facendomi mettere in grembo a lui senza smettere d baciarci. Passò le mani sotto il mio maglione, le sentivo, enormi e calde accarezzarmi la schiena. Ogni millimetro che coprivano mi infiammavo di desiderio, gli strinsi i capelli sulla nuca. Aprimmo gli occhi, i suoi sorridevano, con le sfumature verdi più accentuate che mai. Capimmo di desiderare la stessa cosa. Amarci. La nostra prima volta,che immaginavamo solo insieme. Così passai anche io le mani sotto la sua felpa. Quando se l'ebbe tolta lo spinsi sul letto e gli baciai il collo ed il petto. Lui mi tolse a sua volta il maglione e m imbarazzò un pochino che mi vedesse in reggiseno, non mi aveva mai vista nemmeno in costume. Arrossii e mi toccai la frangia, come per nascondere l'imbarazzo, m sollevò il viso e m disse "non ho mai visto niente di più bello, ma se non vuoi nessuno ci obbliga- si tirò su, eravamo faccia a faccia, m sorrideva in quel modo irresistibile- sono sicuro che staremo bene anche semplicemente abbracciati. Ti sta davvero bene questo nuovo look" disse toccando a sua volta la frangetta sulla mia fronte, "è che.. Non sono abituata che tu mi veda.. Così" non riuscivo a guardarlo. "Allora rivestiti- mi disse sorridendo, non era offeso, lo sapevo, il che mi tranquillizzò molto- facciamo un passo per volta, ok?" E mi baciò. Mi rinfilai il maglione e lui la felpa. Passammo il pomeriggio abbracciati sul suo letto a chiacchierare di tutto quello che avremmo voluto raccontarci da agosto. Era bello poterlo d nuovo baciare, accarezzare, pensare di rivederlo ogni domani da qui all'eternità. C'era lui e questo mi bastava a sentirmi completa. Quanto c era mancato tutto questo. Che ci definissero pure due sfigati. Avrebbero dovuto sudare per avere un rapporto puro come il nostro.

#spazioAutrice
Spero vivamente la storia vi sia piaciuta! Fatemi sapere cosa ne pensate :)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08, 2014 ⏰

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