Un altro giorno come tutti gli altri. Sono più assonnata di un bradipo in letargo, ma se non mi alzo subito la mia sveglia continuerà a suonare e suonare ancora aumentando sempre più di volume. Questo è il dramma di avere una madre che ci tiene fin troppo alla puntualità, è riuscita a superare ogni limite comprando, al posto di una semplice sveglia di quelle che con pochi spiccioli si trovano in un qualsiasi negozio per casalinghi, un allarme che è la causa del novanta percento dell'inquinamento acustico mondiale. In parole povere, è meglio che mi alzo subito. Credo che sia l'opzione migliore, per il benessere delle future generazioni. Mi alzo a fatica dal letto e strusciando i piedi riesco ad arrivare anche fino al bagno. Appena riesco ad aprire completamente e gli occhi mi guardo allo specchio; sono indescrivibile. Peggio del solito! I miei capelli castani chiaro di cui vado tanto fiera sono disordinatissimi e pieni di nodi, ho gli occhi ancora gonfi di sonno, per non parlare del segno del cuscino stampato in faccia. Rassegnata torno in camera, passo qualche altro minuto seduta a terra cercando di svegliarmi completamente e dopo interminabili minuti di meditazione assorta ci riesco.Oggi c'è allegria. Sento già dalle scale mia mamma che canticchia in cucina e il profumino di dolci appena sfornati non fa altro che invogliarmi a continuare a scendere fino a giù.
"Buongiorno mamma" mi annuncio scendendo.
"Claire sbrigati! Ma quanto ci hai messo? Non funziona la tua sveglia?" Mi chiede lei di rimando.
"A meraviglia, non ricordi? Ha ucciso anche l'ultimo pesce rosso!" Ebbene si qualche giorno fa è morto anche Zigu, andandogli a dare qualche gamberetto rinsecchito come ogni mattina, l'ho trovato giallo invece di rosso, era così giovane! Sicuramente ha avuto un infarto per colpa della sveglia.
"Hai fatto vivere quel povero pesce in una boccia troppo piccola" cerca di sviare, credo che in parte si senta responsabile dell'omicidio di Zigu.
Prendo il mio piatto di pancake e mi avvio fuori oltre la grande porta finestra che dà all'esterno. Tolgo le scarpe per sentire la sabbia sotto i piedi e mi siedo al tavolino rotondo, il tanto amato tavolo bianco di mia madre. È una bellissima giornata, c'è il sole, l'oceano è abbastanza calmo e soprattutto non c'è ancora la confusione dei turisti estivi essendo maggio. Amo quest'isola ma soprattutto l'oceano, trovo un senso di pace solo in questi momenti, di mattina con il silenzio guardando le onde.
"Giorno tesoro" mi dice mio padre lasciandomi un bacio sulla guancia prima di sedersi accanto a me. Papà è per la società un chirurgo in pensione, mamma è una regista di una certa fama e viviamo alle Hawaii, non male. Potrei risultare antipatica alle persone per il solo fatto di vivere in condizione agiata, ma poi cerco di farli ricredere, riuscendoci abbastanza bene.
"Che programmi hai per oggi dopo la scuola?" mi chiede mio padre quando anche mamma si è unita a noi.
"Oggi pomeriggio nulla, stasera credo ci sia il falò in spiaggia e domani mattina vado a fare surf con i ragazzi. Perché?"
"Andiamo a fare un giro in barca?"chiede mio padre rivolto a mamma per avere la sua disponibilità.
"Non vorrei sbagliarmi ma credo di no. Oggi ho i casting per il nuovo film e devo passare anche dagli scenografi. Appena ho finito di mangiare vado a vedere sull'agenda a che ore ho preso l'appuntamento con il nuovo stant-man e poi vi faccio sapere. Nel caso andate anche senza di me." si spiega.
"Sempre colpa tua!!!" scherza mio padre facendole l'occhiolino.
Quindi oggi gita in barca con mio padre, devo dire che il programma è molto attraente. Ma per adesso devo sorbirmi le lezioni della mattinata. A scuola parcheggio l'auto al solito posto e frugo nel bagagliaio in cerca del libro di chimica tra tutte le cose ammucchiate qui dietro e poi dimenticate. Ho bisogno di riesumare il libro perché tra qualche giorno ci sarà l'esame finale e ancora non ho iniziato a studiare.
"Giorno Claire" mi saluta Nick avvicinandosi all'auto.
"Buongiorno" ricambio io ancora con la testa nel porta bagagli.
"Ti serve una mano" mi chiede lui stropicciandosi gli occhi.
"No non credo.... bene eccolo" dico mostrando fiera il libro di chimica. "Sei stanco?"
Annuisce stravolto "Fortuna che è venerdì". Nick è uno dei miei più cari amici, è stato il mio ragazzo per più di un anno ma poi abbiamo deciso che è meglio per entrambi avere un po' di spazio in più. Gioca nella squadra di basket della scuola nel ruolo di punta, il play-maker e per di più ha un fisico scultoreo. Quasi tutte le ragazze della scuola gli sbavano dietro e in sua difesa devo dire che non è neanche troppo stronzo.
"Senti ti devo dire una cosa" mi dice lui sbadigliando
"Brutta?" chiedo.
"No, solo che sono quasi certo che la tua risposta sarà brutta."
Lo guardo dubbiosa, che cosa mi deve chiedere di così serio?
"Dai dimmi!" Sono molto impaziente
"Avrei bisogno di una bravissima cheerleader con un mucchio di esperienza disposta a partecipare alla finale di domani" Devo confessare che ha ragione, mi conosce bene. Non faccio più la cheerleader da ormai un anno, mi alleno ancora ma non mi esibisco alle partite per il semplice motivo del voler cancellare la stupida etichetta che ho di ragazza cheerleader fidanzata con il capitano della squadra di basket, snob e stronza. Non sono affatto così e credo che sia chiaro, alla fine chi vuol capire capisce. In realtà il motivo più importante per cui sono fuori dalla squadra è che c'era una competizione nociva tra noi.
"Va bene, questo pomeriggio parlerò con la squadra è sicuramente una tra le migliori verrà. Posso chiedere a Marilu o anche a Alice." Non voleva sentirsi dire questo. Lo capisco dal brutto grugno che ha messo.
"E se volessimo te?" e infatti è così, non gli è piaciuta come risposta. Non posso a meno di ridere, è buffo con quell'aria da incompreso e il naso arricciato.
"Ma la vuoi far finita?" dico giocosamente
"Claire la squadra mi ha detto di venirti a SUPPLICARE!" evidenzia l'ultima parola come se fosse un'azione impensabile "Sai che significa? Che DEVI venire tu, nessun altra".
Scoppio a ridere, è maledettamente serio.
Scuoto la testa cercando di trovare una soluzione a questo impiccio in cui mi ha catapultato.
"Dai Nick, tu lo capisci vero che proprio non posso?" Faccio una breve pausa mentre guardo bene il suo viso, adesso un mix di sconforto e frustrazione.
"Ciao Belli" ci saluta Cecile. La sua presenza mi migliora la giornata in modo drastico, è solare e gioiosa proprio come me. Condividiamo molte passioni e siamo amiche da sempre. Lei è semplicemente intesa, ma non posso negare che con lei nei paraggi è anche troppo facile perdere la pazienza. Amore e odio, comunemente il nostro rapporto è chiamato amicizia.
"Diavolo Claire quanto ci hai messo!! Ti sto aspettando per la colazione" mi urla lei. Le sono grata perché mi sta dando la possibilità di ignorare altamente Nick in modo anche sfacciato. "Nick mi dispiace devo andare" gli dico con superbia e sfoggiando un sorrisetto fraintendibile.
"Cecile, per favore ero in piena supplica" piagnucola lui.
"Ah no aspetta, gli stai chiedendo per la partita?" Chiede lei e lo osserva annuire. "Allora niente starò qui ad osservare la fine del vostro discorso" fa un passo indietro e incrocia le braccia al petto "Fate come se non ci fossi".
"Ok..." sono un po' confusa.
"Benissimo torniamo a noi... " continua Nick.
"No no noi un bel niente ti ho già detto di no!" Faccio una breve pausa di riflessione per cercare di non perdere l'espressione seria dal viso. "Ti ho già detto prima che è impensabile."
"Ragazzi non mi vorrei intromettere..." sia io che Nick ci giriamo verso di lei "ma... sapete cos'è.... non ho capito bene se state parlando di basket o .... di... diciamo del vostro rapporto di coppia." Ma è veramente seria? Guardo Nick che è esterrefatto quasi quanto me e scoppiamo a ridere entrambi. È una situazione paradossale, il nostro rapporto, così come il momento del nostro allontanamento non è stato tenuto nascosto a nessuno, men che meno alla mia migliore amica che invece ora sembra scesa da una nuvola sembra ignara di tutto. "Cec ma stai bene?" Le chiedo non riuscendo a trattenere le risate.
"Ti fa un brutto effetto rimanere a digiuno" Aggiunge Nick che si sta sganasciando dalle risate. Ridendo così forte riusciamo a contagiare anche qualche ragazzo che passa di qua ma Cecile non cambia espressione, è solo sorpresa. Sentendosi presa in giro mi prende sotto braccio e dice a Nick, che è ancora a terra a ridere come un matto "Bene ora che avete risolto i vostri problemi di cuore posso andare a fare colazione" e mi trascina via. Continuò a ridere a crepapelle e mi giro verso Nick che è rimasto vicino la macchina piegato in due e non riesce neanche a dire "Aspetta.... non abbiamo concluso". Alza gli occhi al cielo e cerca di controllarsi ma è tutta una risata, poi con uno dei suoi sorrisi
ammalianti mi guarda, così intensamente che non posso far altro che mettere in dubbio le mie scelte ormai archiviate.Ciao a tutti! ❤️
Sto scrivendo questa storia con tutto il mio cuore e spero vi piaccia!
Potrei aver fatto qualche errore perché sto scrivendo con il telefono ma vi prego di farmelo notare con gentilezza. Non sono apprezzate le critiche cattive e qualunque tipo di copia.
Divertitevi ragazzi!
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The Eagle
ActionClaire è una ragazza con una vita bellissima, vive in una meta turistica desiderata da tutti, le Hawaii. La continua routine delle sue giornate, è l'equilibrio che ha sempre amato. Tra giornate in spiaggia con gli amici e lezioni di chimica noisissi...