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Skylar si svegliò d'improvviso nel suo letto. Imperlata di sudore tentò di far tornare il respiro regolare. Ci volle qualche minuto. Si guardò intorno cercando di capire dove fosse, tastò il letto su cui si era addormentata non più di qualche ora prima. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
"Sono a casa" disse.

Si liberò delle coperte e cercò invano il suo cellulare per capire, almeno, che ora fosse.

"Ma dove diavolo è finito!" si chiese con voce roca. Cercò sul comodino di lato al letto, niente.

Cercò nello stesso letto ma niente. Decisa si abbassò e cercò sotto il letto "Accidenti, come sei finito qui sotto?" disse.

Acceso il telefono guardò la foto e sospirò. Un sorriso, quasi triste, le spuntò sul viso. "Diamine, le cinque del mattino." chiuse il cellulare tra le mani e accese la lampada, una luce gialla illuminò metà della stanza. Buffo come una spazio vitale possa essere cosi ridotto, eppure a Skylar non importava. "Le cose essenziali" ripeteva a tutti quelli che vi entravano.

Skylar Davis era così.

"Sarà meglio non tornare a dormire". E così fece. Si diresse in cucina, aprì il frigo e lo richiuso. Vuoto. "Faccio la spesa Skylar. Non preoccuparti Skylar, ci penso io Skylar" scimmiottò "Idiota" disse infine disgustata.

Bevve e tornò in camera a prepararsi. "Devo dare una sistemata" disse arricciando il naso. Ciò che le si palesava davanti era una stanza devastata; fogli, quaderni, vestiti, scarpe tutto gettato sul pavimento. Un uragano era passato di li. L'uragano Skylar.

Jeans neri, un golfino dello stesso colore e infine i suoi inseparabili anfibi, fu questo che indossò per ritornare finalmente, dopo le vacanze estive, all'università. Si guardò allo specchio per decidere se truccarsi o meno e alla fine decise di mettere un po' di semplice mascara.

Prese zaino, chiavi e cellulare. Si chiuse la porta alle spalle e fece un respiro assaporando l'aria fresca d'ottobre "Stai bene Skylar, andrà tutto bene" si ripeté.

"Axel! Axel fermati!" lo afferrò per il polso.

"Skylar, scusami non ti avevo sentita" disse lui togliendosi un auricolare.

"Come al solito" rise lei.

"Allora cos'è questa faccia?" le disse scherzosamente.

Silenzio.

"Nulla, mi sono svegliata troppo presto" rispose Skylar distogliendo lo sguardo.

"Ancora?" le chiese. "Ancora." rispose.

Lui la guardò nonostante lei avesse ancora lo sguardo rivolto chissà dove "Dai andiamo" disse poi stringendola con un braccio. Lei lo seguì.

Il cielo grigio e scuro, quasi come volesse esprimere anche lui il suo dispiacere in tempesta. Perché è proprio quella che sarebbe arrivata da un giorno all'altro.

Nessuno poteva sapere.

"Allora sei sicura di volerlo fare?" le chiese Axel.
"Certo è solo una firma niente di più" rispose lei.
Passeggiavano tra le foglie cadute degli alberi spogli che erano tutti intorno a loro, gialle, rosse, verdi. Sembrava tutto tranquillo, quasi magico.

"Non è solo una firma Sky e tu lo sai bene" asserì.
"Le cose essenziali Axel, ricorda. Le cose essenziali." rispose con enfasi beffeggiandosi del suo amico. "Per me non è importante, quindi non preoccuparti." lo guardo poi sorridendo.

Contrariato, sbuffò e l'amica rise. "Non c'è niente da ridere." disse trattenendosi una piccola e lieve risatina.
"Dai se vuoi puoi venire con me" gli fece gli occhi dolci.
"Non funziona con me questa tattica" la guardò furbo.
"E va bene, allora cosa vuoi che faccia?" sbuffò lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 12, 2019 ⏰

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