Sembra quasi esserci una brezza diversa, come se calma ed adrenalina si sopraffacessero a vicenda. La notte sembra avvolgere il mondo con un mantello, far dimenticare agli uomini l'ansia e la preoccupazione di quando il sole è alto nel cielo. Quando cala la notte, quando il buio abbraccia le città, trapuntato solo da timidi lampioni, allora la spensieratezza coglie l'animo, sembra quasi di avere tutto il tempo immaginabile, quasi come se quel mantello dovesse celare il mondo in eterno. E allora i cuori si accendono, gli animi si imbizzarriscono ed i capelli sono scossi dal vento.
Le notti estive fanno battere il cuore più velocemente.Lelouch lo aveva sempre pensato.
E anche ora un cuore pazzo sfondava il suo petto, quasi volesse saltarne fuori.
Takeshita stringeva la sua mano quasi volesse stritolarla, le sue gambette erano corte e grassottelle, come tutti i bambini piccoli d'altronde. Takeshita. Voleva dire guerriero. Lelouch non sapeva chi gli avesse dato quel nome, i suoi genitori lo avevano lasciato in un orfanotrofio, non avendo soldi per accudirlo, ma sia a lui che a Suzaku quel nome sembrava perfetto.
Lelouch e Takeshita si adagiarono sull'erbetta verde e umida, che pizzicava i palmi. Suzaku li raggiunse poco dopo, portando un mochi per ogni membro della famiglia. Nella spensieratezza notturna, Lelouch non poté fare a meno di sorridere vedendo il suo bambino alle prese col dolcetto appiccicoso, che gli rimaneva attaccato alle ditina e che non riusciva a mangiare. Dopo una estenuante lotta, Takeshita trionfò sul mochi, infilandoselo tutto in bocca per poi leccarsi le manine zuccherate. Suzaku fu lesto a ripulire le guanciotte rosse del bambino, dove qualche pezzetto di dolce era rimasto attaccato. Lelouch amava la sua famiglia. E mai l'avrebbe cambiata.Era stato lui a dichiararsi a Suzaku, quando ci pensava arrossiva ancora dall'imbarazzo, erano ancora poco più che ragazzi quando gli aveva proclamato il suo amore, balbettando un "ti amo" e scappando via di corsa per non sentire la risposta. Ora, ogni volta che Suzaku glielo ricordava, Lelouch tossiva nervosamente cercando di sviare l'argomento, dando così a Suzaku, l'impressione di una fanciulla in fiore, che faceva sempre ridacchiare il giapponese. Erano stati tanti anni insieme, avevano dei caratteri particolari, si erano lasciati ben tre volte, urlandosi contro e piangendosi addosso, poi, in qualche modo, senza che nessuno si fosse chiesto scusa, si ritrovavano pochi giorni dopo a camminare mano nella mano.
Quella sera invece erano andati a vedere i fuochi d'artificio dall'istituto Ashford, Takeshita era seduto fra di loro, ma i due ragazzi si sfioravano comunque le mani da dietro la schiena del piccoletto.
La proposta l'aveva fatta Suzaku in una situazione simile, erano seduti sul tetto dell'istituto Ashford, sette anni prima, guardavano i fuochi d'artificio mano nella mano. Lelouch aveva sentito un fruscio provenire da dietro Suzaku, ma non ci aveva fatto molto caso, finché non si era trovato un anello in dito e il suo uomo inginocchiato accanto a lui, i suoi occhi illuminati dai fuochi di artificio. Non servivano parole, Lelouch ricordava di essersi lasciato trasportare in un bacio passionale e di essersi svegliato la mattina dopo sul tetto con Suzaku addosso.
Al matrimonio era vestito in smoking nero, mentre Suzaku aveva un bellissimo completo bianco, i loro amici non li avevano mai capiti, ma Lelouch e Suzaku si erano sposati in segreto, quando li chiedevano il motivo rispondevano sempre "non potevamo aspettare", e forse in parte era vero, oppure volevano solo potersi amare in santa pace sull'altare, col solo prete e due testimoni sconosciuti a guardarli. Infatti su questo erano d'accordo, credevano che il loro matrimonio dovesse essere una cosa personale e intima, fra loro due soltanto, senza gente intorno a ridere e piangere. Poi però Milly non poté trattenersi dal fare una festa al loro ritorno da Europia, dove si erano sposati, e Lelouch non avrebbe mai potuto dimenticare Shirley in lacrime, forse di gioia forse non si saprà mai il perché, non poteva dimenticare come Kallen ne era uscita ubriaca fradicia e di come il gatto dell'istituto aveva rubato la torta di Suzaku. Erano ricordi. Indimenticabili. Il vero aspetto della felicità.
Quando scoppiò il primo fuoco Takeshita saltò colto di sorpresa, facendo ridacchiare i due genitori. Una luce sfolgorante sul giallo illuminò il cielo notturno. Subito Lelouch pensò agli occhi di suo figlio, del medesimo colore.
Takeshita lo avevano adottato due anni prima, in verità era successa una cosa strana: Lloyd aveva trascinato Lelouch e Suzaku in un "affare di lavoro", che in verità serviva solo per mascherare la realtà , infatti lo scienziato aveva portato i coniugi in un orfanotrofio, rivelandogli le sue vere intenzioni solo dentro l'edificio, era stata una cosa da pazzi, degna di Lloyd, probabilmente nessun'altro lo avrebbe mai fatto, fatto sta che, in qualche modo, Lloyd aveva convinto i ragazzi a diventare padri. Ed era bastato uno sguardo per scegliere Takeshita, al tempo aveva sì e no un anno, quando Suzaku era entrato nella stanza, seguito da Lelouch , il bimbo stava giocando con un pupazzo, sembrava un cavallo, ma non un cavallo normale, bensì uno scacco. La cosa insolita aveva attratto Lelouch. Poi, appena il bambino li vide, scoppiò in una fragorosa risata, all'inizio era solo un gorgheggio lontano, poi era tramutata in quella risa argentina e contagiosa che accomuna tutti i bambini. Aveva riso senza stopparsi per qualche minuto, tenendosi la pancia e lo scacco pupazzo contemporaneamente, e intanto guardando i due futuri padri, anche loro divertiti dalla scena. Poi il bambino si era addormentato di colpo, come se quella risata avesse risucchiato tutte le energie da quel piccolo corpicino. I due non avevano esitato un secondo di più.E ora erano tutti seduti davanti ai fuochi, Takeshita era stupito e attratto allo stesso tempo, gli scoppi lo animavano, gli mettevano il cuore in subbuglio, facevano provar forti emozioni al bambino. Suzaku Invece, pensò Lelouch, era più bello che mai sotto quella luce colorata e i capelli mossi dalla brezza estiva. Era un festival di mezza estate, si mangiava a sazietà dolci giapponesi e si giocava a minigiochi, quella sera si erano divertiti come mai prima: Suzaku aveva vinto, al gioco in cui devi centrare un barattolo, un grosso capibara, che Takeshita teneva stretto come un tesoro. Ma la parte più divertente erano i kimoni. Era la prima volta che il bambino si metteva l'abito tradizionale, lelouch ne aveva uno blu oceano, tendente all'indaco, su cui spuntavano fiori di ciliegio, quello di Suzaku invece era verde bottiglia, con dei motivi dorati cuciti sopra. Quello di Takeshita, Invece, era giallo zafferano, con delle Rosselline arancioni qua e là ed il laccio stretto sul corpo grassottello, all'inizio aveva anche un ombrellino dorato, poi si era stancato di tenerlo in mano e lo aveva dato al padre. Era esilarante da vedere: inciampava spesso sul lungo abito, ogni tanto scivolava sulle ciabattine in legno, poi le maniche erano troppo lunghe, ricucite alla meno peggio per non intralciare il bambino, intento a stringere il capibara.
Lelouch notò Suzaku tirare il braccino di Takeshita e portarsi il suo orecchio alla bocca. Il ragazzo aguzzò l'udito. "La vuoi sapere una storia?" Domandò dolce l'uomo
"Shi" balbettò il bambino, ancora concentrato sui fuochi "La leggenda narra che ogni volta che un bambino nasce, una stella risalga in cielo" "e come fa una stella a salire in cielo?" Chiese il bimbo, questa volta concentrato "Semplice, un fuoco d'artificio viene lanciato, e quando esplode nel cielo si crea una nuova stella" il bambino ridacchiò "ma mica ci credo!" Esclamò divertito "Invece faresti bene a crederci, guarda attentamente, e vedrai una nuova stella brillare." Il bambino si mise ad osservare il cielo interessato. Appena un mare di scintille azzurre si riversò nel cielo, il piccolo saltò in piedi e si mise ad urlare "l'ho vista! L'ho vista! È nata una nuova stella!". Lelouch non poté fare a meno di sorridere intenerito, e di amare la sua famiglia come mai avesse fatto. Suzaku allora prese il bambino in braccio, cominciando a solleticargli il tenero e esposto collo, facendolo scoppiare in una risata ilare.
Dopo pochi minuti il bimbo si addormentò.
Così i due babbi tornarono a casa, uno teneva in braccio Takeshita, l'altro il capibara, intanto si tenevano per la mano, sognando contemporaneamente, il momento in cui sarebbero stati sotto le coperte, per riscaldarsi a vicenda ed addormentarsi l'uno nelle braccia dell'altro.
Sotto un cielo di mezz'estate.