Sono Effy Stonem, una diciassettenne abbastanza alta, di media corporatura, capelli scuri e occhi chiari. Ho un carattere strano, si potrebbe dire che vada a momenti. Sono cresciuta in una famiglia benestante: mio padre fa l'avvocato non so dove, è scappato quando io avevo tre anni, molto probabilmente non andava d'accordo con mia madre, da cui ho preso il carattere, ma ogni mese manda dei soldi per far capire che c'è. Mia mamma invece è il capo di tutti supermercati 'Pucket', infatti è quasi sempre in giro per l'Europa e per l'America, ma non mi dispiace stare a casa da sola, almeno posso seguire le mie di regole. Vivo in uno dei tanti quartieri della grande mela: New York.
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Apro gli occhi, è tutto bianco, li richiudo dal troppo chiarore ma poi trovo la forza di riaprirli, mi alzo dal letto cui sono seduta e mi guardo intorno.
Niente.
Nella stanza non c'è niente se non il letto cui sono seduta, due porte e un'armadio, anch'essi bianchi, addosso ho i vestiti del giorno prima ma di ieri non ricordo niente. Ho sempre odiato il bianco, non so perchè, ma era un colore strano. Quasi neutro.
A interrompere i miei pensieri è uno strano rumore di serratura. Sta aprendo la porta della stanza.
Ad aprire la porta é una signora sulla quarantina bassa e robusta, aveva il viso rigato da alcune rughe, come crepe sull'asfalto e dei capelli probabilmente tinti neri, lo si capiva dalla poca ricrescita grigia che aveva sulla radice dei capelli.
'Salve signorina Stonem, sono Delphin è ora di parlare con il Dottor White. Ma non preoccuparti, è un bravo psicologo.' Dice con tono neutro, come la stanza. Io la guardai non capendo e la signora mi fece un sorriso di conforto.
In men che non si dica ero già fuori e da un'orologio appeso proprio davanti alla mia presunta stanza vidi che erano le 17:50 del pomeriggio. Sentii una presa ferrea prendermi per il braccio, era Delphin. Sembrava così buona, infatti non feci niente per staccarmi da lei, sentivo che di lei ci si poteva fidare.
Mi guardai intorno e dalle persone che passavano per il corridoio cui stavo camminando constatai che era un'ospedale, più precisamente eravamo al reparto psicologia, lo avevo capito dalla scritta 'Psicologia' posta sullo stipite di una porta. Cos'era successo il giorno prima? E perché ora sono qui? Forse avrei dovuto chiedere tutto allo psicologo. Quindi aspettai e non chiesi niente a Delphin, anche perché mi sembrava un pó di fretta. Infatti poco dopo mi fece fermare davanti a una porta, bussó e mi sussurrò dolcemente 'Ora devo andare, il lavoro chiama!' io sorrisi, poi mi accorsi che la porta era aperta ed entrai.
La sala era strana. C'erano dei muri bianchi con degli strani quadri appesi, avevano dipinto delle figure tutte nere che facevano contrasto con il bianco dello sfondo, o forse era il contrario? Scossi la testa per dimenticarmi della confusione appena fatta e mi sedetti su una sedia in pelle bordeaux.
Dopo qualche minuto da una stanza che non avevo notato uscii un'uomo. Era giovane a alto, avrà avuto si e no venticinque/trent'anni, capii che era lo psicologo perché portava una lunga tunica bianca con un cartellino posto sul lato destro della tunica:' Dr. White'.
'Allora, Elisabeth, giusto?' Disse sedendosi su una poltrona, a dividerci c'era una grande scrivania in vetro.
'Effy' mi limitai a dire.
'Allora, Effy, sai perché sei qui oggi?' Io feci di no con la testa e lo guardai, lui sorrise e continuò la sua frase.
'Sei qui perché ieri sei quasi morta' sgranai gli occhi e in un secondo mi staccai dallo schienale della sedia.
'Io non ricordo niente, ma come è successo?' Il professore rimase in silenzio per poco. Poi riprese il discorso.
'Oh, non ti preoccupare per la memoria, tornerà fra un paio di giorni. Avevi 25 antidepressivi nello stomaco e ti stavi per buttare sotto una macchina in autostrada, menomale che si è fermato, ti abbiamo salvata per pelo' mi riappoggio allo schienale e abbasso lo sguardo.
'Si ma quando mene potrò andare?' Chiesi quasi timidamente.
'Quando recupererai la memoria...' io feci un sorrisone ripensando alle parole dette prima dal professore a riguardo, ma si spense appena vidi che il professore non aveva finito, quindi lo guardai facendogli capire di andare avanti.
'...e mi convincerai che non farai più nulla del genere.'
'Ma professore, non ero in me!' Dissi mettendomi sulla difensiva.
'Questo melo dirai appena ti ricorderai tutto, ci vediamo domani. Stessa ora, puntuale.' Mi alzaii, gli feci un sorriso spento e uscì dalla stanza.
Vidi che seduta su una sedia davanti la stanza c'era Delphin e appena mi vide scattò in piedi e mi chiese di seguirla.
•SPAZIO AUTRICE•
Allora, ciao a tutti, sono Ely e questo è il mio primissimo capitolo. È un pó una cosa misteriosa e dal primo capitolo non si è capito un granchè, ma dai prossimi capitoli comincerete a capire.
Fatemi sapere cosa ne pensate, posteró il secondo capitolo appena qualcuno comincia a cagarmi la storia.
È la mia prima FanFiction, non siate crudeli!
Ciauu❤️
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Strangers.||Harry Styles||
FanfictionLui è così buono e cattivo allo stesso tempo, mi fa paura lo so ma c'è qualcosa che mi lega a lui, qualcosa di indescrivibile. 'Sarà il destino!' Dice lui quasi come se mi avesse sentito pensare.