Questa è la storia della parola tesoro, o almeno di quella che una notte sognante mi ha raccontato una montagna.
Stavo percorrendo il sentiero che ero solito intraprendere le notti in cui non avevo una meta prefissata, e che per questo mi confortava, essendo la mia mente inesplorata e quel luogo invece conosciuto. Come il resto di quelle notti sognanti, i miei passi mi portavano ad una radura che conciliava la riflessione, dove molti dei miei ragionamenti hanno trovato una loro conclusione; proprio perché la meditazione interiore era la naturale conseguenza del mio arrivo presso il masso dove sempre sedevo, quella notte che, non ricordo i motivi, non lo feci, non ebbi alcuna questione da districare, anzi camminavo assorto in contemplazione di quelle bellezze che mai avevo notato prima d'allora.
Incisa su quella nuda roccia che era sempre stata coperta da me, c'era la parola Tesoro.
Curioso fu il modo in cui la vidi, cioè non mi accorsi immediatamente della scritta, ma dopo che i miei occhi furono passati più e più volte su quello stesso punto, come se quelle lettere fossero comparse nel tempo che io volgevo lo sguardo altrove. Ad ogni modo mi trovai chinato sulla pietra con le mani intente a levigare quel solco che mi sembrava così antico che era impossibile si fosse creato nel giro di quei pochi minuti, ed accadde sotto le mie dita un fatto che ora ricordo reale, nonostante quella fosse una notte sognante.
Non so ancora oggi come sia potuto succedere, ma la mia mano che si muoveva stava creando un alito di vento, o forse era quell'aria che la spingeva avanti, che sembrava levasse la polvere da quel masso, o forse era quella che scostandosi generava il vento, rivelando altre incisioni, o forse erano quelle che facendosi alzavano lo strato soprastante. Insomma mi ritrovai a leggere nella radura dove sempre mi perdevo nei meandri dei miei pensieri, una cosa non mia, che stava lì probabilmente da prima di me, e che proprio per questa ragione ricordo a memoria. Quella cosa che lessi,era una storia, per l'esattezza la storia di una parola narrata da se stessa, forse una leggenda della parola tesoro che ora vi riporto.
"Tesoro. Questo sono io che mi scrivo, questo fui io che ho vissuto, questo sarò io che in questo stato vivo. Il mio tempo fu quello dell'Olimpo, io stesso fui un uomo che venne chiamato ad essere compagno degli Dei, ma scelsi di rinnegare il motivo per cui mi venne fatto questo dono, e così questa punizione è giusto che io paghi. Quando vissi da mortale, ero l'unico che aveva questo nome tra tutti gli uomini; poiché ero uno dei figli di Afrodite, alla nascita mi fu dato il dono di far ricordare ad ogni persona che mi avesse trovato, l'importanza e l'unicità che abbiamo come abitanti della Terra custodita da Zeus, e grazie alla mia bellezza e alla protezione di mia madre, coloro che potevano dire di aver trovato e conosciuto Tesoro, erano pochi e fortunati tra gli esseri mortali. Addirittura il luogo dove ero custodito era così colmo di ricchezze che gli uomini che lo trovavano, non ne parlavano a nessuno, e mi tenevano segreto fino al loro ultimo giorno di vita, perché non desideravano condividere con altri la felicità che gli sapevo ricordare. Per questa stolta avarizia delle sue creature, il Padre degli Dei mi rese immortale, perché io potessi continuare a fare ciò che gli uomini avrebbero dovuto fare tra di loro. Provai compassione per la vostra ingenua razza, e mi trasformai definitivamente in parola, in modo che di bocca in bocca sarei passato tra grandi amori e grandi amicizie per renderle importanti e uniche. Dannato sono per questa scelta, non fui compreso e fui pronunciato in casi che nulla avevano a che fare con il dono che io portavo, nessuno era più capace di trasmettere insieme a me ciò che era il mio significato, tutti mi abusavano credendo di trovare Tesoro ovunque, e persi la mia consistenza. Irato Zeus per ciò che avevo causato e pregato da mia madre perché trovasse salvezza per un Dio soggiogato dagli uomini, mi incise su questa pietra, lasciando che esistesse senza più valore alcuno il mio essere parola. Così i mortali furono puniti dimenticando il loro valore, se non nelle notti sognanti quando ancora qualcuno può trovarmi purché apprezzi ciò che gli è stato creato attorno e si dimentichi dell'importanza che si da' da se. Così mortale ti prego, ricorda la storia di Tesoro che fu uomo, poi Dio e poi parola a causa dei vizi umani."
Mai ho dimenticato quella notte, mi auguro possiate trovare la vostra radura, perché quando la guarderete senza credervi padroni di un luogo che vi appartiene, sono certo troverete Tesoro.
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Storia di Tesoro
Short StoryUn breve mito per la nascita di una parola molto importante.