Ash varcò la soglia del bagno, lasciando la porta aperta e avvicinandosi alla finestra per chiuderla. Lanciò una veloce occhiata alla vasca addossata alla parete alla sua sinistra, che continuava a riempirsi d'acqua calda, e sorrise nel vedere la schiuma quasi uscirne fuori. Il profumo di gelsomino gli accarezzò le narici, rilassandolo.
Si portò una mano dietro la schiena e tolse la 357 magnum infilata nei pantaloni, appoggiandola sul piccolo davanzale di marmo nello stesso momento in cui Eiji fece il suo ingresso, chiudendosi la porta alle spalle.
«Devi tenerla proprio qui.»
Sapeva a cos'era riferito quel commento, ma decise di non rispondere, troppo occupato a sbottonare la camicia, che la ferita alla mano destra rendeva più difficile del previsto.
Eiji sbuffò e gli si avvicinò. «Lascia, faccio io». Scansò delicatamente la mano ferita e iniziò a sfilare ogni bottone dall'asola con tutta calma. Il suo sguardo concentrato strappò un piccolo sorriso all'altro che sfregò il pollice della mano sana tra le sopracciglia per cancellargli quella ruga che veniva fuori quando la mente era piena di pensieri.
«Sto bene», mormorò Ash, disegnandogli il profilo del naso.
«Come l'altra volta, giusto?» borbottò, slacciando l'ultimo bottone e sollevando lo sguardo per incontrare il suo, mentre le dita dell'altro scivolavano sulle labbra, disegnandole per poi insinuarsi tra loro. Eiji mordicchiò l'indice.
«Era solo una pugnalata», disse pacato, come se essere stato ad un soffio dalla morte non avesse condotto Eiji stesso a quel punto. «Sto bene», ripeté. «Sono qui.»
«Lo so», e sorrise in un modo così genuino che Ash non poté non farsi avanti per rubargli un veloce bacio.
Fu l'acqua che fuoriuscì dalla vasca a riportarli al presente.
Eiji si precipitò a chiuderla. «Ora mi toccherà asciugare», si lamentò con un'espressione che strappò un piccolo sorriso all'altro. «Le calze si sono inzuppate. È colpa tua», bofonchiò, togliendosele e lanciandole sul cesto della biancheria.
Ash riprese a spogliarsi, osservando la sua uscita frettolosa per poi vederlo rientrare poco dopo con il mop tra le mani, brandito con fare minaccioso. Rise e raccolse i vestiti, buttandoli sulla cesta.
«Hai bagnato pure il tappeto nuovo», si lamentò Eiji, lanciandolo in un angolo della stanza.
«Sei sicuro che ti convenga?»
Eiji si voltò trovandoselo davanti completamente nudo e non poté evitare di arrossire. «Di cosa parli?» ribatté, abbassando lo sguardo e fermandolo, involontariamente, sul sesso a riposo.
Ash finse di non vedere. «Stai facendo un lavoro inutile», commentò. Eiji sollevò lo sguardo, incontrando quello furbo dell'altro che si affrettò ad aggiungere: «Una volta che sarò entrato». E per dimostrarglielo si immerse nella vasca, allagando ulteriormente il bagno. Si appoggiò con le spalle contro il bordo con un sorriso vittorioso.
«L'hai fatto apposta», brontolò Eiji, ma l'altro non gli diede il tempo per ulteriori proteste, afferrandolo per la camicia e tirandolo verso di sé.
«Vieni e vedrai che non sarà stato tutto inutile», gli sussurrò sulle labbra prima di appropriarsene.
Il mop scivolò dalle mani di Eiji e Ash non perse tempo, afferrandolo per i fianchi e portandolo dentro la vasca, lasciando uscire ulteriore acqua.
«Ecco, ora l'ho fatto apposta», bisbigliò baciandolo nuovamente e aiutandolo a spogliarsi.
«Dispettoso», riuscì a dire Eiji tra un bacio e l'altro, mentre uno ad uno gli indumenti bagnati finivano sul pavimento.
Nessuno dei due prestò attenzione all'acqua che lentamente si dirigeva verso il resto della casa.