Addio, mio padrone

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Io e il mio padrone ci siamo conosciuti anni fa.

Era un giovane imprenditore, un ragazzo laborioso che aveva bisogno di manovalanza.

Gli fui venduto a un modico prezzo e lavorai per lui per molto tempo. Non svolgevo compiti complessi, semplici trasporti delle merci, lo accompagnavo durante i suoi giri e con lui portavo suo figlio a scuola.

Ah, adoravo quel simpatico bimbetto!

A volte m'incollava addosso qualche figurina e mi abbracciava, mi diceva che mi voleva bene.

L'ho visto crescere, dall'inizio dell'infanzia e la fine dell'adolescenza lo sentii parlare col proprio padre durante i tragitti, a volte era felice, a volte triste, altre arrabbiato, ma io lo accoglievo sempre.

Sarò sincero: anche io ero molto affezionato al mio padrone e a suo figlio.

Mentre tutti si vantavano delle disparate capacità dei loro schiavi, io ero buono solo a svolgere pochi, semplici lavori, ma il padrone non mi disprezzò mai. Ero brutto, non avevo particolari abilità, ma quando m'infortunavo, anziché pensare di sostituirmi, il padrone si prodigava per farmi tornare in sesto.

Non so nemmeno quanti anni abbiamo passato insieme, quante volte mi sono sentito crollare, ma mi sono sempre rialzato.

Un brutto giorno, però, il padrone chiuse l'attività: non era più giovane, e io non gli servivo più.

Fu quindi costretto a prendere una decisione: liberarsi di me.

Non che gli dia torto: sono così vecchio, per quanto lui possa sostenermi mi sento cadere a pezzi, sono una spesa inutile destinata a crollare su se stessa.

Ecco, siamo finalmente arrivati nel posto in cui la mia vita avrà fine. Sarà rapido e indolore, meglio che soffrire per vivere qualche giorno in più.

Sento il mio padrone darmi un colpetto amichevole e lo vedo sorridermi per l'ultima volta.

Non diventerò mai famoso come il migliore dei servi, ma so per certo che gli anni passati insieme sono stati bellissimi.

Il mio motore si spegne per l'ultima volta, i fanali si oscurano, la chiave viene estratta.

Addio, mio padrone.




Questa storia è dedicata al camioncino di mio padre. 

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