Quante volte ripeto a me stessa che è facile la mia vita, che ho tutto ciò che la gente desidera:
- un lavoro
- Una relazione stabile
- Un ragazzo che mi ama e che amo
- Una laurea in ciò che mi piace
- Dei progetti
- Una famiglia
Ma quando poi devo tener conto, in primis, dei legami interpersonali... ho davvero ciò che la gente desidera?
No.
No, perché non riesco più a rapportarmi.
Della persona coraggiosa, estroversa e impulsiva che c'era prima non è rimasto più niente.
Ero un uccellino che volava fiero con le sue belle ali; le stesse ali che hanno spezzato un po' alla volta.
È vero, ho ancora le mie zampette per muovermi, ma come posso mantenere un equilibrio se non ho la forza per reggere tutto il peso sopra di esse?Ho paura. Paura di essere me, di raggiungere i miei obiettivi, di essere quella persona per cui ho sempre combattuto.
Non è facile essere me. Come non è facile essere chiunque di voi.
Quindi ognuno di voi leggerà che non è facile essere me.
Puoi avere un bel fisico, ma non ti vedrai mai perfetta.
Tanto meno se un bel fisico non ce l'hai.
Eppure io ero una di quelle persone che se ne fregava dell'estetica. A me importava solo delle persone, di ciò che mi trasmettevano e di come erano realmente.
Ho visto persone a nudo solo tramite uno sguardo. E tante altre coprirsi per la vergogna di essere scoperti.
Ho visto il mare calmo in una tempesta frenetica, il sole attraverso un paio di occhi scuri; ho visto il male dove pensavo ci fosse bene, e il bene dove avevo ipotizzato il male.
Ma non è importante ciò che ho visto in questi anni, non è importante ciò che ho passato, subito, sofferto.
Ciò che conta è chi sono ora, cosa vedo ora e cosa sto passando ora.
Non è facile comprenderlo da soli, tantomeno spiegargli agli altri.Ed eccomi qui a descrivere ciò che voi riterrete forse autobiografico, ciò che io ritengo solo un pensiero che aleggia nella mia mente, che come il vento arriva e se ne va.
Come un nomade non resta nella stessa terra, questo pensiero non rimane nella mia testa.Io sono vuota.
Sono vuota quando provo a comporre frasi ed ottengo solo lettere a caso.
Sono vuota quando provo a parlare con le persone e non riesco ad arrivare realmente a loro.
Sono vuota quando provo ad ascoltare ed aiutare gli altri, ma poi realmente chi prende in considerazione le mie parole, se io per prima non ci credo?
Sono vuota quando provo a dare il meglio di me e fallisco; non ci sto neanche più male, prosciugata da tutto il male che mi ha già colpita.
Sono vuota quando provo ad essere di più, a dare di più, e invece non sono e non do mai abbastanza.
Sono vuota davanti a quelle pagine bianche che segneranno il mio percorso accademico; il mio percorso nella vita.
Sono vuota quando mi guardo allo specchio e non vedo più me.Io sono cenere.
Polvere lasciata a terra, a marcire.
I miei organi, le mie ossa, la mia pelle. Niente di niente. Non esiste più niente.
Tutto è cenere, tutto è fumo; ciò che resta di me è ormai un ricordo.
E come cenere vengo trascinata dal vento, non riesco a fermarmi. Voglio trovare una via di fuga da questo sbattimento.
Io sono cenere della me forte, agguerrita, spiegata; sono cenere della persona che ero e molto più di quella che sono.
Non sono di carne, sono cenere.Le male parole mi hanno atterrata. Ho combattuto a lungo una guerra contro me stessa, ancor prima di combattere quella contro il mondo; perché lo sanno tutti: il mondo ti sarà sempre contro, anche quando sei felice, specialmente quando sei felice.
Ma cos'è realmente la felicità? E chi l'ha davvero potuta assaporare?
Sì, perché la felicità è come un cocktail: una volta assaggiata, scopri che ti piace. E come tutte le cose che ti piacciono, ne vuoi ancora, e ancora, e ancora.
Ma non puoi, ogni legge gravitazionale te lo impedisce.Che sia un compito, un esame, un brutto voto, una litigata, un "no", un visualizzato senza risposta... ognuno di noi ha questi attimi di tristezza.
Il problema è quando la tristezza va a scontrarsi col dolore e con la malattia vera e propria.
Perché il dolore è una malattia.
La solitudine è una malattia.
La depressione... è forse la più dura delle malattie. (E no, non voglio paragonarle alle vere e proprie malattie, per carità...)
Ma ogni malattia ha una cura: la forza di volontà.
Devi essere tu a decidere di farti forza, di rialzarti, di combattere.
Fino allo stremo.
Perché forse è vero, la vera lotta è il voler combattere.Ciò che passa nella mia testa? Un enorme caos; un caos che mi spinge ad abbandonare la mia vita, i miei affetti e i miei sogni.
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Mens sana in corpore sano.
Short Story"Non è tutto oro ciò che luccica". E quanto profondo significato si cela dietro questa frase. Quando l'oro è la felicità che si vuole a tutti i costi. "Voglio essere felice". Non è forse il desiderio della felicità, la felicità stessa? Forse no, non...