«...ho imparato a mie spese che delle volte è meglio non fidarsi.»

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Gli altri sono andati a farsi un bagno, l'acqua è troppo fredda per invogliarmi abbastanza. Sono rimasta a leggere qui sotto l'ombra, ancora vestita. In realtà non sto propriamente leggendo, è più corretto dire che sto evitando il dialogo. Qui sembra che non appena cali il silenzio qualcuno debba romperlo a tutti i costi, delle volte parlando anche di cose a caso. Io amo il silenzio, ed in generale la solitudine. L'alternativa a venire qui era restare a casa con i miei, e dato che in questi giorni non fanno altro che litigare non mi sembrava una fantastica idea. Alzando gli occhi, al di là del libro che tengo poggiato sulle mie ginocchia, vedo William, uno dei ragazzi più carini della comitiva. Mi fissa, non sa quanto può essere irritante? Dovrei fare il suo stesso gioco? O dovrei tornare a leggere senza dargli importanza? Perché mi sta fissando, poi?

«Perché mi fissi?» dice lui. Mi sfugge una risatina.

«Io fisso te? A me veramente sembrava il contrario. Comunque sia devo non essermene accorta, ti chiedo scusa.» torno a leggere, forse era meglio non interrompermi proprio. 

«No, no. Ti assicuro che eri tu che stavi fissando me.» sbuffo. Insomma, cosa vuole? Anche se non ero obbligata, mi sono scusata e ho distolto lo sguardo. Sto leggendo, sto per fatti miei, stavo nella mia bolla, perché vuole per forza violare il mio spazio con queste stupidaggini?   

«Sto leggendo William, e ho davvero poca voglia di giocare. Perché non vai dove sono tutti, l'acqua deve essere magnifica, volevate tanto farvi il bagno appena arrivati.» piega la testa, come se fosse un cucciolo di cane. Mi sorride. 

«Senti, non voglio farti innervosire o litigare, stavo giocando. L'acqua si, qui è davvero bella. Neanche troppo fredda. Dovresti venire.» mi tende la mano. Non se ne parla proprio. Torno seriamente a leggere, nonostante riparta da un capoverso a caso. Rifiuto l'offerta restandomene in silenzio. Sottolinea il fatto che sia ancora vestita, che sia roba da chi "ha qualcosa da nascondere", e prima di andarsene mi invita seriamente a riflettere sul seguire lui e "gli altri" perché l'acqua è davvero "paradisiaca". Dopo pochi attimi è abbastanza lontano così che possa ritornarmene nella mia tranquillità. Neanche lo prendo in considerazione, arriverei lì e inizierebbero a schizzarmi, a prendermi in giro per il freddo che sento, mi chiederebbero cosa abbia al centro del petto, e Dio, no, nessuno deve chiedermi cos'ho sul petto. Sono cavoli miei. Fatemi leggere.

«Bea, mi passi l'acqua?» alzo lo sguardo, di nuovo William.

«Ma che fai, oggi mi tormenti?» credo di averlo offeso, in qualche strano modo. Sono nervosa quando non vengo lasciata in pace, non so controllare le mie risposte, delle volte dovrei tapparmi la bocca.

«Ehi principessa, calmina. Non ti ho fatto niente.» mi butta l'acqua addosso, forse con l'intenzione di giocare a chi è più antipatico. Peccato che a me questi tipi di giochi diano fastidio, un fastidio fastidiosamente fastidioso. 

«William, ma che cavolo! Se non mi sono tolta la maglietta, se ho ancora addosso i pantaloncini, forse è perché ho freddo, o comunque perché non voglio bagnarmi! Ma cosa hai? Due anni? Complimenti, non ho il cambio, devo tenermi la roba bagnata addosso adesso.» gli batto le mani caricando il mio nervosismo, lui è davvero stupito. Si siede al mio fianco dopo aver tirato dagli appendini dell'ombrellone una maglietta. 

«Tieni. Perdonato?» mi fa un sorriso. 

«Come se adesso io mi cambiassi davanti a te.» fa spallucce, per lui non sarebbe di certo un problema.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04, 2019 ⏰

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