Ciao Albus.
Come stai? Spero bene. Ti scrivo per farti sapere come mi sento dopo il nostro penultimo incontro, quello a Godric's Hollow, quando tua sorella morí. Una povera e piccola creatura, Ariana, sempre così fragile, insicura... E sola. Rammenti Al? Quanto fosse sola tua sorella proprio nel momento del bisogno? E tu dov'eri? Con me, ovviamente, a fare promesse che alla fine non hai mantenuto.Come spero che tu abbia intuito, non ti scrivo per parlarti di quanto accaduto quel terribile giorno. Ma sappi che é da lì che iniziò tutto.
Ora tu mi combatti tramite un ex alunno decisamente volenteroso e audace. Mi piacciono i tipi come lui, hanno davvero un carattere che stimo. Molto meno, però, quando qualcuno decide di usarli contro di me. Stai agendo bene Al, te lo concedo. Ma, se posso darti un suggerimento, esci un po' dai tuoi parametri e agisci da solo. Vedrai che prima o poi una soluzione la trovi.
Comunque, tornando al motivo per cui ti scrivo... Ricordi quel viaggio a Parigi? Quello fu il nostro ultimo giorno insieme. Sono sicuro che lo hai vivido nella mente.
Fu un sabato, se non erro. Decidesti di portarmi lì perché era il giorno del nostro "anniversario", il tempo era ottimo e cose varie... E, ricordo bene, perché mi dicesti "É ritenuta una delle città più romantiche del mondo".
Hai sempre saputo che non sono un romanticone Al, ammettilo. Sono voglioso, convincente, passionale... Ma non romantico.
Passai sopra a quella frase. Alloggiammo da Nicholas Flamel, quel vecchietto raggrinzito che tanto hai a cuore. Già lì, l'inizio di quella vacanza, mi piacque poco.
Andammo a vedere la Torre Eiffel, la Cattedrale di Notre-Dame e l'Arco di Trionfo. Camminammo lungo la Senna e mi portasti perfino a vedere il Louvre, quel ridicolo museo babbano con davanti quell'inutile piramide di vetro. Non nego che le opere siano belle, apprezzo l'arte babbana, devo dire che ha un non so ché di affascinante, soprattutto la Monna Lisa. Ma, nonostante questo, avresti potuto evitare di portarmi in un posto pieno di babbani, non credi?
Ho voluto sorvolare anche questo fatto.
Finalmente, la sera andammo nella Parigi magica, decisamente più interessante di quella babbana. Andammo al circo, al ristorante (mi dicesti di provare le lumache... Sappi che non le ho mai più mangiate e mai più le mangerò) e, infine, mi portasti sull'attico di un favoloso condominio, il più alto di tutti. Da lì potemmo vedere tutta la città. Ci sentivamo i padroni del mondo, ricordi? Eravamo come due bambini sulla cima di un albero, sopra tutto e sopra tutti. Era una sensazione fantastica, pensavo che finalmente quella giornata di noia totale fosse studiata per uno scopo preciso, chessó... Per rivelarmi qualcosa. Anche io avevo qualcosa da dirti. Volevo annunciarti della mia scoperta del secondo dono della Morte, il mantello... Ma decidesti di parlare prima tu. É stato davvero un peccato, avevo così tanta voglia di spogliarti lì, su quell'attico, e fare l'amore con te sotto il cielo stellato di Parigi, rischiarato dalla luna piena.
Quello che mi dicesti mi fece cambiare idea. Sul mio volere e sul tuo conto. Quella sera capí chi é veramente Albus Silente. Ovvero un bugiardo, egoista che pensa solo a sé stesso e a nessun altro. Me ne ero reso conto alla terribile fine di tua sorella (per questo a inzio lettera ho scritto che tutto é iniziato da lì) ma non pensavo, non volevo credere, che avresti usato queste tue armi nascoste contro di me.Io ero pronto a condividere con te la gloria, il potere, il dominio sul mondo... E anche il letto, per dirle tutte. Ma tu decidesti di saltare fuori con un "Gel, quello che stiamo facendo é sbagliato. Io non voglio più andare avanti, ormai ho capito che la cosa giusta da fare é mollare tutto e farci una nuova vita. Ti prego di perdonarmi e di venire con me Gel... Io ho bisogno di te".
"Io ho bisogno di te"... Queste parole non le scorderò mai Al, sappilo. Non hai pensato che forse anche io avrei avuto bisogno di te, in quel momento più che mai? Avevo appena trovato il secondo dono, me ne mancava soltanto uno e avevo bisogno del tuo appoggio, tutto quello che potevi darmi.
E invece hai scelto di ritirarti, come un vigliacco, come un cane impaurito che scappa con la coda tra le gambe.
Quel giorno mi hai deluso. E da quel giorno io ho iniziato ad odiare Parigi. Ma non per colpa tua Al, tu hai certamente giocato un ruolo fondamentale in tutto ciò, ma la colpa é di qualcun altro.
Mia.
Si, la colpa é mia. E sai perché? Perché in quel momento, quando mi dicesti quelle fatidiche parole, per la prima volta in assoluto, mi sono sentito debole... Sperduto, quasi.
Ed é stata la sensazione più orribile che io abbia mai provato.Per questo odio Parigi, perché ogni volta che ci torno ripenso a quella sera, alle tue parole... E alle sensazioni di sconforto che ho provato.
Tornando a uno dei discorsi iniziali, però... Se davvero volevi portarmi a una città dell'amore, avresti dovuto portarmi a Venezia.
Rammentalo.
Tuo, Gellert GrindelwaldP. S. : in questo momento sono a Parigi e poco fa ho visto delle scene future che mi hanno fatto sbellicare dalle risate. Tra qualche anno avrai uno studente... Dotato, intelligente, cordiale, che sa il fatto suo, bello ed etero, te lo anticipo.
Questo ragazzo sarà molto ambizioso, quasi quanto me. Ma sbaglierà in partenza.
In futuro farà cose davvero stupefacenti, glie lo concedo, ma stai tranquillo che non arriverà mai ai miei livelli. Sebbene ciò, avrai molto, e dico molto, lavoro da fare... E non solo con lui.
Ti divertirai Al, stanne certo.
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Odio Parigi
FanfictionIn questa one-shot ho ideato una lettera che Gellert Grindelwald scrive a Silente dopo la battaglia a Parigi. Il titolo richiama l'ultima frase detta da Gellert prima di scomparire dallo scontro del secondo film, ovvero "Odio Parigi". Sono partita d...