Il Lunedì

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Ore 5.52 la sveglia suona.La prima,ne suoneranno altre due prima che la nostra diva sollevi i suoi 200 chili da quella tavola maleodorante chiamata letto.

La vestaglia e li che la attende preparandosi a raccogliere gli innumerevoli rotoli di massa ognuno tristemente appeso all altro.

Ci sono anche loro,con un sorriso più falso della sua laurea,due coniglietti appollaiati ai piedi del sofà distrattamente tralasciato al trascorrere degli anni

Suo marito,già in piedi dalla prima sveglia,ha preparato il caffè .Ma mentre l'antica caffettiera suona fiera del suo mediocre risultato,Marcello apre gli occhi.

Il piccolo inizia a strillare.

I coniugi incrociano i loro sguardi, le palpebre stanno per cadere giù più pesanti dei suoi polpacci, ma ancora una volta lei tira dritto impassibile e sofferente affrontando per l'ennesima volta quel corridoio agonizzante. Ritorna in camera, lo coglie come un registro dal cassetto di prima mattina, lo consola come farebbe con qualsiasi insufficienza.

Ore 6.31: Ormai è tardi, non è più tempo di vestaglie e coniglietti sorridenti. Ora è arrivato il fatidico momento: l'abito nero, cupo, ma eccessivamente attraente.

Sosteneva che quell'abito snellisse i suoi eccessivi trasporti, le cosce.

Era solo una spiacevole illusione.

Ore 7.24 il motore inizia a scaldarsi. E con un peso del genere la sua 'ingombrante' 500 continua a faticare verso via dalle Palle n.17.

Ore 7.52 Lei intravede il suo esorbitante nonché inquietante teatro, la scuola. Si erge imponente,maestosa,ma di un colorito pallido,spento.

Ogni mattino appare sempre meno vogliosa di esistere ma non perde l'affetto per gli incoscienti studenti che protegge con le sue mura, come un caldo abbraccio, da quello a cui vanno incontro.

Lei entra dal retro, come voler sorprendere alle spalle la 'materna' scuola. Il suo passo trascinato, riconoscibile sino al terzo piano, la accompagna fino in segreteria, dove la attende, ansioso della sua firma, il registro, sul quale campeggia il, mai compreso fino in fondo, motto: il lavoro rende liberi.

Lei firma.

Lui sorride.

Posta quella 'X', è giunto il momento di entrare in scena. L'aula comincia a tremare. Il pubblico si innalza unanime a celebrarla.

Si siede ed estrae il copione: legge quel nome, la cui ubicazione è ormai nota: Romano Luperini. L'armadio della nostra attrice, a sinistra della nota tavola maleodorante, è, d'altronde, tappezzato di poster del playboy, capitolino di nome, ma non di fatto.

Tornando alla recita, aperte quindi le leggi, spulcia il pubblico con i suoi occhi freddi, annoiati ma divertiti dalle espressioni spaventate dei suoi alunni. A questo punto lo spettacolo può avere inizio.

Ma improvvisamente una sagoma figura in classe sbucando dal corridoio: è "IL Professore".

Da qualche giorno il suo amico più caro,il suo cane Tobia, lo ha lasciato per sempre verso un mondo migliore. Il suo passo è però sicuro come sempre,saldo,onesto. L'intento e quello di coinvolgere gli alunni nell'opera teatrale (minore),relativa al Boccaccio.

Inizialmente mostratasi compiaciuta,la vera attrice è in realtà seccata per l'iniziativa del collega e delusa per il tentativo di rimpiazzo, ma soprattutto alterata dall'affetto mostrato dal Suo pubblico per il maestoso figuro. Terminata l'orazione e dunque l'eccezionale opera di retorica, il vero spettacolo sembra poter continuare. È solo l'ennesima illusione perché da lì a poco le urla di un altro giovane e amatissimo interprete irromperanno in sala. È alto, esilarante, stronzo, un bell'uomo, attraente soprattutto grazie al suo capello brizzolato.

Lei lo odia, è risaputo.

Ore 8.57 l'ora è passata così. Ma come dice il detto: 'morta un'ora se ne fa un'altra'. La speranza che la seconda possa essere svolta senza intoppi si sgretola quando una mascella simile a quella di un orango pronuncia le seguenti parole: 'A ma non ci sono io adesso qua?'. Lo sconforto negli occhi della nostra intrepida eroina si diffonde a macchia d'olio. Ma nonostante gli sfortunati eventi, la lezione continua.

Continua fino a quando una delle sue più care amiche, la produttrice di ogni sua opera, le offre un caffè e quindi la possibilità di scendere dall'odiato palco: non può rifiutare. Arrivate alle macchinette incontrano la regista della compagnia, una delle donne più buone e distratte dell'universo. È ancora parzialmente attraente nonostante le smagliature evidenti sulle calze a rete, sempre le stesse. Alta, mora, occhi da cerbiatto stanco e fisico, incurante dell'età, ancora snello. Una caratteristica fondamentale è quel timballo di dialetti del nord'Italia che emette ad ogni sillaba pronunciata. Finita la chiacchiera condita da un espresso ancor più scialbo di quello del mattino, si ritorna in classe.

Ore 13.58 dopo la campanella strimpellata con rabbia e soddisfazione da una donna sulla cinquantina, la nostra attrice esce salutandola. Questa, pilastro insostituibile dell'edificio,governa il secondo piano dal basso della sua cattedra situata nel bel mezzo del corridoio.

Donna d'acciaio,solida ma anche lei materna come la scuola:gli alunni erano anche figli suoi.

Nel frattempo a bordo della sua sgangherata 500, la star ingrana la prima e si dirige verso casa.

Ore 14.26: Aperta la porta, viene invasa da un insieme di odori decisamente invitanti, provenienti dalla cucina. La sua agrodolce metà ha già preparato. Sul tavolo ci sono tre piatti: 250 grammi di spaghetti con ossi di seppia seguendo la ricetta di chef Montale; 300 grammi di Ariosto di maiale; poi è 'Il tempo delle mele', della crostata peró.

Terminato il pranzo con la consueta ingordigia e avarizia, bisogna accontentare Marcello il quale rivendica con decisa autorità l'unico elemento in grado di placare la sua incombente ira: il telecomando. Ecco che, con fare timoroso, dà vita all'unico collega in grado di sostituirla in quei momenti così delicati della crescita del pupo: Tonio Cartonio. Sostenuta dai fatui racconti del folletto, inizia lo scomodo lavoro di valutazione delle recensioni del suo pubblico. I suoi giudizi sono peró influenzati da un gioco ideato e diretto dallo stesso Tonio Cartonio: 1, 2, 3, stella. Infatti, sono proprio queste cifre a comparire sugli scritti.

Ore 17.59: nonostante risulti difficile da credere, il momento più faticoso della giornata sta per arrivare: nella stanza affianco la aspetta con aria di sfida quella che si puó definire la peggior nemica della silhouette della nostra attrice. È una ciclette longilinea, slanciata, i quali manici blu scuro sembrano dipingere un sadico sorriso. La prof. in questo campo ha solo da imparare e come ogni giorno decide di affrontarla. La sua corporatura, divenuta più copiosa delle spiegazioni DEL professore, è addirittura in grado di abbattere definitivamente quella jgazzella della sua ciclette.

Ma come in ogni rispettabile film di supereroi, morto il primo antagonista ci sarà un sequel con un secondo avversario.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08, 2014 ⏰

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