"Le seul véritable voyage, le seul bain de Jouvence, ce ne serait pas d'aller vers de nouveaux paysages, mais d'avoir d'autres yeux."
Harry sbuffa leggermente, la penna tra i denti e la mano destra che circonda la tazza di caffè bollente posta accanto al libro.
Contempla per qualche secondo la possibilità di versare il liquido sulle pagine piene di frasi che non riesce a comprendere, ma la accantona subito dopo. Deve assolutamente imparare il francese in modo quantomeno decente, e Liam gli ha detto che il metodo migliore per apprendere una lingua è leggerla. Harry avrebbe di gran lunga preferito fare un viaggio di qualche mese a Parigi, ma è praticamente ad un passo dalla povertà, quindi deve accontentarsi di leggere Marcel Proust e sottolineare con la matita rossa ciò che non capisce. Il che significa che quel libro è diventato un campo minato. Harry fa davvero schifo col francese. E si chiede perché diavolo non abbia accettato l'offerta di Barbara, due anni fa, e non sia rimasto a lavorare in quella piccola panetteria di Holmes Chapel. Fare l'università è sopravvalutato.
Il campanello sopra la porta suona annunciando l'arrivo di qualche altro cliente, ma Harry si accorge di chi esattamente sia entrato solo quando i due ragazzi si siedono al suo fianco, sugli sgabelli che fronteggiano il bancone del bar.
Li vede ogni mattina. C'è quel ragazzo biondo con l'apparecchio ai denti e le labbra sempre piegate in un sorriso, e poi c'è Louis. Sa come si chiama perché Mary, la proprietaria del posto, lo saluta sempre usando il suo nome. Sembra abbia un debole per quegli occhi luminosi e il modo in cui si chiudono quasi completamente quando ride. Harry non può proprio biasimarla.
Louis è bello e parla francese. Il suo accento è perfetto, quindi Harry pensa che sia bilingue, ma non ne ha la certezza. Il fatto è che Louis è davvero tanto bello, e lui lo saluta ogni mattina, ma non riesce mai a sostenere il suo sguardo per più di due secondi contati. Ha gli occhi blu, Louis, e ti guarda come se prestasse attenzione ad ogni singola cosa che dici. Anche ad un semplice "buongiorno".
-Ciao, riccio- lo sente dire con voce sottile, mentre prende posto sul solito sgabello.
A dividerli c'è Niall, che lo saluta con un sorriso e poi fa il suo ordine usuale. Louis prende sempre un tea caldo con un po' di latte e senza zucchero, e un biscotto con le gocce di cioccolato.
-Buongiorno- risponde, imbarazzato e con un po' di ritardo, per poi riprendere a leggere il suo libro.
-Comment tu pense qu'il s'appelle?-¹ domanda Louis ad un certo punto, proprio mentre Harry è in procinto di sottolineare l'ennesima frase a lui incomprensibile. È frustrante non capire ciò che Louis dice, ed è frustrante che questo accada ogni mattina. Ma è bello quando parla il francese. È sempre bello, pensa Harry.
-Je ne sais pas, demandez-lui.-²
La pronuncia del biondo gli sembra più incerta, le nasali non sono propriamente nasali e la lettera 'r' non è neanche lontanamente simile a quella di Louis. Harry non pensa di poter giudicare, comunque.
-Je ne pense pas qu'il veuille me parler-³ sospira Louis a quel punto, gli occhi bassi sul tea ancora troppo caldo.
Harry non capisce cosa stia dicendo, ma vorrebbe sporgersi e passare un dito sulla ruga che si è formato tra le sopracciglia aggrottate. Un viso del genere non dovrebbe mai essere triste.
Niall ridacchia e scuote la testa. -Non ne sarei così sicuro, amico- dice, tornando finalmente a parlare in inglese.
Uno sbuffo frustrato lascia le labbra di Louis, prima che prenda un morso del suo biscotto.
-Il est tellement beau-⁴ borbotta, gli occhi blu puntati sul movimento che compie la sua mano mentre gira lentamente il tea.
Harry continua a fare schifo col francese, ma non così tanto da non capire ciò che Louis ha appena detto. È frustrante non sapere a chi si riferisca, ancor più frustrante del fatto che quasi ogni parola di quel maledetto libro è ormai sottolineata con la matita rossa.
Sarà forse il ragazzo che fa i caffè, quello che gli sorride sempre a trentadue denti quando lo vede entrare? O il biondino seduto vicino alla finestra che a volte offre il tea a lui e al suo amico con l'apparecchio? O ancora, magari è il ragazzo moro con cui l'ha visto arrivare una volta, quello con i tatuaggi e la giacca di pelle.
Harry sospira tristemente, prima di tornare a concentrarsi su Marcel Proust.
Gli occhi blu di Louis sono su di lui, ma non se ne accorge.
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T'es beau | Larry Stylinson
FanfictionIn cui Harry non capisce niente di francese ed ha un debole per gli occhi di Louis. Louis invece il francese lo parla, e pensa che Harry sia bellissimo.