Fire of wisdom light the sky
let me go on through
this dark evil groundArmin rivolse lo sguardo ai nembi che, molti chilometri più su, stavano ripiegando esponendo grosse fette di cielo azzurro. Gli sembrava che il proprio accorato appello avesse finito per essere ascoltato: il cielo stava illuminandosi, svuotato dalla presa nebulosa, e ora anche i volti dei suoi compagni sembravano un po' più chiari, illuminati dalla speranza. Tuttavia sapeva che non poteva soffermarsi a lungo su di essi: si era imposto di guardare innanzi a sé, in una pallida imitazione di fierezza, senza cercare rassicurazione negli sguardi che avrebbe potuto legare.
Confidava che la propria saggezza -o almeno, quelle che si presumeva avesse- gli fosse di ausilio anche quel giorno, donandogli forza e coraggio, spingendolo a spingersi avanti piuttosto che a indietreggiare come il debole vigliacco che -così gli suggeriva il suo severo giudice interiore- era sempre stato.
Di lì a poco sarebbero stati nuovamente spalancati i cancelli sulla terra che loro potevano permettersi di guardare soltanto a distanza. Una terra divenuta da tempo immemore inospitale, inacidita dalla barbara indole dei suoi occupanti. L'oscurità stava abbandonando il cielo per re-insediarsi nel suo vero nido: la distesa di lande incattivite dalla natura dei titani, la quale traspariva dai lampi che lanciavano i loro occhi famelici, perennemente consumati dalla brama.A veil of fog now covers all
something is happening
my heart must be strongAvevano avanzato attraverso le distese selvatiche che gli si srotolavano davanti, invitandoli all'esplorazione, sensuali tentatrici che sapevano che cosa avrebbe corrisposto avventurarsi attraverso quelle terre troppo in là, troppo lontani dagli altri, future vittime di qualcosa di più grande di loro.
Man mano che procedevano, gli zoccoli dei cavalli che frustavano l'erba imprimendovi passi frenetici, i suoi occhi captarono il sottile velo di nebbia che, con presa tentacolare, ricopriva l'intera area di una leggera coltre candida.
La loro visibilità venne ostacolata, e così il loro avanzamento in terre dissacrate.
Armin stringeva le briglie con presa spasmodica ma, accortosi della cosa, tentò davvero di rilassarsi, allentando la tensione e ammorbidendo la pelle che si tendeva sulla sottostante ossatura. Sapeva di non potersi permettere cedimenti o debolezze. Lui doveva mostrarsi all'altezza: dei propri compagni quanto, cosa ancor più ardua, delle aspettative che aveva per se stesso.
Non poteva tentennare... Non poteva permettere che un tremito convulso lo scuotesse, perché dal suo corpo sarebbe passato nel suo cuore, osteggiande le sue speranze per quel giorno. No, doveva simulare l'eroismo di coloro che cavalcavano attorno a lui.
Proprio mentre siglava quel patto con se stesso, il cavallo compì una brusca impennata, nitrendo chiassoso.
Non sapeva come, ma in qualche modo riuscì a tenersi in sella -sarà stato per la "passione" con cui reggeva le briglie?- e attaccato al cavallo, la testa poggiata sulla sua chioma aspettando che si placasse -qualche secondo dopo atterrò pesantemente sugli zoccoli, schiudendogli la visuale: una creatura di quelle gli bloccava il passaggio, fronteggiandolo con occhi fissi -rossi- e puntati sul suo corpo che, colto da un istinto subitaneo, spronò l'animale a intraprendere un'altra direzione, confidando nella prontezza dei suoi arti.Keep away monsters of hell
No, I won’t give you my fleshIl purosangue divorava il terreno che aveva dinnanzi con ampie falcate. Armin immaginò che stesse impiegando la forza e l'energia di ogni fascio muscolare per distanziare il loro nemico.
Volse lo sguardo su di lui, approfittando del vuoto sulla spalla, e comprese che egli non faticava a tenere il loro passo, tenendo aperta la bocca come pregustando la preda che gli galoppava a poche decine di metri dai denti.
"Va' via, va' via! Stai indietro!" pensò, e nella sua testa la voce gli restituì un suono, un ego pigolante e penoso. Digrignò i denti, spronando il cavallo ad andare più veloce -e poi tutt'a un tratto tirò le briglie, esortandolo a una frenata brusca.
Il gigante anomalo aveva spiccato un balzo e ora era atterrato con un tonfo che fece tremare la terra qualche metro più in là, laddove ci sarebbe stato lui se non avesse frenato.
Quello si voltò, la lingua penzolante che gli gocciolava nella voragine abitata. S'immobilizzò, ricambiando il suo sguardo -poté quasi distinguere un barlume di umanità baluginarci fatuo- finché quello non saltò ancora, librandosi per qualche istante di lenta sospensione sul suo corpo statico, sul suo respiro trattenuto... e ancora oltre, approdando su un altro soldato, spappolandolo sotto un palmo. Rimase ancora immobile, assistendo alla scena senza ancora trarre il fiato, dimentico - e chiedendosi perché, ridotto a una massa informe di organi straziati e incollati, non ci fosse lui.Deformed creatures all around me
They’ll be your madness they’ll be your end
they’ll lick your bones
and they’ll drink your brainCon lo sguardo scrutò i paraggi, esaminando la paronamica generale pur non abbandonando per troppo tempo la carneficina che gli si svolgeva davanti -il mostro sembrava averlo lasciato perdere, e da quanto sembrava concentrato nel trangugiare viscere semi-liquide non lo considerava affatto una minaccia.
Il paesaggio circostante era saturo della loro presenza, giunta con sconvolgente rapidità, e il terrore non faceva che pompare il loro numero ai suoi occhi.
Nella sua mente sconquassata si successero immagini irrequiete, ritraenti viste macabri, dalle fosche tinte. Gli sembrava di essere prossimo alla pazzia o, perlomeno, alla fine.
Un'immagine mentale gli mostrò se stesso, spellato e spolpato, le loro lingue viscide e umidicce che scandagliavano il bianco delle sue ossa e che poi procedevano al cranio -sarebbe bastato un dito per spaccarlo in grossi spicchi, seminando nell'aria rosata materia cerebrale che si sarebbe riversata nelle loro gole come un torrente, tra fiotti di sangue e brandelli che vi galleggiavano dentro.You are condemned and you will come
with us all beyond the gates of infinitySentì gravare su di sé un'impietosa condanna. Una sentenza che lo aveva indebolito dall'interno: sentiva tremare il suo corpo, sotto le onde vibranti della paura che lo travolgeva.
"Sei condannato" asserì lo sguardo di lui nella sua testa, mentre il titano guardava fisso il sanguigno banchetto, saporito e croccante.
"Oltre i cancelli... c'è questo" comprese Armin, improvvisamente irrigidito. Ristette mmobile, non un solo brivido ad attraversargli la carne.I’m the mighty warrior
Your hell must waitUna mano indurita, che quasi non percepiva sotto il proprio comando, cercò la lama che giaceva ancora immacolata nell'attrezzatura che lo affiancava da ambo i lati. Un compagno artificiale, nella cui padronanza e controllo stava tutta la loro speranza di salvezza.
Quella del defunto, che il bieco essere difronte a lui ancora dissacrava e disossava, aveva vacillato sotto tonnellate di peso, per poi spegnersi.
La vita, finché non fosse stata strappata, avrebbe continuato a far sfuggire dalla propria comprensione la tragedia della morte, non potendo accettare l'annullamento della propria coscienza. Solo i morti potevano conoscere quella certezza, comprese -un sibilo metallico che accompagnava l'esibizione delle due lame- e tuttavia l'inferno che intendevano fargli vivere avrebbe atteso. C'era qualcosa di più importante da fare.You will come with us all beyond the gates of infinity
Sì, aveva attraversato quei cancelli piombando dritto in mezzo alla strage, attorniato da mostri la cui scia di sangue si stendeva senza fine -nel pensarlo, il suo sguardo s'intrecciò con il gigante ancora desinante, quasi a volergli affidare quei pensieri- e si era ritrovato ad affrontarli.
Ma non si sarebbe trattato di una condanna: avrebbe marchiato quelle terre col proprio passo, in modo da spingersi laddove il loro ristretto orizzonte non permetteva di addentrarsi, e avrebbe portato la sua causa alla vittoria.
Il sole, emerso da un fascio morente di nuvole, ingioiellò le sue lame di un riflesso abbagliante, ed esse sorsero nell'alba della vittoria.
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Oltre i cancelli.
FanfictionSongfic. Si oltrepassano le mura per finire in un posto da incubo. Non ci è ancora dato sapere cosa ci sia oltre, ma combatteremo per vederlo. Autori canzone: Rhapsody of Fire. Autrice fanart copertina: miss-miaou.