Primi incontri

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Stavo proseguendo il mio turno di ronda saltando da un palazzo all'altro. Sembra tutto tranquillo, finché non vedo una macchia rossa piombare sul tetto di un auto in movimento. Rimango per un secondo smarrito. Chi diamine è quello? Comincio a muovermi e mi lancio verso quell'uomo che nel frattempo è intento a fare un buco sul tettuccio della macchina con una katana. Mi lancio sulla figura incappucciata a peso morto. Cadiamo entrambi sul ciglio della strada, lui sbatte la schiena mentre io sono sul suo petto, che sembra possente ma non troppo, difficile da capirlo con quella tuta. Quando capisco che è ancora stordito per la caduta e l'effetto sorpresa lo prendo per il colletto e lo trascino in un vicolo stretto ed angusto dove regna il tanfo di spazzatura. Lo sbatto con le spalle al muro. "Chi diavolo sei tu?" gli domando con il tono più minaccioso che riesco a fare, nonostante ciò la mia voce da ragazzo mi limita. Lo sento ridere da sotto alla maschera. "Scherzi, non è vero?" Non capisco. Perché dovrei scherzare in una situazione del genere. Bofonchio una negazione. "Dai, è impossibile che tu non mi conosca." Faccio segno di no con la testa. "Okay, ti dice qualcosa 'FAMOSO MERCENARIO'?" Ancora una volta non capisco. "Ti dò un aiutino. Comincia con la D." Okay, fammi pensare. Un famoso mercenario che comincia con la D. "Deadball, giusto?" Lui sembra spazientirsi. "DEADPOOL, cazzo! È Deadpool. Oh Gesu, ragazzino ma come è possibile!" Nel mentre continuo a tenerlo con le spalle attaccate al muro, impedendogli i movimenti. "Immagino che ti abbiamo pagato per uccidere l'uomo in quell'auto vero?" Sbuffa, percepisco che abbia anche alzato gli occhi al cielo, ma non potendolo vedere non ne sono sicuro. "No, ragazzino lo facevo per puro svago. Mi ha rubato il lecca lecca quando avevo 5 anni. Ma per chi mi hai preso?" Detto questo posiziona le mani sul mio petto e mi spinge via, ha più forza di quanto pensassi. "Sono un mercenario non un pazzo." E comincia a correre nella direzione dalla quale siamo arrivati. Lo lascio andare. Sarebbe inutile portarlo alla Stark Tower o in galera, così me me ritorno a casa dato che il turno di ronda è finito. Entro dalla finestra, stando attenti a non svegliare zia May. Mi sfilo la tuta e la ripongo nella cassettiera di legno ai piedi del letto. Mi metto sotto le coperte con indosso solo le mutande. Fa abbastanza caldo. La sveglia suona indicando le 7:30, sono perfettamente consapevole che è un orario indecente poiché per le 8 dovrei essere in classe, ma so anche che possa contare sulle mie abilità qualora dovessi tardare, cioè quasi tutte le mattine. Arrivo a scuola stranamente in orario e mi avvicino al mio armadietto per recuperare un pò di libri. Qualcuno si posizione di fianco a me chiudendo l'armadietto abbastanza in fretta da rischiare di chiudermi un dito dentro. È Flash, puntuale come ogni mattina per la pestata giornaliera. "Allora piccolo mostro, oggi sei in orario." Lo ignoro e provo ad allontanarmi, ma lui mi afferra per il colletto della maglietta costringendomi ad indietreggiare. "Non provare a sfuggirmi Parker. Sarebbe solo peggio." Rimango immobile aspettando che sferri il primo pugno. Chiudo gli occhi. Aspetto, ma non arriva niente. Li spalanca di nuovo. Giusto in tempo per vedere Flash che scappa via da un ragazzo più grande, probabilmente di quinta, che agita il pugno in aria. Si volta verso di me. Noto subito la particolarità della sua pelle, coperta da una miriade di piccole cicatrici. "C-chi sei tu?" 'Perché balbetto' mi domando. "Wade Wilson." Mi porge la mano senza accennare nessun sorriso. "Peter Parker." Gli stringo la mano. Ci fissiamo un'ultima volta negli occhi, è come se ci fossimo già incontrati, quegli occhi faticano ad essere dimenticati, fa per andarsene. Richiamo la sua attenzione. "Ehi aspetta! G-grazie!" Lui si volta e cammina nuovamente nella mia direzione fermandosi a pochi centimetri. Sorride maliziosamente, e questo mi fa impazzire. 'Ma cosa dici Peter?' Non lo so, ma questo ragazzo mi fa uno strano effetto. "Non c'è di che, moccioso." Marca l'ultima parola. Si allontana di qualche passo e riprende "TI va di farmi fare il giro della scuola? Sono nuovo come tu puoi aver ben capito." Annuisco. "Certo, ma la scuola è grande semplicemente pensavo di non averti mai visto." Un ghigno comprare sul suo volto. "Come se io potessi semplicemente passare inosservato." Penso subito a quanto sono stupido, faccio per scusarmi ma non mi lascia nemmeno iniziare la frase. "Cioè una bellezza come la mia è difficile da trascurare." Mi scappa una risatina. E come negarlo. "Cos'hai da ridere? Pensi che io non sia abbastanza bello?" Si blocca tutt'un tratto, alzando un sopracciglio. "Nono anzi." Mi gratto la nuca a disagio, ho come l'impressione che quello fosse il suo intento. Mettermi a disagio. Continuamo il giro della scuola senza scambiare più di qualche parola riguardante l'edificio. Lo lascio davanti alla sua classe. Sento qualcosa afferrarmi il polso che mi costringe a voltarmi. "Dimmi se quel cerebroleso ti infastidisce ancora." Abbasso la testa leggermente. Detesto il fatto che debba essere qualcun altro a salvarmi da Flash. Lui mi mette due dita sotto al mente alzandomi il capo. Portandomi in modo tale che lo fisassi negli occhi. "Non vergognartene, non ce n'è bisogno." Detto questo si volta e sparisce nell'aula alle sue spalle. Torno a casa e mi butto a peso morto sul letto. Penso a quel ragazzo, Wade, Wade Wilson, ai suoi magnifici occhi e al modo in cui mi ha evitato di essere pestato. Presto mi addormento e mi risveglio poi giusto in tempo per il mio turno di ronda. Spero di non incontrare guai, non sono delle condizioni adatte. Mi metto la tuta che mi ha dato Tony e mi lancio da un palazzo all'altra, fermandomi sul mio preferito, dove c'è una vista totale era città. Sento qualcuno toccarmi la spalla delicatente. Mi giro di scatto pronto a difendermi, ma non è necessario. Deadpool si siede al mio fianco sul cornicione del tetto. "Che ci fai qui? Non devi uccidere qualcun altro." Non mi giro verso di lui, anche se so che mi sta fossando, lo percepisco. "Già fatto." Mi volto per guardarlo, come può uccidere un uomo e subito dopo presentarsi da me. "Stai calmo Spidey, scherzavo." Mi rilasso improvvisamente. "Che bella la città da qui su." Interrompe il silenzio creatosi. Annuisco. "Ci vengo sempre." La luna illumina la sua maschera per metà. Lo fisso per un pò. "Cos'hai da guardare, Moccioso?" Mi risveglio dallo stato di trans. "So di essere incredibilmente sexy, ma così finirai per consumarmi." Gli dò un pugno sulla spalle. E lui ride. Ha una risata meravigliosa. Mentre sono perso a guardarlo, di nuovo, lo sento avvicinarsi lentamente sempre di più. Finché non arriva a pochi centimetri da me. Mi solleva la maschera fino al naso, come ha già fatto con la sua. Le nostre labbra vengono a contatto e sento la sua bocca ricoperta di cicatrici, finalmente capisco. Wade. Sussurro flebilmemte il suo nome e lui si blocca, forse non avrei dovuto dirlo. "Peter." Dice lui. Rimango immobile. "Ho capito subito che si trattava di te, non so come ma è stato tutto così chiaro." Mi fiondo di nuovo sulle sue labbra, prima che possa ricominciare a parlare, stavolta è più di un bacio casto. Lui mi lecca le labbra nella parte inferiore e io acconsento schiudendole, infila la lingua nella mia bocca in modo poco delicato. Mi posizione a cavalcioni su di lui, sentendo la sua presenza. Mette le mani nell'incavo della mia schiena facendomi rabbrividire. "Non possiamo farlo qui." Dico tra un gemito e l'altro, mentre comincia a baciarmi il collo. Lo conduco al mio appartamento. Entriamo dalla finestra anche se zia May non è in casa e ci corichiamo nel letto.
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E sappiamo TUTTI cosa succede poi😁
Questa è la mia prima fan fiction quindi supportatemi e magari ne potrò scrivere altre💖😍

Primi incontri ~Spideypool -oneshotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora