Uno - introduzione

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Non ero sicuro di cosa avrei fatto dopo tutto quello che era successo.

Non ero abituato a stare da solo, anche se non lo ero completamente. Non ancora, almeno.
Avevo molte persone al mio fianco, ma, nonostante fossero tutte gentili nei miei confronti, non era giusto; mi sentivo in colpa, triste e, di nuovo, solo.

"A cosa stai pensando?"
Non mi ero neanche accorto che fosse qui. Mi limitai a scrollare le spalle, prima di avvicinarmi e sedermi su di lui.
Iniziò ad accarezzarmi i fianchi, così io presi a giocherellare con le sue mani, passando le mie dita sottili sui tatuaggi e sulla sua pelle ruvida.      Sospirai. "Harv, io sono una cattiva persona?" sentii un improvviso dolore al petto, come se qualcosa volesse stringermi e soffocarmi. Durò un bel momento, finchè non feci un respiro profondo, concentrandomi sul ragazzo che avevo davanti. Il suo corpo, i suoi occhi, il suo respiro...ma più ci provavo, più mi sentivo male.

Lui scosse la testa. "Ovvio che no, tesoro.".
Io storsi il naso a quel soprannome, ma cercai di non darlo a vedere. Avrei dovuto essere grato che qualcuno mi volesse per quello che ero, ma non ci riuscivo. Non sapevo quali erano i miei sentimenti nei suoi confronti e, ultimamente, avevo dei dubbi anche sui suoi.                                                                                                    "Ma io... ho fatto del male a tante persone che non se lo meritavano.". Sapevo che si stava seccando, lui era l'ultima persona con la quale avrei dovuto parlare di certe cose, non aveva pietà di nessuno, come poteva capirmi?

"Queste persone di cui stai parlando hanno cercato di farci del male, erano cattive. Se lo meritavano, credimi."cercò di convincermi Harvey, così io annuii, per tagliare in fretta quella conversazione.
Non avrei dovuto tirare in ballo quel discorso. Ho ferito così tante persone perchè lui mi aveva detto che dovevo, cercando sempre di convincermi che fosse la cosa giusta. Che non contavano niente e che saremmo stati meglio senza, ma non era vero niente. Nel profondo del mio cuore, io lo sapevo.

Non osai aprir bocca per alcuni minuti, il silenzio che ci circondava diventò più insopportabile ad ogni secondo che passava. All'improvviso, sentii le sue mani infilarsi sotto la mia camicia. Erano così fredde che rabbrividii.                                                                             

"Non credo che potrò continuare così..." dissi, la mia voce era così bassa che non ero sicuro di aver parlato davvero. La mia gola si strinse, quando lui afferrò la mia camicia facendomi sussultare.

"Harvey?" mi stava fissando. In quel preciso istante realizzai di aver commesso una grandissima cazzata, la peggiore. Cercai di alzarmi, invano. Capii che cercare di scappare non sarebbe stato intelligente, quindi, semplicemente, mi rimisi a sedere, terrorizzato dalla persona che avrei dovuto amare.

"Non credo che tu voglia andartene, dico bene? Insomma, lo sai che non puoi farlo." disse. Il suo volto freddo, privo di espressione.
Io appoggiai le mie mani sulle sue, in quello che sperai fosse un gesto che lo tranquillizzasse. Non volevo lasciarlo, volevo lasciare quel posto, quelle persone... quella paura.

Sapevo cosa avrebbe fatto per salvare le persone di cui gli importava, quanto avrebbe sacrificato solo per guardare i suoi nemici morire, ma io non sapevo bene da che parte stare.    "Non puoi uscirne. Lui non te lo permetterebbe, lo sai, Brooklyn. E io neanche." sentii le lacrime premere per uscire, così abbassai lo sguardo, non volevo che lui mi vedesse così.

Non sapevo cosa volevo. Sapevo che non era la persona giusta per me, ma ciò non mi fermava dal volerlo al mio fianco. Mi sentivo così solo quando lui non era nei paraggi, volevo solo che mi abbracciasse per sempre, ma, allo stesso tempo, volevo che mi lasciasse andare.  Volevo essere protetto e amato, ma l'idea mi terrorizzava. Ero terrorizzato all'idea di fare qualsiasi cosa, ad essere sinceri.

Mi aggrappai a lui e seppellii la mia faccia nell'incavo del suo collo, respirando il suo profumo, mentre cercavo di non piangere.                                                                                               "Lo so." 

A/a: Salve guysss... dovevo pubblicare una settimana fa ma ho avuto problemi con il computer. Come sta andando la vostra estate?
Io fra una settimana ho gli esami, non so assolutamente nulla, ho la febbre ma viva la vita!

Game || Randy || Italian [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora