Secondi

Non sentiva più quel puzzo, l'elmetto lo soffocava, diventava sempre più pesante, disteso con la schiena appoggiata a quel muro di pietre giallognole, lo stesso muro dove si stava riparando, sentì una specie di enorme tremolio che gli prendeva tutto il corpo, sentiva una specie di enorme paura, una specie di enorme lontananza da ciò che amava, con le braccia tremanti iniziò a passarsi le mani freneticamente sulla mimetica, si sentiva sempre di più soffocare in quei continui spasmi, tutt'intorno stava diventando un enorme pressa, slacciò l'elmetto che gli cadde dietro la schiena nello spazio tra testa e muro formato dal tattico con la piastra e la radio e pian piano scivolò per terra, con le mani scorreva, i guanti con le dita tagliate gli permettevano di sentire ogni singolo quadrato della mimetica, passò le mani sul tattico, la piastra era lacerata in più punti, ma non se ne accorse, era come se avesse accarezzato un vialetto in ghiaia, come se fosse una cosa normale in quel momento, arrivò alla gamba sinistra, senti caldo, le mani si scaldarono e si impastarono, il tremolio era sempre più forte, qualcosa lo urtò, qualcuno si era fermato impattando su di lui, quel qualcuno sparì dal suo perimetro, iniziava a oscillare tra il bianco e nero e i colori, tutte le cose attorno si facevano distanti, sfuocate... Alzó una mano, vide nero scuro e poi rosso, scendeva per il braccio e lo scaldava dentro la manica della mimetica, si sentiva soffocare sempre di più, fece per portarsi le mani al petto, e mentre si sforzava di pensare a chi amava, sentì altro calore, la dove dovevano esserci i caricatori, ora c'era una strana e calda massa molle e viscida, non capì nulla di tutto ciò , chiuse gli occhi, cercando di chiedere scusa, nella sua mente, alla sua famiglia, alla gente che amava.