08/09/2019

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***La tensione è palpabile. Dopo un attacco inaspettato del nemico, il morale rimane alto, ma abbiamo avuto ordine di rinforzare le linee di difesa con i carri armati, so che non potremo resistere a lungo, ma ci si prova***
Uscii dal comando, con aria stressata;Francesco non ci mise niente a vederlo;si avvicinò subito per parlare e in un momento finimmo a parlare del piano per domani.
~È una gran stronzata, questo nuovo non è buono nemmeno a morire~ sputai per terra e mi accesi la 5 sigaretta della giornata, lui si girò e disse:-lascia stare ho sentito, vuole entrare casa per casa, così non serviremo a niente come copertura- lo guardai infuriato e dissi:~infatti combattiamo per le strade, non voglio vedere altri nostri amici morti per colpa di un incompetente~.
Nello stesso istante ci furono dei bombardamenti. La tensione aumentava sempre più e tentammo di metterci al riparo sperando che finisca presto.
Finito tutto ci alziamo e corriamo a prepararci,poi ci dirigiamo al comando per le ultime direttive:▪ok il piano rimane lo stesso quindi Gianluca e Francesco ci fanno da copertura▪, alzai la mano e dissi:~no signore Francesco ed io combattiamo per le strade~, si girò di scatto e sono sicuro che se avesse potuto ammazzarmi lo avrebbe fatto a priori:▪SIETE PAZZI?!▪, lo guardai freddo come la morte e gli dissi solo poche parole:~signore, non posso rischiare che muoiano altri per un piano che è fallito in partenza, io scendo per le strade, se le sta bene ok, se non le sta bene stia zitto comunque~, a quel punto intervenne Francesco parlando del piano e di tutte le tattiche per contrastarlo e dell'efficenza del primo piano.
Tutti rimasero a bocca aperta mentre il comandante non sapeva cosa dire per giustificarsi.
Ci alzammo io e Francesco, prendemmo le nostre armi e le nostre mappe e andammo al fronte.
Mi distanziai da lui per controllare il perimetro, mentre pensavo alla mia vita, ricordo ancora che già da piccolino amavo le armi, e che quando papà tornava da lavoro, mi facevo raccontare cosa avesse fatto mentre mi brillavano gli occhi, e mamma e papà ridevano nel vedermi meravigliato per ogni parola detta.... ricordo ancora l'armeria di armi a pallini nell'armadio, ~chissa se c'è le ho ancora~ mi ripetevo tra me e me, mentre guardando il sole tramontare sorridevo con qualche lacrima per i ricordi.
***Ricordo ancora quel giorno, era una giornata apparentemente tranquilla, mentre giocavo con mio cugino. Arrivarono delle forze armate e senza nemmeno guardarci,  entrarono in casa mia. Rimasero 10 minuti, e in quel breve tempo sentimmo spari.Ci nascondemmo dietro le siepi con le armi a pallini puntate verso il cancello, quando finalmente se ne andarono. Salimmo,e... ricordo solo le urla, e la disperazione di quel momento.***
Nel pensare cominciai a sentirmi male
Mi misi a sedere un attimo, misi le mani davanti agli occhi, anche se in quel momento mi resi conto, che avrei potuto essere ammazato anche io, non pensavo al lato positivo della situazione, ma pensavo che sarei potuto salire e avrei potuto aiutare i miei genitori, mi alzai, avvisai Francesco che mi incamminavo verso casa.
Nel tragitto non facevo altro che piangere, il pensiero mi assilava, all'improvviso sentii uno sparo tra i cespugli, il colpo mi mancò ma lo sapevo che era diretto a me, mi misi al riparo presi il mio AW338 e iniziammo a combattere.
Il sole era dalla mia parte, infatti mi aiutò a individuare il nemico grazie al riflesso del mirino, l'unico problema e che mi aveva sotto tiro, il fucile era manuale, solo per il fatto che se avrebbe mancato il primo colpo avrebbe potuto continuare a sparare e invece si è fermato.
Mi mangiai una gomma, per calmare i nervi, rimasi sotto il camion dove mi ero messo al sicuro, e aspettai un suo passo falso, la tensione aumentava e mi sentii  soffrire di claustrofobia ma rimasi calmo.  Cominciai a non respirare per minuti, nel frangente lui si spostò per avere una maggior visuale, un colpo, preso in testa, esco da sotto il camion, mi accorsi che in realtà mi aveva preso, sotto il braccio, ecco perchè non aveva sparato.
Corsi a vedere chi era, fortunatamente era morto, aveva un SVD Dragunov, quindi ho avuto fortuna perchè mi credeva morto;grande sbaglio, confermare sempre la vittima.
Gli tolsi il passamontagna, il suo volto per metà non esisteva più, lo sguardo e i denti digrignati per il dolore ma dal suo sguardo sembrava familiare, forse anche troppo, per quellp che si riusciva a conoscere, o per lo meno sembrava una persona che conoscevo.Chiamata la polizia, iniziai a correre verso casa, chiusi tutto, e per non pensare a niente presi un paio di birre e mi misi sul letto.Dopo la 3 bottiglia iniziai a prendere sonno, e mi addormentai piangendo, pensando che sono e sarò per sempre solo.

Un Soldato Di PaeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora