Hayley spov
Il sole nel cielo oggi era splendente ed era accompagnato da un azzuro limpido del cielo rivestito da qualche nuvola qua e la.Ho sempre viaggiato al posto vicino al finestrino dove si puó costatare l'immenso mondo a cui apparteniamo o avvolte non vogliamo appartenere.
Fra un bambino che non faceva altro che scalciare sul mio sedile e un tizio affianco a me che sta bellamente russando sono quasi arrivata a destinazione.Vista da qui New York é a dir poco spettacolare anche se io potevo benissimo rimanere in Inghilterra insieme a zia Amelia illustre stilista di alta moda che mi ha accudita nella sua umile dimora aka castello per un anno.In quel anno ho imparato a costruire un corazza per non essere distrutta tanto facilmente come ho sempre fatto negli anni precedenti.
Dopo alcuni minuti finalmente l'aereo atterra e quell'odiosa vocina dell'aereoporto ci avverte di togliere la cintura di sicurezza e di uscire portando con se il proprio bagaglio a mano.
Finalmente sono uscita da quel cazzo di aereo, perché si, per quanto possa amare viaggiare mi hanno sempre rincoglionita il via vai delle persone nel aereoporto.Mettendo piede fuori da lí riesco finalmente,dopo 7 ore di volo,a respirare aria pulita.
Girando la testa verso destra riesco a scorgere una figura tutta smoking con tanto di rolex al polso,capelli biondi perfettamente ingellati per non farli ricadere su i suoi occhi azzurri cristallini simili ai miei,senza alcun dubbio un uomo d'affarri che per essere un uomo di mezza etá si tiene in forma.Ed eccolo lí,in tutto il suo splendore Mr Signor Papa aka Zeph Stevenson che pur avendo commesso errori come me,mi é mancato.
Credo che per riuscire a cominciare al meglio quest'anno insieme sia l'ideale non riportare a galle duri colpi subiti negli anni precedenti per entrambi.
Perché nonostante tutto é mio padre,l'unica persona della mia famiglia rimasto ancora in vita e dire che in questo anno non mi é mancato neanche un minimo sarebbe un immensa cazzata. Io sono inchiodata al pavimento intenta a guardarlo come se fosse un miraggio.Quando finalmente lui mi riconosce mi si avvicina a passo felpato e appena mi é incontro mi abbraccia e io ricambio la stretta.Il suo profumo menta-cocco non é cambiato di una virgola.
Appena si stacca mi chiede -"come é andato il viaggio?"-
-"una merda:un bambino dietro che ha scalciato fino a che non si è addormentato 10 minuti prima che atterrassimo e un tizio affianco che non ha fatto altro che russare"-
Lui inclina un po' la testa incrociando le braccia come per dirmi "hey non si dicono le parolacce" ma poi ci ripensa e scuote la testa diverto -"tanto lo so che pure se ti rimproverassi adesso non cambieresti mai il tuo linguaggio di merda"- ridacchio anch'io perché è vero,sarebbe come parlare con il muro
-"dai muoviti andiamo a casa"-
Lo seguo finchè non arriviamo davanti a una limousine guardo mio padre e dico -"perché sei venuto in limousine se siamo solo in due?"-
-"perché no?"- dice facendo le spallucce.
Alzo gli occhi al cielo e entro dentro alla limousine seguita a ruota da mio padre che appena si siede e dice -"hey Toby guarda chi c'è qua"-
Il finestrino che separa i posti dietro al posti del guidatore si abbassa e fa capolino lí la testa di un uomo di mezza età con occhi e capelli marroni con l'eccezione che dall'ultima volta che l'ho visto si è fatto crescere un po' la barba.
Toby e Tim,suo fratello gemello,lavorano per mio padre da sempre,sono loro che curarano la casa e ci fanno da guidatori personali.Io li adoro entrambi,non per altro,ma fanno certi muffin che sembrano un assaggio del paradiso terrestre.Mi prendo un secondo per squadrarlo finché posso finché dico -"hey Toby come stai?Dove sta Tim?"-
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Nonostante tutto
General FictionDue anime.Due persone che vivono nel mistero.Entrambi con profonde ferite che devono ancora chiudersi.Una domanda sorge spontanea peró: RIUSCIRANNO A CURARSI A VICENDA? Hayley Caroline Stevenson é ragazza con un passato difficile da dimenticare e ch...