Avventura al Polo Nord

Questa one-shot è per il Contest Natalizio di 2Girls1Switch

Era la mattina della Vigilia di Natale quando lui ed il suo amico, nonché compagno di avventure, Jan, erano giunti qui, al Polo Nord con l'elicottero della compagnia esplorativa della Norvegia per cui lavoravano.
I due esploratori ora si trovano sdraiati a pancia in giù sulla neve candida ad osservare un luogo inaspettato e quasi magico.

Ma facciamo un passo indietro a quella mattina...
Erano mesi che Jan ed Albert aspettavano questo momento e finalmente era arrivato, oggi potevano andare al Polo Nord ad osservare gli orsi polari, inoltre sarebbero tornati in tempo per trascorrere il Natale con le rispettive famiglie.
Erano due trentacinquenni razionali, che non credevano a nulla se non potevano provarlo con uno dei cinque sensi, d'altro canto sono pur sempre scienziati.
Albert aveva un po' di barba bionda, come i capelli e gli occhi azzurri, Jan, invece, aveva la pelle color cioccolato, i capelli castani molto corti e due occhi davvero penetranti.

Quella mattina, prese le necessarie attrezzature come le coperte termiche, le bevande, il cibo e soprattutto le apparecchiature fotografiche, erano pronti al decollo.
In meno di due ore erano atterrati su uno spiazzo bianco infinito con un'unica casetta in legno che per quella giornata sarebbe stata la loro base operativa. Sistemarono le loro attrezzature in quel abitacolo tenendo con loro il minimo necessario per essere comodi e veloci nello spostarsi alla ricerca di questi animaloni grossi e bianchi con i loro cuccioli.

Dopo ore passate seduti dietro un cumulo di neve per evitare di far spaventare la fauna locale, di orsi polari non ce n'era alcuna traccia.
Si stavano per arrendere e rientrare quando all'orizzonte Albert scorse del movimento.
«Ehi, Jan, guarda laggiù!» disse eccitato e speranzoso. Jan prese il binocolo e, come sospettava l'amico, si trattava proprio di un orso polare.
«Passamelo, lo voglio vedere anch'io!» anche Albert pose l'occhio su quel aggeggio per vedere lontano e si rese conto che non si trattava di un semplice esemplare di maschio, ma di una femmina con il suo cucciolo.
Purtroppo per i due amici, quegli animali erano troppo lontani da poter essere fotografati e si stavano dirigendo proprio dalla parte opposta alla loro, così si alzarono in piedi e senza farsi notare o fare troppo rumore cercarono di seguirli.

Dopo un bel po' di cammino il cielo iniziò a scurirsi, le candide nuvole bianche lasciarono il posto a quelle grigiastre, segno che stava arrivando una tempesta di neve. I due esploratori però, erano troppo distanti ormai dal riparo sicuro che sarebbe stata quella casetta in legno, così decisero di proseguire a loro rischio e pericolo, pensando, per farsi coraggio, di non poter avere un'altra occasione come quella.

Da lì a poco, come avevano previsto i due uomini, la neve iniziò a cadere sempre più abbondante e un vento gelido si propagò fino a far ghiacciare la barba di Albert. I denti dei due uomini iniziarono a riprodurre un ticchettio assordante se si ci concentrava su di esso, poiché sbattevano per il freddo.
Si buttarono a terra appena in tempo, altrimenti il vento li avrebbe scaraventati chissà dove e con le mani si tenevano stretti i rispettivi cappelli.
Non sanno quanto tempo passò prima che potessero rialzarsi, la bufera sembrava non finire mai, ma quando aprirono di nuovo gli occhi si ritrovarono di fronte un edificio enorme, che entrambi erano sicuri di non aver visto prima.

Ed eccoli lì, sdraiati a pancia in giù ad osservare in assoluto silenzio ciò che stava succedendo sotto i loro occhi.
Piccoli ometti correvano in tutte le direzioni con indosso un cappello rosso con un campanellino.
Albert prese coraggio e si avviò verso di loro.
«Scusatemi, io e il mio amico ci siamo persi, sapete dirci dove ci troviamo?» i due continuarono ad osservare increduli questi personaggi misteriosi e particolari, come se ricordassero loro qualcosa di fiabesco.
«Salve ragazzi! Io sono Beren, l'ardito, il capo di tutti questi elfi che vedete, davvero non sapete dove siete?» i due scossero la testa, «Siete giunti alla casa di Babbo Natale! Venite, vi porto da lui.»