4. UNIVERSITA' (REV)

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Joshua, finiti gli studi d'obbligo aveva chiesto a Simon cosa fosse più utile per lui: se continuare a studiare o aiutarlo all'interno della Struttura. Il Padre si era mostrato ben disposto ad accettare qualsiasi sua scelta. I contributi della Confraternita delle Sette Chiese permettevano a Simon di curare tutti quei ragazzi che, orfani, avevano bisogno di un'istruzione fino ai cinque anni universitari. Fu così che Joshua prese la decisione di lasciare il Centro e trasferirsi nel quartiere residenziale dedicato agli studenti della Grande Università di Filadelfia.

Posta sull'acropoli della Città, faceva sfoggio degli alti palazzi di vetro posti in successione e articolati in diverse sezioni. Ci si poteva iscrivere a cinque facoltà: Giurisprudenza, Ingegneria, Architettura, Medicina e Psicologia.

I padri fondatori di quella istituzione avevano costruito le case dei futuri discenti assieme alla struttura universitaria e, chi avrebbe avuto bisogno dell'alloggio, l'avrebbe pagato unitamente alla retta universitaria mensile.

Joshua, appena uscito dalla doccia del suo alloggio, rifletté proprio su quanto fossero stati lungimiranti quegli uomini che avevano progettato un modo sostenibile di permettere a chiunque di studiare.

Stava frizionando i capelli bagnati con l'asciugamano quando, avvicinatosi alla finestra, aveva notato che alla fermata dell'autobus si erano già avvicinati un bel gruppo di persone.

Il quartiere era articolato in diverse viuzze che confluivano tutte in un'unica strada in salita verso l'università. Le case erano delle villette a due piani e, a seconda della grandezza, potevano ospitare fino a gruppi di dieci studenti.

Certo, questo era per chi, dalle scuole superiori, si era curato di avere il proprio gruppo di studio; lui non l'aveva fatto. Preferiva stare solo e godersi il momento in cui poteva diventare responsabile e non pesare sui contributi di Simon.

Il toast con burro e marmellata si era abbrustolito rendendo difficile il piacere di una buona colazione.

Scese di corsa le scale e, per un soffio, riuscì a prendere il mezzo. Lucia era già arrivata in facoltà grazie al fatto che, vivendo al Centro, veniva accompagnata dal padre ogni mattina, prima che il medico si recasse al Grande Ospedale di Filadelfia. Si sarebbero incontrati, non appena avessero portato a termine tutte le questioni burocratiche.

Nonostante Simon e il Centro di Aggregazione godessero di una buona reputazione, quel che non giovava ai due ragazzi era il fatto che il rettore e molti docenti fossero membri della Loggia dei Lucifer.

Con quel peso sul cuore e una sorta di ansietà all'altezza dello stomaco, camminò verso la porta su cui capeggiava l'insegna "FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DELL'UNIVERSITÀ DI FILADELFIA"; non sarebbe stato facile, per lui, incontrare uno degli adepti e rimanere indifferente.

Con lo zaino in una spalla, passò oltre la porta di ingresso di vetro e si diresse in segreteria per prendere il suo numero di matricola dopo essersi registrato al portale online.

Appena entrato, una fila di almeno una ventina di persone attraversarono l'atrio per dirigersi all'info-point. Quando arrivò il suo turno, la signora allo sportello gli indicò la porta in cui doveva entrare. Ringraziò e vi si diresse a passo svelto, urtando un paio di ragazzi che venivano nella sua direzione vestiti con un completo nero.
Eccoli qua... sospirò, quando, al loro passaggio avvertì lo stomaco contorcersi. Nel loro viso comparve una smorfia di disgusto e nonostante Joshua si scusò prontamente, i due lo fulminarono con lo sguardo.

«Ma come, ancora non si è ripristinato? E io come faccio a dare esami se non ho il numero di matricola?»

Appena fu poco fuori l'ufficio della segreteria, sentì la voce nervosa di una giovane che si rivolgeva alla segretaria. Lui rimase lì, fuori dalla porta e, appoggiato al muro del corridoio, osservava la scena.

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