«Sveglia, bella addormentata!» urlò Mitch, spaventandomi a morte.
Aprii gli occhi, per niente assonnata.
Non era stato lui a svegliarmi, semplicemente tenevo gli occhi chiusi e pensavo agli avvenimenti della sera precedente, come avevo fatto per quasi tutta la notte.Mi alzai dal letto, sbadigliai e mi stiracchiai.
«Come hai dormito?» mi chiese, sorridendomi ampiamente.
Da quel sorriso capii che lui, sicuramente, aveva dormito benissimo, tra le braccia della ragazza che amava.
«Perché non mi hai detto della festa di ieri?» gli chiesi.
«Quale festa?» chiese di rimando, facendo il finto tonto, ma la sua espressione facciale lo tradì.
«Quella a casa di Grace.» risposi.
«Possiamo parlarne al nostro posto? C'è Richard in casa, l'ho visto giocare ai videogame.» disse.
Fui tentata di chiedergli perché lo disturbava il fatto che ci fosse mio fratello in casa, invece cambiai domanda.
«A che videogame sta giocando?»
«Spyro» rispose, io alzai gli occhi al cielo.
Lui fece una faccia confusa e io gli spiegai.
«Gioca a Spyro ogni volta che litighiamo. Sa che è il mio gioco preferito»
Mitch in risposta annuì, io iniziai a cercare dei vestiti puliti da indossare.
«Dov'è Jo?» chiesi, mentre mi dirigevo verso il bagno.
«In cucina con le tue madri» rispose lui.«Raggiungila» gli dissi, prima di chiudere la porta.
Mi feci una doccia veloce, mi vestii e raggiunsi i miei amici in cucina, evitando di passare da mio fratello.
«Buongiorno» dissi a Margot, dandole un bacio sulla guancia.
«Buongiorno ma'» dissi a Elizabeth, salutandola con lo stesso gesto.
«Buongiorno amichetta del cuore» dissi a Jocelyn, facendola ridere.
Si alzò in piedi e mi abbracciò, sussurrandomi che doveva raccontarmi un sacco di cose.
Io sorrisi, avvolgendo il braccio attorno alle sue spalle e guardando Mitch.
«Andiamo?» chiesi.
«Dovresti fare colazione» mi disse Jocelyn, guardandomi con disappunto.
Spostai il braccio dalle sue spalle e mi sedetti a tavola, contrariata.
Mamma Margot mi porse dei pancake e mamma Elizabeth una delle sue tisane.
Inutile dire che provarono a convincere anche i miei amici a mangiare, ma loro si rifiutarono, dicendo di averlo già fatto a casa di Jo.
Mangiai e poi salutammo le mie mamme, per poi andare nella macchina di Mitch, naturalmente dopo aver subito le centinaia di raccomandazioni di mamma Margot, che era stata, come al solito, zittita dalle labbra di Elizabeth sulle sue.«Quando è che ti deciderai a farti la patente?» chiesi al mio migliore amico, stravaccandomi sul sedile posteriore.
«Quando faremo un incidente e moriremo tutti» rispose Jocelyn, col suo solito pessimismo, facendomi ridere.
«Smettila, non guido così male! Non mi faccio la patente perché non ne ho voglia» rispose Mitch, fermamente convinto che il suo ragionamento avesse senso.
«Logico» disse la mia migliore amica, ridacchiando.Dopo pochi minuti arrivammo a destinazione.
Mitch parcheggiò l'auto al solito posto e Jocelyn e io ci sedemmo su una vecchia panchina di legno di cedro posta ai piedi di un albero gigantesco.
Mitch scese dalla macchina e si diresse verso di noi.
«Allora?» chiesi, guardando i miei migliori amici, che a loro volta si guardarono, ormai rassegnati a raccontarmi la verità.«Non ti abbiamo detto della festa perché sapevamo che doveva andarci Richard, in più noi due non c'eravamo quindi non ti avremmo potuto proteggere» disse Jocelyn, confondendomi ancor di più.
«Proteggermi da cosa? E che c'entra mio fratello?» chiesi.
«Dalla verità.» continuò Mitch.
«Ho visto Richard uscire mezzo nudo da camera di Grace» dissi loro.
Mitch fece una faccia sconvolta e Jocelyn si accigliò.«Ragazzi, non ci capisco un cazzo» dissi, iniziando ad alterarmi.
«Adam era alla festa» disse Mitch.
«E quindi?» chiesi.
«Lui e Richard si frequentavano di nascosto. Ma hanno fatto entrambi i coglioni. Hanno litigato, Adam ha riniziato a essere circondato dalle ragazze e Richard si è infilato in brutti giri. Anzi, per quello che so ci sono entrambi. Adam mi ha detto soltanto che ieri sera ha provato a parlare con Richard e quest'ultimo lo ha ignorato per parlare con Grace.» spiegò Mitch.
In quel momento il mondo sembrò cadermi addosso.
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'Duck.'
Teen FictionSentii delle mani poggiarsi sui miei fianchi e una calda voce attraversarmi l'orecchio, fino a raggiungere il cervello e a mandarlo in tilt. Allora capii che aveva importanza.