Capitolo 1

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Dopo troppe delusioni da Andrea né ho abbastanza, non voglio più avere niente a che fare con lui. Riguardo il telefono e ancora silenzio. Basta! Penso tra me e me, ma dopo 2 secondi torno a ricontrollare lo schermo. Tanto tra noi è finita, non c'è più nulla da fare, ma non riesco a dimenticarlo. Non riesco a dimenticare le nostre passeggiate nel cuore della notte era il nostro momento intimo della giornata per stare soli e lontani dal resto del mondo, non riesco a dimenticare le sue labbra, i suo occhi color oceano, i suoi capelli sempre perfetti anche appena sveglio. Non riuscirò mai a dimenticarmi quelle volte quando ci rinchiudevamo in camera sua a chiave, anche se in casa sua non c'era mai nessuno, ma lo facevamo per stare lontani da tutti senza essere giudicati da persone che infondo sono solo gelose di quello che avevamo noi. Quello che c'è tra noi. Quello che loro non avrebbero avuto mai.

Ed ecco di nuovo sono finita a fantasticare su cosa sarebbe successo se non ci fosse stato quello stupido litigio. Mi ricordo ancora quel pomeriggio, l'ho visto e solo li ho capito che aveva deciso di usare la nostra relazione come status symbol, per farsi bello davanti ai suoi amici per poter vantarsene, anche se non capisco cosa c'è di tanto bello in me. E per non bastare l'ho beccato una sera con quella sciantosa di Vanessa che rideva e scherzava con la mano poggiata sulla schiena, poco sopra l'elastico dei pantaloncini, davanti a un locale in centro, era ovvio che tra loro ci fosse qualcosa di più intimo di una banale amicizia. A parer mio sta cosa durava già da un paio di giorni, più o meno da quando tutto è cominciato ad andare a rotoli.

Mi aveva detto di dover studiare per la verifica del giorno dopo e cosi non poteva accompagnarmi all'allenamento pre partita del quel fin settimana stesso.

Era giovedì, stavo passando in città diretta verso la palestra del centro, almeno non mi sarei dovuta fare chissà quanta strada da sola che di solito facevo sempre con lui. Quella sera mi sembrava più lunga di sempre, forse perché non avevo nessuno con cui parlare. Eppure quando mi accompagnava ci fermavamo ogni cento metri per baciarci o per fare qualche stupidaggine da coppietta sdolcinata che eravamo. O forse perché non appena l'ho visto con Vanessa tutto il mondo si è fermato come per farla apposta e lasciarmi guardare più del dovuto quello che succedeva tra quei due in quel piccolo locale, e dopo poco ci fu quello che ho sempre temuto, il bacio. Vedere il mio ragazzo che si baciava un'altra mentre tecnicamente stava ancora con me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, il mondo mi è crollato addosso e da li ho deciso di chiuderla una volta per tutte. Proprio lui che teneva alla fedeltà più di chiunque altro, dopo oltre sette mesi di relazione ha deciso andare con una che i ragazzi li cambia come il pane.

Da lì non c'ho più visto e l'ho piantato la mattina dopo, eravamo a scuola davanti all'entrata, appena l'ho visto giuro avrei voluto ammazzarlo, ma ho deciso di restare calma e fare l'indifferente giusto per vedere quanto fosse leale.

-Ciao amore- gli dico avvicinandomi per abbracciarlo.

-Ciao tesoro- mi fa lui, tutto teso.

-Mi sei mancato, peccato che ieri non sei riuscito ad accompagnarmi, ma tranquillo ce l'ho fatta da sola. A te come è andato lo studio?- gli rispondo per metterlo alla prova e vedere se confessa, anche se ho seri dubbi.

-Bene, ho studiato come un matto, sai com'è fatto il prof di latino.- mi dice senza espressione in faccia.

Non ci credo, veramente copre quella sfacciata di Vanessa. Questa è la prova che aspettavo, la risposta che mi ha fatto suonare il campanello d'allarme.

-Peccato che ieri ti ho visto al Bar del centro, e non sembravi molto preso dallo studio, anzi eri più che rilassato. E da come mi ricordo oggi non hai neanche latino- gli rispondo con uno sguardo di sfida, sapevo a memoria il suo orario settimanale anche perché non era molto diverso dal mio apparte le materie d'indirizzo.

-Si ce, si sono uscito verso tarda sera con il solito gruppo di amici che conosci per staccare un po', dove vorresti arrivare piccola?- mi dice avvicinandosi per abbracciarmi.

-Ah si e da quando in poi il tuo gruppo di amici si racchiude in una sola persona?- ribatto mantenendo la calma e allontana domi di un passo. Se non fossimo a scuola lo avrei già riempito di parolacce.

-Una sola persona?- mi chiede confuso -Chi sarebbe scusami? Non capisco!-mi dice con occhi spalancati, ha capito che l'ho beccato.

-Vanessa! – dissi quasi urlando, -Cosa ci facevi con lei al bar e per lo più da solo, non penso che stavate studiando visto che lei è di un altro indirizzo- controbatto godendomi la sua espressione di paura dipinta in volto.

Evita il mio sguardo e li capisco che è tutto vero e che non ha più nulla da dire.

Be neanche io, quindi decido di porre fine a questa discussione.

-Andrea, lo sapevo già da settimane che ti vedevi con lei di nascosto, me l'avevano detto gli altri del gruppo, ma io non ci credevo e non gli davo ascolto, ora invece tutto mi è più chiaro.- gli rispondo quasi con le lacrime agli occhi. I suoi amici che fino a quel momento hanno assistito alla scena, vengono distratti dall'arrivo di un amico e io decido buttare fuori tutto quello che mi stavo tenendo dentro da giorni.

-Ieri è stato rivoltante. Tu, praticamente davanti a me, le stavi vicino. La tua nuova migliore amica. E fidati se ti dico che a me di te non me ne frega più niente. Ora ti odio, ti odio come odio poche persone. Ti odio perchè ti ho amato più di ogni altra persona, e mi sono ritrovata costretta a curare le ferite che mi stai lasciando. Ti odio. E odio ancora di più il fatto che a te non importi nulla della mia sofferenza. So che non riuscirò a perdonarti mai più dopo una cosa del genere. Perchè una persona come te non meriterebbe di restare impressa nei miei ricordi. Dovrebbe essere cancellata, buttata via, come la nostra relazione, che hai avuto il coraggio di paragonare con l'amicizia di una ragazza conosciuto neanche 2 mesi fa. Mi fai schifo. E la cosa peggiore, è che tu non te ne renda veramente conto di quello che mi stai facendo.- dico tutto ad un fiato. Mi accorgo che abbiamo degli spettatori quindi decido di guardarlo un'ultima volta.

-E' finita Andrea – e me ne vado entrando dentro la scuola.

Probabilmente i suoi amici gli hanno dato un pacca sulla spalla come premio per essere riuscito a farsi filare da Vanessa. Contento lui.

Finalmente manca meno di un mese. Odio la scuola ma mi tocca andarci. Si lo so ho già finito la scuola dell'obbligo quindi potrei andarmene, ma allo stesso tempo non posso, perché poi mi sentirei dire da tutti che se avessi preso il diploma, avrei trovato un lavoro migliore, quindi stringo i denti a deciso di sopportare questo posto pieno di sofferenze.

Finita la scuola torno a casa che è ormai sera, prima di cena ricopio gli appunti sui quaderni alla velocità della luce e metto al pc per vedere qualche film. Dopo 10 minuti entra mio padre in stanza e mi da una delle notizie più belle di questa giornata, questo fine settimana andiamo al mare a Cavallino vicino a Venezia. Finalmente! Almeno potrò smettere di pensare a Andrea.

Non vedo l'ora che la settimana finisca, cosi me ne vado da questa piccola città che fino ad adesso mi ha portato solo sofferenze .

Resto al computer a vedere un po' di cose da comprare su internet qualche vestitino per il fine settimana, ma come sempre guardo solo trovando in ogni uno dei capi qualche difetto e combino un bel niente.

Staremo solo una notte per problemi di prenotazione. Che peccato.

Finisco di mangiare e me né torno in camera. Ricontrollo un ultima volta il telefono ma nessun messaggio. Sono passate ore e non mi ha ancora risposto, avrà di meglio anziché cercare di risolvere in qualche modo rimanendo almeno amici.

Basta ormai ho perso la speranza. Spengo il telefono e decido di leggere uno dei libri che ho sul comodino che sono ancora più tragici della mia situazione in cui mi troco. Ma almeno i protagonisti sono riusciti a superare i loro momenti no e a rifarsi la vita ricominciando da capo più forti che mai. Vorrei avere un briciolo di forza e coraggio che hanno loro.

Dopo vari capitoli mi accorgo che è l'una passata. Come passa veloce il tempo, quasi con la velocità che passava quando stavo con Andrea in qualche Bar in centro o a casa di uno dei due. Ma basta non se ne può più. Un po' arrabbiata e scocciata mollo libro, spengo la luce e cerco di dormire con la speranza di non sognarlo.

È INUTILE NEGARLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora