Era stata una giornata pesante per Ariel, la quale aveva capito che, Joshua, nel suo modo di fare, nella sua mente, nella sua fede, non avrebbe mai trovato posto per lei. Tuttavia, si sentiva legata a lui da un cordame fatto di strane emozioni e sensazioni e, in quel momento, sotto le coperte, guardando verso il balcone finì per lasciarsi sfuggire un'ultima goccia di quella delusione provata qualche ora prima.
Mostrò quindi le spalle alla finestra e si addormentò, bagnando il cuscino di alcune gocce di tristezza.
Il giorno seguente, guardandosi allo specchio prima di uscire di casa si vide stranamente il volto limpido e riposato.
A causa della sua afflizione, infatti, aveva dormito più di otto ore, ma in un sonno stranamente dolce, come se, qualcuno, come un padre, le fosse stato accanto, consolandola.
Non era stato un sogno, ma una sensazione palpabile come il calore dell'amore di un padre...
Si era persa in quel ricordo, ma guardando l'orario dell'orologio da polso si accorse che l'università la stava aspettando.
***
«Tutto a posto, Ariel?»
Lucia era seduta accanto a lei in una delle ultime file dell'Aula in cui si svolgeva 'Diritto Romano' e la osservava mentre era intenta a disegnare delle ali candide sul quaderno degli appunti, incurvando le labbra in un sorriso.
«Sì, tutto a posto.» Rispose, prima di scorgere la figura di Joshua che saliva i gradini diretto verso la loro posizione.
Sembrava un'altra persona. Non potè fare a meno di notare quanto fosse diverso con un velo di barba a contornare la mandibola e le labbra; i capelli lievemente scompigliati non riuscirono a renderlo meno elegante, vestito di un cappotto blu lungo fino alle ginocchia.
«Oh. Mio. Dio.» la voce di Lucia le giunse alle orecchie come un allarme. Si girò verso di lei che si stava abbassando per nascondersi dietro la fila di sedili. Ariel la guardò e aggrottando le sopracciglia le chiese: «Lucia, ma che combini?»
«Tranquilla, fa sempre così quando lo vede» il tono caldo di Joshua la fece sobbalzare; si era accomodato accanto a lei che avrebbe voluto scappare, ma si ritrovò bloccata: da una parte l'amica era in preda ad un rossore preoccupante e, alla sua sinistra, Joshua si era già proteso per osservare il suo disegno «Un angelo?»
Lei chiuse il quaderno di scatto. «Sempre curioso, eh?» lo provocò.
Era cambiato qualcosa in lui; avrebbe potuto giurare di avvertire il peso dei suoi occhi verdi come un macigno sulla pelle. «Stavi dicendo?»
Lui si schiarì la voce: «Lucia fa così quando vede Heliu a chilometri di distanza.» Nel dirlo, si sporse verso Lucia per guardarla sottecchi.
«Shh! Ti prego Joshua! Non fare come al tuo solito!» lo implorò l'altra che si copriva il volto con il block notes e si sporgeva verso Ariel, mentre lui si divertiva a far finta di salutare il ragazzo muovendo in aria le braccia.
«Chi è questo Heliu? E perché non me ne hai parlato, Lucia?» le chiese Ariel, socchiudendo gli occhi e Lucia dovette liberarsi del block notes, ponendolo sulle ginocchia con mento basso. «Sì, insomma, te ne avrei parlato se...»
Si conoscevano da poco, ma fin da subito si era formato tra le due quel legame che ti fa comprendere che nell'altra potrai sempre contare; tuttavia, l'unica volta che avrebbe voluto sapere se Lucia avesse un ragazzo si era ritrovata a parlare al telefono con Joshua, finendo col fare una brutta figura.
«Heliu è un mio amico e vive anche lui al Centro di Padre Simon, solo che Lucia non ne aveva parlato ancora con nessuno» spiegò Joshua masticando la parte inferiore di una penna bic con lo sguardo su un ragazzo che stava salendo le scale per andarsi a sedere qualche fila dopo di loro.
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The Name of Jesus Christ
ParanormalLa cittadina di Filadelfia sembra un borgo tranquillo, in cui la gente comune passa la giornata senza occuparsi degli strani avvenimenti che accadono da diverso tempo. Tuttavia, Simon si ritrova - suo malgrado - a combattere per la salvezza delle an...