Il vento sibilava tra le fessure delle ampie finestre dello studio di Padre Simon, portando con sé l'odore di terra bagnata. Il sole del tardo pomeriggio filtrava dalla finestra, spargendo riflessi dorati sul pavimento di marmo. Lucia sedeva sulla sedia posta davanti alla scrivania con le gambe penzoloni che oscillavano senza ritmo.
I suoi capelli biondi, un groviglio di fili d'oro, catturavano la luce in ciocche ribelli. I suoi occhi verdi, profondi e inquieti, tradivano una certa agitazione che le stringeva il petto. Guardava avanti, fissando gli occhi nocciola del Padre.
Lui, seduto dall'altra parte della scrivania del suo studio, osservava la bambina, in silenzio. I suoi occhi erano colmi di una pazienza paterna, quella che si matura nel cuore di un ministro di Dio, abituato a vegliare sulle anime. La sua voce fu bassa e rassicurante. «Lucia, cosa c'è che non va?»
La bambina strinse le mani in grembo. Le sue dita sottili tormentavano i lembi della camicetta a fiori. «È un sogno, padre. Non è come gli altri. Lo faccio da tre notti.»
Il Padre inclinò appena il capo. Non si stupiva più delle sue visioni. «Allora dimmi tutto. Racconta ciò che hai visto.»
Lucia abbassò lo sguardo e quando lo rialzò, i suoi occhi verdi cercarono una sorta di conferma nel volto del Padre. «Vedo una signora... Scalza. Cammina lentamente su un pavimento di cristallo.»
Il Padre non si mosse, ma il suo respiro rallentò, quasi inconsapevolmente, come se temesse di disturbare il flusso delle parole della giovane.
«Il pavimento brilla, Padre. È così luminoso che fa male agli occhi, ma io non posso distogliere lo sguardo.» Lucia si sporse un poco in avanti, presa dalla necessità di far vivere quella visione. «La signora indossa un vestito bianco. Lungo, leggero. Sfiora appena il cristallo sotto i suoi piedi.»
In quel momento, un raggio di sole attraversò la stanza, illuminando il viso di Lucia. I suoi occhi verdi scintillavano come gemme sotto la luce.
«La sua pelle è chiara, quasi trasparente... E sembra che brilli. Ma non è lei a illuminare tutto. La luce viene da un altro posto...»
Il padre restò immobile. Le mani, che aveva intrecciate sul tavolo, si strinsero appena, mentre la voce di Lucia continuava, sottile. Gli occhi verdi lo fissavano come a rivivere quelle immagini.
«La signora cammina verso un... una grande piazza. Al centro, in fondo, c'è una scalinata di marmo chiarissimo e in cima alla scalinata, padre, c'è un trono... d'oro.»
La luce del sole di Filadelfia colpì poi la folta chioma del padre, illuminando il capo castano di linee ramate. In un gesto naturale, si grattò il mento lievemente barbuto, intento a riflettere. La voce del pastore si abbassò e chinatosi in avanti le chiese: «E chi siede su quel trono?»
Lucia spalancò gli occhi. La sua voce tremò. «Lui.»
Il pastore poggiò le mani intrecciate sulle labbra, il cuore in gola. «Dimmi di Lui.»
Le labbra della bambina si incurvarono in un sorriso timido. «È bellissimo. Sorride... come se quella donna fosse il suo orgoglio. Poi apre le braccia... ha delle braccia forti, padre. Lunghe e forti.»
«Il suo volto?» chiese il padre, senza respirare, sperando di vedere il Suo volto attraverso gli occhi di Lucia.
«Come il sole. Ma riesco a scorgere i tratti del viso. Ha una barba, non troppo lunga, sembra sfatta da qualche giorno. E i capelli... sono bianchi, lunghi fino alle spalle. Però...»
«Però?»
«Però sembra giovane. Dovrebbe avere trent'anni.»
«E poi?» chiese, con una nota di emozione nel timbro della voce. «Cos'altro hai visto?»
Lucia si morse il labbro, come a voler trattenere un segreto. «Le sue mani... hanno dei fori. Nei palmi. Eppure, sembra che quei fori non gli facciano male. Non c'è sangue.»
Padre Simon chiuse gli occhi per un istante, inspirando profondamente. Quando li riaprì, la sua voce era ferma ma gentile. «E la donna? Chi è?»
Lucia scosse la testa. «Non lo so. Non credo sia una regina. Non ha una corona. Però... è come se fosse... sua figlia.»
Un silenzio denso calò nella stanza. Il pastore guardò il volto della giovane. C'era una certezza innocente nei suoi occhi, la stessa certezza che hanno i profeti quando pronunciano un messaggio da parte di Dio. «E Lui... ha detto qualcosa?»
Lucia annuì.
«Sì. L'ha guardata e, con una voce potente, ha detto: "Leone di Dio, siedi con me e giudica il mondo".»
Le parole rimasero sospese nell'aria, come un'eco che si rifiutava di svanire. Il padre abbassò lo sguardo. Sentì il peso della visione della figlia, ma anche il dono che portava con sé. «Leone di Dio...» ripeté sottovoce.
Lucia lo guardò, cercando nei suoi occhi una risposta, ma Padre Simon non disse nulla. Si limitò a posare una mano sulla testa della bambina.
«Il Signore ha parlato attraverso di te, figlia mia. Un giorno, i nostri vedranno il compimento di questa visione.»
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IL NOME DI GESÙ CRISTO
ParanormalFiladelfia è un borgo tranquillo. La cittadina appare come un luogo pacifico, dove la vita scorre lenta e la gente comune si accontenta di routine semplici, ignorando gli inquietanti avvenimenti che si susseguono da tempo. Padre Simon da tempo ha u...