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______________Il mattino era attanagliato da un'atmosfera tetra, le nuvole mantenevano un intenso e inquietante grigiore dando quasi la sensazione che fosse ancora notte, ma l'alba era già passata da un pezzo.
Come se non fosse abbastanza l'isola venne colpita da un forte vento proveniente da nord-est, portando con se un aria gelida, molto pungente e una pioggia incessante.
Tutti i soldati dell'accampamento erano dentro le loro tende a ripararsi, tanti di loro soffrivano molto il freddo. Alcuni di loro si erano addirittura ammalati, pochi di questi morti o quasi morti di tosse e raffreddore. Tranne gli elfi.
Per quanto risentisse anche lui del clima rigido e tempestoso, Thoulgulf ci era abituato essendo un ragazzo del nord.
I luoghi in cui ha vissuto, quando era un bambino, sono stati sempre freddi, pesanti e in alcuni casi anche inospitali; luoghi che in parte hanno forgiato il suo fisico e il suo carattere duro.
Quando si risvegliò egli era completamente nudo, avvolto dalle folte coperte di lupo nero,stretta tra le sue braccia teneva ancora la sua lama da cui non si staccava mai.
Ogni notte dormiva con la spada tra le braccia, come un bambino che tiene sempre il suo giocattolo tra le mani; solo che quel giocattolo poteva mozzare di netto la testa di uomo e il ragazzo ci riusciva benissimo.
Una volta che fu totalmente sveglio, si infilò le brache e iniziò a vestirsi con dei pantaloni color grigio talpa ed un farsetto nero, fatto di stoffa grezza e ruvida. Infine degli stivali con una lieve sfumatura ambrata che presentavano dei vistosi segni usura e di rattoppamenti fatti da lui.
Quelle scarpe avevano qualche anno, ma non aveva intenzione di cambiarle. Ebbe l'occasione e la possibilità di comprare un paio di scarpe nuove, però preferiva rimanere così; perché i vestiti logori e trasandati li facevano ricordare da dove veniva.
Nel centro della tenda aprì un insenatura per far defluire l'aria, evitando che entrasse l'acqua piovana.
Lì c'era un piccolo spazio di terra circondata da delle pietre, da lui stesso posizionate, per creare un focolare che non facesse danni.
Ci buttò quella poca legna asciutta che trovò nella sua minuscola e spartana abitazione, tirò fuori un pietra e con vari tentativi accese una piccola fiammella che diventò sempre più grande.
Col crescente barlume giallastro aumentarono anche gli scoppiettii e Thoulgulf rimase lì, seduto con le gambe incrociate, a fissare il fuoco con insistenza e ossessione.
Nella sua mente passavano un gran quantità di pensieri e ricordi che lui stesso, in alcune circostanze, faceva fatica a gestire; quindi si limitava semplicemente a mantenere uno sguardo passivo e la testa in un'altra dimensione.
Così sembrò che attorno al mondo del ragazzo ci fosse solo il silenzio e il rumore di una tempesta, silenzio che però venne interrotto da un voce più che famigliare.
-Thoulgulf- urlò Jhariq che stava fuori sotto la pioggia – facci entrare, abbiamo delle provviste con noi!-
Si riprese in uno scatto, slegò le corde che tenevano chiusa l'apertura della tenda facendo entrare Jhariq, Tyrsa e un uomo di bassa statura che riconobbe subito.
-Marco, dove ti eri cacciato ieri? Non ti ho visto per tutto il giorno.-
Marco Publio Lorenziano, era un uomo che non superava il metro e settanta, minuto e con una tipica carnagione olivastra.
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The Child Warrior
FantasyThoulgulf, un ragazzo umano cresciuto tra il fango e il sangue di una vita miserabile, è uno dei più forti e uno dei più giovani mercenari in circolazione. Già alla tenera età di otto anni il ragazzo assiste al massacro della sua famiglia, trauma ch...