CAPITOLO 1 - PIOVE

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Gabriele

Il cielo plumbeo e l'aria fresca sono forieri di un'imminente pioggia in questa giornata d'inizio ottobre, mentre la periferia della città sembra tinta dì tonalità dì grigio. I piccioni appollaiati ai cornicioni sembrano attendere le prime gocce d'acqua, mentre anonimi e vecchi palazzoni ambiscono alla demolizione. Il traffico sembra non avere fretta adattandosi al bigio ambiente in contrasto con frettolosi pedoni timorosi del probabile acquazzone. Invece, solo una leggera e fine pioggerellina inizia a bagnare le strade polverose e sporche, tentando dì pulirle con un lavaggio delicato quando, invece, ne servirebbe uno energico e violento come un temporale primaverile per portare via un po' dì sudiciume. Ed è al sudiciume che Gabriele pensa guardando loschi figuri in attesa dei propri avventori, in attesa delle proprie prede tenute in gabbia dalla sudditanza della schifezza che comprano. Il sudiciume diventa un pensiero rabbioso rivolto ai fornitori di questi piccoli delinquenti dì periferia, rivolto ai grandi trafficanti di droga che violentano la vita altrui per il dannatissimo denaro.

Gabriele mette il cappuccio della felpa per riparare la sua testa dalla pioggia che man mano aumenta d'intensità e di volume, ma non si affretta incurante dell'inclemenza meteorologica. I capelli biondi e rasati, una corporatura massiccia e muscolosa che si nota anche sotto una felpa comoda. Lo sguardo torvo e tagliente per quanto lo possano offrire due occhi azzurri e chiari. Jeans consumati dall'uso ed un paio di scarponcini neri, con le mani in tasca continua la sua camminata decisa mentre le ultime luci del giorno illuminano i suoi passi.

Ormai abbondantemente bagnato, all'accendersi dei lampioni arriva sotto ad un grande portone in legno. Estrae un mazzo di chiavi e, senza guardare ne sceglie una che infila nella serratura.

Urielle

"Dove vai? Non vedi che tempo fa?!", ma la porta che rapidamente si chiude fa restare quelle parole inascoltate all'interno delle mura di casa. Sembra scappare Urielle, da quelle parole, da quella casa, dalla sua vita. Velocemente scende le scale sfiorando il corrimano usurato, sfiorando le pareti sporche e scrostate, velocemente esce da quel condominio vecchio e ingrigito dall'umidità e dallo smog. Inizia a correre incurante della pioggia e delle pozzanghere sull'asfalto. Presto le sue vecchie scarpe da corsa non tratterranno l'acqua facendo bagnare calzini e piedi. Le sue falcate sono leggere grazie al fisico asciutto e longilineo. Femorali e polpacci sono ben delineati e ben si vedono durante la spinta. Le braccia, che cadenzano il passo, mettono in mostra dei bicipiti curati. I capelli, troppo neri per essere naturali, sono corti e modellati da un taglio sbarazzino che lascia intravedere un tatuaggio sulla parte posteriore del collo per quanto permette la maglia.

Gli occhi verdi e stretti puntati sulla strada attenti a non incrociare lo sguardo alcuno, anche di chi guida le auto che veloci la incrociano, non possono fare a meno di guardare quella ragazza che tutti i giorni aspetta i suoi avventuri all'uscita dal lavoro. Per un attimo la tristezza dell'una si trasferisce all'altra e solo la pioggia che riga il viso Urielle nasconde le lacrime che cominciano a scenderle giù. Corre più veloce, ed ancor di più sino a sentire le gambe che le fanno male, sino a non avere più fiato, sino a sentire il cuore in gola, ma lo sconforto non si attenua. Si deve fermare. Il busto piegato a portare le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato, scendendo poi sempre più sino a trovarsi accovacciata tenendosi la testa in una morsa di dolore.

Pochi attimi, poi si rimette in piedi, inspira profondamente alzando lo sguardo al cielo come a raccogliere l'inclemenza del tempo. Per un po' guarda le gocce venirle incontro facendole sbattere le palpebre, per poi abbassare la testa e vederlo entrare in quel grande portone.

Raffaele

Una piccola borsa di studio, la provvidenziale ospitalità e la tanta voglia di studiare per di conseguire la laurea in medicina quanto prima, lo facevano resistere alla nostalgia della sua famiglia dei suoi amici e del suo paese sovente baciato dal sole e lambito da un mare cristallino.

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⏰ Last updated: Jan 02, 2019 ⏰

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