capitolo 2

8 1 0
                                    

Per questo tempo passato in macchina, vorrei poter dire che l'ansia sia svanita del tutto, ad ogni cartello stradale che ci portava più vicini a Modena io e i miei genitori sussultavamo, senza realizzare ancora che, seriamente, tra meno tempo di quanto noi potessimo realizzare, sarei stata una studentessa dell'Unimore.
«Ci mancherai un sacco in casa.» afferma mia madre, e mio padre fa un cenno con la testa come per confermare.
«Lo so, anche voi mi mancherete davvero tanto, ma del resto dobbiamo stare tranquilli, non dobbiamo stare in pensiero, ma dobbiamo solamente essere felici! Alla fine sto seguendo quello che era il mio sogno più grande.» dico con un tono felice, anche se so che avrò tanta nostalgia di casa e dei miei genitori.
«Anche il nostro di sogno, Cri,» dice mio padre "vederti all'università è veramente fantastico.» svoltando l'ultima curva che c'era tra noi e l'università.

«Eccoci!» esulta mia madre, quando finalmente varchiamo il cancello dell'università.
I miei occhi brillano dalla gioia e le farfalle nello stomaco iniziano di nuovo a farsi sentire.
Mio padre apre il cofano dell'auto, prende i miei bagagli mentre io mi giro verso la grande struttura: rimango come incantata, ancora devo realizzare tutto ciò.
Nel cortile, che ha delle dimensioni enormi, ci sono un sacco di genitori che salutano i figli, studenti che si aggirano da soli o in gruppo.

«Vorremmo tanto vedere il tuo appartamento. Sarebbe come rassicurarsi sul posto in cui nostra figlia vivrà per questi anni.» seguono i miei genitori.
Il mio appartamento si trova in una struttura fatta apposta per noi studenti dell'Unimore, che si trova praticamente accanto l'università. Ci sono corridoi e stanze con i numeri, proprio come i campus americani!
«19B..» dico appena entro nel portone che porta a tutti i corridoi, leggo che il corridoio B si trova al terzo piano.
«Prendiamo l'ascensore.» ci entro all'interno insieme ai miei genitori e a tutti i bagagli.
Saliti su, iniziamo a cercare il mio appartamento, e quasi al termine di un lungo corridoio infilo la chiave nella toppa della porta che c'è sotto una grande scritta con '19B'.
Posso notare già dalla prima stanza che non è molto grande come appartamento, ma alla fine dobbiamo viverci solamente in due persone. Varco la soglia della porta e noto un divano abbastanza lungo, dove su c'è una ragazza.
Questa si gira verso me e la mia famiglia con un sorriso smagliante: ha i capelli corti neri, abbastanza alta, non è né magra né grassa, diciamo che sta bene di fisico.
«Tu sarai la mia coinquilina presumo,» sorride avvicinandosi verso di me, annuisco «piacere, Emi!» e a mia volta mi presento anch'io.

Faccio il giro dell'appartamento, insieme ai miei genitori e ad Emi, devo dire che non posso lamentarmi. Quella che sarà la nostra stanza è di media grandezza, con due letti singoli e una scrivania abbastanza grande che possiamo usare contemporaneamente entrambe per studiare.

«Ci vediamo presto piccola!» dicono, e abbraccio i miei genitori per l'ultima volta, dopodiché chiudo la porta.
Devo dire che a primo impatto la mia coinquilina sembra abbastanza simpatica, sono felice del fatto che i miei genitori si siano tranquillizzati anche per la compagnia.
«Eh nulla, io sono Cristel.» balbetto imbarazzata.
«Davvero felice di conoscerti. Io, come ti ho detto prima, sono Emi. Ormai frequento il secondo anno di questa università.»
«Che dipartimento hai scelto?» domando incuriosita a mia volta.
«Scienze chimiche e geologiche. Praticamente noi ci basiamo molto sull'ambiente.» annuisco, conosco questo settore «Tu?»
«Studi linguistici e culturali, le lingue straniere mi sono sempre piaciute.» racconto.
Parliamo di ciò che ci piace fare, di quello che è stato il nostro percorso scolastico negli anni precedenti, e lei mi spiega anche ciò che si fa generalmente in quest'università.
All'improvviso, Emi si avvicina e mi cinge con le sue braccia, anche se sorpresa da quel gesto d'affetto, ricambio l'abbraccio.
Mentre continuiamo a parlare del più e del meno bussano alla porta.
«Avanti!» urla la ragazza e la porta si apre, vedo due ragazzi entrare.
«Sei tu la nuova coinquilina di Emi?» mi chiede uno dei due. Ha un ciuffo molto alto sulla testa, braccia coperte di tatuaggi e un piercing sotto il labbro.
«Si, sono io.. Cristel.»
«Io sono Benjamin. Non essere nervosa, qui ti troverai benissimo!» nonostante abbia un aspetto che io ritengo 'sgradevole', devo dire che sembra simpatico.
Sposto lo sguardo sull'altro ragazzo presente in questa stanza. I suoi capelli sono principalmente castani, ma ci sono molte ciocche bionde, soprattutto sul ciuffo. Le braccia sono ricoperte, anche le sue, da tatuaggi. Infine, i suoi occhi sono blu, con tante sfumature dello stesso colore, però, più chiaro. Sono consapevole del fatto che li sto fissando da troppo tempo, ma non riesco a non farlo.

«Io sono pronta.», dice Emi, prendendo dal divano una semplice borsa.
Continuo a guardare il ragazzo biondo, che a differenza del suo amico non si presenta, ma resta impassibile davanti al suo cellulare. Non credo sia amichevole come Emi o Benjamin.
«Ci vediamo in giro!» afferma il ragazzo dal piercing sotto il labbro.
La mia coinquilina mi saluta facendomi segno che ci vedremo più tardi, mentre il ragazzo di cui non so nemmeno il nome esce dalla porta nella stessa maniera in cui è entrato.
tutti e tre escono dalla porta ed io rimango sola nell'appartamento.
«Vabbè, sarà solo l'inizio così imbarazzante.», dico tra me e me, cercando di convincere anche me stessa che si tratta solamente del primo giorno.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 01, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Torment of every day | Federico Rossi |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora