mio padre è giù in salotto che dorme. sono le 3 del pomeriggio ed è già ubriaco perso. l'ho iscritto ad un centro di disintossicazione dall'alcol. a sua insaputa, ovvio. dovrebbero venire a prenderlo domani per portarlo nel centro. resterà lì per tre lunghi anni, dato i suoi gravi problemi psicologici e fisici, dovuti all'incidente che ha tolto la vita a mamma e portatolo in uno stato di coma durato due mesi.
stavano tornando da una cerimonia. dovevano guidare per cinque ore. avevano deciso che avrebbero fatto un cambio. andava tutto bene, fino a quando mio padre prese in mano il volante mentre mia madre stava guidando. "ora tocca a me! spostati! voglio guidare io!" urlò mio padre. aveva bevuto un bicchiere in più di vino e non lo rette. "piantala! dormi! così ci fai schiantare!" urlò disperata mia madre. mio padre continuò. la macchina iniziò a svirgolare. presero una buca e uscirono di strada a tutta velocità. sbatterono almeno dieci volte contro le transenne e gli alberi. poi la macchina fece un salto e si capottò. era ferma. lì, in mezzo alla strada. a pancia in su. mio padre riuscì ad aprire la portiera, mentre dei ragazzi che avevano visto tutto, lo trascinarono fuori. riuscirono a malapena a salvare lui, quando uno scoppio riempì le loro orecchie. la macchina fu circondata dalle fiamme. per mia madre non ci fu niente da fare.
dopo due mesi mio padre si risveglio dal coma. la prima cosa che chiese fu mia madre. I medici gli diedero la brutta notizia e lui cominciò a piangere e urlare disperatamente. continuava a dire che era un brutto sogno e che mia madre era ancora viva. non ci poteva credere, o per lo meno non voleva.
dopo un mese di terapia tornò a casa.
La prima cosa che fece fu andare al bar sotto il nostro appartamento e ingozzarsi di birra e grappa. da quel giorno decise di affogarsi nell'alcol, così da poter raggiungere mamma. sa che la sua morte è stata tutta colpa sua, ma non lo vuole ammettere.
un giorno cominciò a sbraitare cazzate contro di me. Mi sbattè contro l'armadio e cominciò a incassarmi pugni. non avevo mai picchiato nessuno sul serio. quella volta fu la prima. lo presi dal colletto della camicia e lo spinsi a terra. gli misi le ginocchia sulle braccia, così da impedirgli di reagire e picchiarmi. poi iniziai. uno, due, cinque, dieci. non smettevo di tirargli pugni. appena svenne mi fermai. lo trascinai fino in camera sua e lo chiusi dentro. avevo solo 14 anni. quel giorno mi traumatizzò. però mi fece vedere tutto da un altra prospettiva. una più bella. una più adulta.
ora ho 19 anni. Emma, che all'epoca ne aveva solo 1, ora ne ha 6. devo dire che l'ho cresciuta molto bene. è diventata proprio bella. con due occhioni azzurri pieni di speranza. I capelli lunghi e mori le arrivano fino a metà schiena. è ancora una bambina, ne ha passate tante, ma comunque si vede che è forte. che alle cose che fa, ci tiene. Il suo motto è: "non abbatterti, abbattili". me lo ripete sempre. ha solo 6 anni, ma sembra una 15enne da come ragiona. ne vado fiero. è molto sveglia. è una delle sue qualità migliori.
mancano solo due giorni. due fottutissimi giorni e potrò scappare con lei. andremo a milano. terra di nuove speranze. ci rifaremo una vita, solo io e lei. La casa qui a roma l'ho già venduta, ma per i prossimi due giorni sarà ancora nostra. emma lo sa che ce ne andremo, ha perfino acconsentito. I bagagli sono pronti.
oggi è il grande giorno. finalmente arrivano due guardie del centro e lo portano lì. sono emozionato. quasi felice. non è che odio mio padre, gli vorrei bene se non fosse un alcolizzato.
suonano alla porta. corro ad aprire. sono le due guardie. mio padre è svenuto sul divano. ancora, d'altronde. I due uomini lo caricano sulle spalle e lo portano in macchina, per poi andarsene, lasciandomi un biglietto da visita del centro.
cazzeggio per un paio d'ore fino a che una donna bussa alla porta. dice di essere del centro e che deve prendere gli effetti personali di papà. le mostro la sua camera. entra e inizia a frugare un po' dappertutto. devo dire che è molto sexy. avrà si o no 35 anni. bionda, con gli occhi marrone accesso. porterà la quarta di reggiseno. è magra. ha una tutina di pelle attillata che le fa risaltare le forme. possiede una cintura con un sacco di oggetti. ha i tacchi alti. sulla spalla tiene una borsa in cui mette alcune cose di papà. è molto truccata. ogni volta che mi parla non riesco a guardarla negli occhi. se lo farei le salterei all'istante addosso per poi fare sesso selvaggio con lei. a stento riesco a trattenermi. è molto bella.
quando ha finito mi porge la mano e mi saluta. cazzo, è perfetta! poi esce dalla casa e si dilegua nel nulla.
mi butto sul divano e sospiro. accendo la tv. dopo un po' mi viene in mente una persona. "cazzo! emma! è ancora a scuola!!" velocemente prendo le chiavi della moto e mi dirigo a scuola.
è lì. nel cortile. da sola. sono le otto di sera ed è ancora lì. le vado in contro. mi abbraccia. "scusa tesoro, mi sono completamente dimenticato" le dico. lei si mette a piangere e mi sussurra "pensavo te ne fossi andato senza di me"
"io non ti abbandonerei mai piccola. sei l'unica cosa che mi resta. e io l'unica che resta a te. forza sali, andiamo a casa"
" grazie nic"
"prego principessa"
arrivati a casa le feci da mangiare e guardammo per un po' la tv. quando mi si addormentò sul petto, la portai in camera, per poi addormentarmi accanto a lei.
STAI LEGGENDO
~l'inizio della fine~(SOSPESA)
Teen Fictionnicola locatelli. tutti pensano che sia un asociale del cazzo. un coglione che non vuole bene a nessuno. uno stronzo, un prepotente, uno sbruffone. beh, mi dispiace rovinarvi la festa, ma non è affatto così. io darei il mondo per le persone a cui t...