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Dopo aver camminato a lungo sulla scogliera trovò finalmente un posto adatto per potersi sedere. Si tolse quindi le ciabatte e le poggiò vicino a una piccola rientranza di quella grigia roccia sulla quale aveva passeggiato fino a quel momento.
Il vento soffiava dolcemente scompigliandole i capelli, che decise di raccogliere in un morbido chignon. Mentre sedeva incrociando le gambe, ammirò il mare, le cui onde s'infrangevano poco sotto dove stava lei.
Il tempo era come fermo.
L'acqua componeva una dolce e irresistibile musica le cui note, come brave ballerine, sembrava t'insegnassero l'arte della danza facendoti perdere ogni cognizione riguardante spazio e tempo, attirandoti nella profonditá degli oceani che sono i sogni.
Linda era lí, pronta a farsi rapire da quella semplice bellezza che in pochi degnavano e a cui molti non prestavano nemmeno attenzione.
Rimaneva in ascolto, deliziandosi di ogni nota, perdendosi completamente nei suoi pensieri.
Gli occhi scuri di lei guardavano lontano, rincorrevano l'orizzonte; il pomeriggio passava lentamente mentre i tenui raggi solari la illuminavano scaldandola; bagliori di un sole che aveva appena cominciato la sua lenta discesa verso quel blu che tanto ammaliava. Era cosí assuefatta da non accorgersi di un ragazzo coperto da un sottile velo di salsedine, che le si era avvicinato.

-È bellissimo, vero?-

Lei non sobbalzò, né diede segno di essere sorpresa, quasi come se lo aspettasse. Mantenne gli occhi rivolti alla distesa d'acqua che le stava davanti. Annuì impercettibilmente.

-Sí- disse piano.

Si rese conto però della strana situazione, volse quindi lo sguardo verso il suo interlocutore. Il ragazzo ammirava silenziosamente lo spettacolo che gli stava di fronte mentre lei, come risvegliata da un sogno, lo incominciò a squadrare dall'alto in basso cercando di capire chi fosse e perché le avesse rivolto la parola. Mentre s'interrogava a proposito dell'identità dello sconosciuto, quest'ultimo si girò, sentendosi probabilmente osservato. Le rivolse un timido sorriso e altrettanto timidamente aggiunse.

-Scusa, non volevo infastidirti. È che... vengo spesso qui, non c'è quasi mai nessuno e...-

Era talmente imbarazzato, da non riuscire a continuare la frase. Linda scosse la testa, facendo capire di non essere infastidita, quindi gli chiese.

-Vieni qui per vedere il mare?-

In quel momento pensò di aver fatto una domanda davvero stupida. Si rimproverò silenziosamente più volte per la sua idiozia. Lui però molto sollevato rispose.

-Sí, è un posto davvero tranquillo, in spiaggia c'è molta confusione-

Subito dopo abbassò lo sguardo, osservando con molto interesse le dita dei propri piedi.

-Hai ragione, vengo qui anche io per lo stesso motivo-
Provò a continuare lei.
Nessuno sapeva piú che dire, nel frattempo lei stava rimproverandosi della sua incapacità di portare avanti un discorso, ribadendo, sempre nella sua mente, che a vent'anni sarebbe dovuta essere capace di evitare certi silenzi imbarazzanti. Decise quindi di giocare tutte le sue carte.

-Mi chiamo Linda-  disse, per rompere quel vuoto colmato solo dal suono delle onde e dal dolce sussurrare del vento.

-Linda...-  ripetè lui come per assaporarne il gusto.

-È davvero un bel nome!-

Concluse poi entusiasta. Lei lo guardò stranita: non aveva mai pensato di avere un bel nome, e sicuramente nessuno glielo aveva mai detto.

-Grazie- disse piano con un po' d'incertezza.

-Vivi qui?-

Continuò lui, ormai libero da ogni insicurezza e timore.

-No, sono qui in vacanza-

-Oh... -  rispose con una punta di malinconia nella voce, o almeno cosí sembrò a lei, e le parve strano, ma poi credette di essersi sbagliata.

-E tu saresti?-  chiese, ormai incuriosita dal suo interlocutore. Lui la guardò un po' imbarazzato, ci pensò addirittura un attimo, come se avesse una lista di nomi da cui scegliere.

-Net-

Decise alla fine.

-Net?-

-Sí, diciamo che è... Simbolico-

Linda lo guardò ancora piú allibita, ma decise di tralasciare quel dettaglio.

Luce d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora