Il Veneto è un dinosauro

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《Mamma, non potrei andare da qualche altra per te? Il fratello di Rino, Il mio compagno di classe, è andato in un college scozzese, dove per tutta l'estate ha giocato a rugby e bevuto birra!》
La mamma,camminando come un robot guasto, si avvicinò alla libreria del soggiorno borbottando la parola "birra".
Sfilò il grande album delle vecchie foto di famiglia e lo aprì sul tavolo.
Praticamente in tutte c'era un tipo magrissima che stava sempre mangiando qualcosa.
《Questo è lo zio Marino. Ti ricordi?》
《Questo con la pizzetta in mano?》chiese Giancarlo di malavoglia.
《Sì. E anche qui, lo vedi?》
《Quello con la forchetta di spaghetti a mezz'aria?》
《In questa foto siamo a Natale...》
《...e quello con il panettone è lo zio Marino》.
《Bravo, vedi che te lo ricordi? Lo dicevo io, non potevi averlo dimenticato!》
Giancarlo, sul fratello maggiore del papà non sapeva granché, ricordava di averlo visto anni prima al matrimonio di un cugino e non aveva capito che erano parenti fino al momento del Brindisi.
Sua moglie invece, Zia Erminia, compariva in poche foto.
Sfogliarono le pagine avanti e indietro e solo al secondo passaggio la individuarono: in una stava cucinando e in un'altra si era messa in posa sorridente davanti alla macchina fotografica.
Può capitare, quando una sorellina nuova di zecca si prepara piombarti in casa, che i genitori decidano che per il promogenito sia meglio prendersi alcuni giorni di ferie, in attesa dell'evento.
Marino di Erminia abitavano a Rovigo, una delle sette province del Veneto.
Un luogo di cui Giancarlo ignora quasi tutto, visto che la maestra di geografia, nelle tue spiegazioni sulle regioni d'Italia, non era mai riuscita a oltrepassare il Po.
Un po' per colpa delle domande sceme di Menichelli e Capuozzo, un po' perché si era ammalata a Gennaio e nessuno l'aveva più vista.
Forse si era proprio ammalata per via di Menighelli e Capuozzo, chi poteva dirlo...
L'unica cosa che si ricordava era che, sulla carta geografica appesa in classe, il Veneto assomigliava alla sagoma di un cane o di un piccolo dinosauro.
Con un po' di fantasia,ovviamente, si potevano vedere le zampe il collo con la testa.
La piccola coda era il Lago di Garda.
Il dinosauro aveva le gambe posteriori appoggiate sull' Emilia Romagna, se ne stava seduto sopra la Lombardia e teneva sulla schiena il Trentino, pronto a mordere il Friuli Venezia Giulia.
Il naso era in Austria e la pancia a bagno nel mar Adriatico.
Con questo sistema Giancarlo riusciva sempre a ricordarsi i confini.
Un buon sistema, a patto che uno abbia confidenza con i dinosauri, ovviamente.
Molto prima dall' inizio della pausa Pasquale, il papà di Giancarlo era andato dalle maestre a spiegare che avrebbe iniziato qualche giorno prima le vacanze.
Questo voleva dire che la sua futura sorellina non aveva intenzione di rispettare il calendario scolastico per nascere.
Poi, in un lampo, era arrivato il giorno della partenza.
Giancarlo salì sul treno senza capire perché  dovesse andarsene proprio nel momento in qui avrebbero avuto più bisogno di lui.
Sapeva cucinare gli spaghetti con il tonno, mettere i piatti nella lavastoviglie, fare la spesa da Armando Market e un paio di volte aveva sistemato la sua camera.
Quando suo padre aveva finito di mettere la valigia sopra il sedile, gli occhi di Giancarlo avevano cominciato a bruciare.
La mamma lo bacio su entrambe le guance e suo padre lo abbracciò forte.
Sembrava che avessero fretta di liberarsi di lui, per far posto alla nuova figlia.
Quando il treno si mosse e Giancarlo vide i suoi genitori abbracciati immobili che diventavano sempre più lontani, ebbe l'impressione che quello fosse un addio più che un arrivederci.
Il viaggio fu noioso: ilrumore del treno gli faceva venire sonno.
Dopo venti minuti si era già letto tutti i fumetti che si era portato e aveva scoperto di aver caricato il lettore mp3 con le canzoni più brutte.
FUORI dal finestrino sfilavano campi e città,  paesi e case isolate in mezzo alla campagna.
La cosa più  divertente fu l'uomo  che cambiava la ruota dell'auto.
Finalmente una donna guardò fuori e annunciò a gran voce al marito:《Giulio, stiamo uscendo dell'Emilia Romagna! Guarda il Po... adesso entriamo in Veneto》.
L'uomo alzò per un momento gli occhi dal giornale:《Avvisami quando passiamo il Tagliamento ed entriamo in Friuli》.
E seccato riprese a leggere.
Giancarlo invece si sistemo meglio gli occhiali sul naso e guardò fuori dal finestrino.
Sotto il lungo ponte scorreva una distesa d'acqua.
Il grande fiume scivolava accanto a campi e file di pioppi che stavano allineate contro il vento.
Superato il Po, la fila di vagoni si precipitò verso Rovigo, la destinazione di Giancarlo.
Ma gli zii lo avrebbero riconosciuto?
Per un attimo ebbe la tentazione di restare nascosto nello scompartimento e scendere alla stazione successiva per tornarsene a casa.
Non aveva nessuna voglia d'incontrare duei due,figurarsi se l'idea di trascorrere con loro le sue vacanze poteva  interessarsi.
Gli bastò però immaginare la telefonata di una zia isterica e la faccia sconvolta di sua madre per abbandonare l'idea.
Trascinandosi la borsa, scese a testa bassa dal treno, pronto ad affrontare qualsiasi destino la vacanza in Veneto gli potesse offrire.
"In fondo si tratta solo di una decina di giorni, ce la posso fare".
Continuava a ripetersi questa frasetta ma, quando gli zii lo abbracciarono  e gli presentarono Chiara, fu preso da una crisi di panico.
"Nessuno mi aveva detto che avevo una cugina... Non c'è nemmeno nelle foto".
《Chiara è timida, non vuole nemmeno farsi fotografare》preciso la zia tutta sorridente.
《Per fortuna che c'è lei, vero? Così non ti annoierai, avrai qualcuno con cui passare il tempo. Vedrai che andrete d'accordo: avete la stessa età, no?》
《Io ho un anno di più》ringhiò lei che non sembrava affatto entusiasta.
Mai fidarsi di una coi capelli rossi: tutte nervose e collezione.
In più questa, era magra come un chiodo e Giancarlo era appena stato messo a dieta.
《Avanti, avanti, tutti in auto!》Lo zio aveva preso la valigia dalle mani di Giancarlo per caricarla nel bagagliaio.
《Marino, ci fermiamo un momento in centro che devo competere giusto due cose?》
Chiara sbuffò rumorosamente e tenne il viso rivolto al finestrino.
《Cominciamo bene》pensò Giancarlo.
Lo zio guardò la zia negli occhi,dubbioso che le due cose potessero essere comprate in un momento e propose un gelato per scaldare l'attesa.
Davanti alla gelateria prese in disparte Chiara e le sussurò qualcosa all'orecchio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 28, 2019 ⏰

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